Maze Runner - Il labirinto (2014)

USA 2014
Titolo Originale: Maze Runner
Regia: Wes Ball
Sceneggiatura: James Dashner, Noah Oppenheim, T.S. Nowlin, Grant Pierce Myers
Cast: Dylan O'Brien, Kaya Scodelario, Will Poulter, Thomas Brodie-Sangster, Patricia Clarkson, Ki Hong Lee, Aml Ameen, Don McManus, Joe Adler, Blake Cooper, Jacob Latimore
Durata: 106 minuti
Genere: Fantasy

La trama in breve: Un sedicenne, che non ricorda il suo nome, si risveglia in un ascensore. Al termine della salita si ritrova nella radura, un luogo abitato da altri ragazzi come lui. In quel luogo infatti arriva un ragazzo al mese da circa tre anni e il gruppo si è ormai ingrandito. La radura è circondata da enormi mura, che nascondono un labirinto dal quale nessuno è mai riuscito a uscire.

Saghe fantasy, saghe fantasy dappertutto! Se la saga che aveva fatto ripartire questo genere era un qualcosa di abominevole (Twilight) nell'ultimo periodo stiamo però assistendo ad un progressivo miglioramento: di tutte le saghe che ho incominciato, quasi mai ho letto i rispettivi romanzi, "Hunger Games", "Divergent", "The Giver", sono titoli di film tratti da libri di cui non ho mai aperto una pagina. Eppure come film sono mediamente riusciti, non cetrto dei capolavori, ma non delle cosucce inguardabili come la saga di "Twilight". Ecco l'unico di cui ho letto il rispettivo libro è stato "Rubinrot", che qui da noi in Italia non è mai arrivato e son stato costretto a vedermelo in tedesco e ad aspettare con impazienza "Saphirblau". Di Maze Runner se ne parlava un gran bene in giro per la rete e, in fondo, mi era sembrato potesse offrire qualcosa di diverso rispetto ai film citati.

Ecco, forse su questo mi sbagliavo un pochino: d'altronde siamo sempre dalle parti di futuri distopici in cui l'umanità è costretta a determinate regole che un qualcuno, il protagonista, deve sovvertire. Eppure qui secondo me un qualcosina di diverso c'è: innanzitutto i protagonisti vengono tutti rinchiusi in un grande spazio apetrto, delimitato da delle mura che cambiano la loro disposizione ogni notte, da cui non è mai uscito nessuno che avesse tentato di esplorarle. Queste mura sono infatti un grande labirinto, dominato da esseri chiamati Dolenti che sembrano essere nient'altro che dei guardiani.

Il gruppo di ragazzi che si trova all'interno di questa struttura è ben variegato e l'ultimo arrivato, Thomas, avrà sin dall'inizio il carisma per provare a sovvertire le regole vigenti. La società che questi ragazzi hanno creato è dominata da un capo, il primo arrivato lì dentro, che detta delle regole volte a mantenere lo status quo, ovvero rimanere all'interno del labirinto e vivere in tranquillità. Tutti sembrano stare alle sue regole, mentre Thomas vuole vedere cosa sta al di fuori. Ecco di solito quando guardo film di questo genere la parte che mi piace di più è l'introduzione alla vicenda, il ritratto della società: se ad esempio in "Hunger Games" il film può essere diviso in "preparazione al reality show" e "combattimenti nell'arena", di cui delle due parti avevo preferito ovviamente il reality, qui in Maze Runner le due componenti sono ben mescolate, anche se spesso la parte di spiegazione si dilunga un po' troppo in dialoghi che non sempre sono utilissimi. D'altronde io preferisco scoprire le cose guardandole, piuttosto che quando mi vengono spiegate da uno dei personaggi.

Di interessantissimo in questa pellicola c'è poi la società creata dai giovani protagonisti. Si capisce sin dall'inizio che essi sono all'interno del labirinto per un esperimento, ciò che non si capisce è il tipo di esperimento e il motivo per cui questo viene portato avanti (e siccome non spoilero, non dirò nulla). Dell'esperimento di certo fa parte la componente aggregativa, l'organizzazione che le persone all'interno del labirinto si sono date. E ciò che salta all'occhio è come questa organizzazione sia quasi dittatoriale o monarchica. Ciò che ci ho letto io è semplice, secondo me, come discorso: il messaggio che vuole arrivare è che l'uomo, messo in determinati contesti, non è naturalmente portato alla democrazia. Ha bisogno dunque di un tiranno che tenga le redini di un gruppo di persone. Presto però questo tiranno andrà oltre con i poteri che si è auto-assegnato e la popolazione si ribellerà... Si ribellerà???

Voto: 7+

Commenti

  1. Anche a me è piaciuto!!!
    Però sarebbe stato più originale se non fosse uscito dopo Lost, dal quale secondo me eredita un bel po' di cose...

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    Risposte
    1. SI, vero, ha molto a che fare con Lost e moltissimi spunti sono anche presi da Lost. Il romanzo da cui è tratto è uscito durante la messa in onda della quinta stagione tra l'altro. Chissà che nei seguiti si siano inventati qualche salto temporale (speriamo di no)

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