Shutter (2004)

Tahilandia 2004
Titolo Originale: Shutter
Regia: Banjong Pisanthanakun, Parkpoom Wongpoom
Sceneggiatura: Banjong Pisanthanakun, Sopon Sukdapisit, Parkpoom Wongpoom
Cast: Ananda Everingham, Natthaweeranuch Thongmee, Achita Sikamana, Unnop Chanpaibool
Durata: 97 minuti
Genere: Horror

La trama in breve: Al ritorno da un matrimonio, Tun e Jane investono una ragazza, scappano e lasciano il cadavere sull'asfalto. Poco tempo dopo, ad una festa per la consegna dei diplomi, Tun, che di mestiere fa il fotografo, scorge nelle foto da lui scattate un lampo di luce, mentre in altre vede una figura femminile dalle sembianze spettrali.

Nella mia ricerca degli horror che mi facessero veramente paura del nuovo millennio, quelli di cui ho un ricordo migliore sono quelli che arrivano dall'oriente: anni fa rimasi veramente terrorizzato da "Ju-On", da cui fu tratto l'americano "The Grudge", pochi mesi fa non provai vero e proprio terrofre, ma rimasi affascinatissimo da "The Eye", pochi giorni fa ho trovato forse il film che mi ha fatto più volte saltare sulla sedia e per il quale più volte mi sono rifiutato di guardare: lo ammetto, con questo film mi sono comportato da vero cacasotto e ho fatto davvero fatica a vederlo tutto. Ci sono video sul mio account di Instagram a dimsotrarlo!

Tra tutti i film horror orientali che ho visto nella mia vita ho sempre notato un canovaccio molto classico che non li rende poi profondamente diversi l'uno dall'altro: spiriti che ritornano dopo una morte violenta a tormentare la vita dei loro carnefici, molto meglio poi se lo spirito è quello di una bambina o di una ragazza. In questo film siamo dalle stesse parti, più o meno a livello di trama. Ciò che solitamente cambia da una pellicola all'altra sono le modalità in cui lo spettro si manifesta: mentre in The Eye erano gli occhi trapiantati della protagonista a vedere lo spettro ad esempio, qui sono le fotografie a permettere allo spettro di manifestarsi, sempre dietro ai protagonisti, quasi a guardarli e ad inseguirli in ogni momento.

Un'altra cosa che ho notato essere abbastanza marcata è la presenza di numerosi clichè da film horror. Dissi tempo fa che, nell'ultimo decennio, gli horror migliori fossero quelli in cui i registi erano in grado di combinare tutti i vari clichè a disposizione nel miglior modo possibile. Fa così ad esempio James Wan, accade così in questo film. Mentre però moltissimi horror hanno il loro punto di debolezza proprio nell'essere dei contenitori di clichè, qui la presenza di scene piuttosto classiche è il punto di forza. Perchè lo spettatore sa che sta per spaventarsi da un momento all'altro. Eppure, quando avviene la cosa che dovrebbe far paura, questa ti fa paura per davvero. E qui ritorniamo al fatto che, negli ultimi cinque o sei anni, questo è il film horror che più mi ha spaventato in assoluto, più volte e per tutta la sua durata (e anche oltre!).

Dunque, nel suo essere un film dal budget non proprio altissimo, "Sutter" riesce a creare una tensione crescente in tutti i suoi quasi cento minuti di durata. Ciò che colpisce veramente è il fatto che, per fortuna, il film non si perde in momenti di spiegazione eccessivamente lunghi, costruendo così una trama interessante, che viene risolta solamente negli ultimi minuti, con una notevole ed inquietantissima rivelazione (anche se ammetto che un pochino l'avevo prevista). Il cinema orientale è la prova di come si possa fare horror di qualità senza scadere nella banalità in mezzo a cui ormai stiamo sguazzando, con un solo film riesce a vincere il confronto con una decina di horror americani usciti negli ultimi quattro anni, film che poi vengono puntualmente remakizzati (mio neologismo) con una qualità piuttosto inferiore dagli americani, che siccome non riescono a capire la cultura orientale, rifanno i loro film occidentalizzandoli.

Voto: 9

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