Un boss in salotto (2014)

Italia 2014
Titolo Originale: Un boss in salotto
Regia: Luca Miniero
Sceneggiatura: Luca Miniero
Cast: Paola Cortellesi, Rocco Papaleo, Luca Argentero, Angela Finocchiaro, Alessandro Besentini, Francesco Villa, Massimo De Lorenzo, Marco Marzocca, Saul Nanni, Lavinia De' Cocci, Salvatore Misticone
Durata: 100 minuti
Genere: Commedia

La trama in breve: Cristina è una donna meridionale, da tempo stabilitasi al nord, sposata con Michele e madre di due figli. Presto però la donna scoprirà che il fratello Ciro è implicato in un processo di camorra, per il quale è condannato agli arresti domiciliari in attesa di giudizio, scegliendo proprio la casa della sorella come destinazione del suo soggiorno forzato.


Spero di non divagare troppo durante la recensione, dato che il film ha un suo messaggio particolare, ma non ha moltissimo da dire ed è anche abbastanza sempliciotto nella sua realizzazione. Ho già esternato moltissime volte i miei veri e propri problemi che ho con Rocco Papaleo: lo trovo un comico lento, con dei ritmi comici abbastanza discutibili e che, parlando in prima persona che non vorrei essere accusato di generalizzare come è successo a Yotobi parlando di "Fuga di cervelli" (guardatevi la prima puntata di "Mostarda" perchè io con lui sì che ho rischiato di soffocare dal ridere almeno un paio di volte), non mi ha mai fatto particolarmente ridere.

Partendo dal regista Luca Miniero si può dire che la sua fantasia nella direzione dei film è abbastanza alla canna del gas: infatti dopo le tre co-direzioni con Paolo Genovese si è dedicato niente popò di meno che a "Benvenuti al Sud" (carino) e "Benvenuti al Nord" (abbastanza una mezza schifezza, o forse anche una schifezza totale) ecco un altro film in cui è forte la presenza del tema del contrasto tra Nord e Sud. Una cosa nuovissima e mai trattata nelle commedie italiane insomma.

Se le premesse non erano affatto delle migliori (Rocco Papaleo+Banalità della trama=Lo odierò!) alla fine probabilmente mi rendo conto di aver messo troppo le mani avanti e, dopo aver toccato con mano, posso dire che il film non è che sia un capolavoro d'essai, ma mi ha intrattenuto riuscendo talvolta anche a farmi ridere abbastanza di gusto, cosa che con Papaleo protagonista non mi aspettavo affatto sinceramente.

Che poi lo sviluppo sia abbastanza sempliciotto e talvolta dozzinale, che il finale cerchi di salvare in corner una storia di fondo piuttosto banalotta con un finale altrettanto piuttosto buonista e banalotto, alla fine poco importa. D'altronde ieri notte Sorrentino ha vinto il Golden Globe per "La grande bellezza" quindi cerchiamo di non sparare sulla croce rossa e proviamo ad essere un po' più buoni con i soliti sempre ugualissimi film italiani. Valutare il film per la sua trama sarebbe come sfidare un bambino di otto mesi al tiro alla fune. Valutare il film per le risate procurate invece lo rende non dico qualcosa di davvero meritevole, ma quanto meno qualcosa di guardabile.

Voto: 6-

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