Boyhood (2014)

USA 2014
Titolo Originale: Boyhood
Regia: Richard Linklater
Sceneggiatura: Richard Linklater
Cast: Ellar Coltrane, Ethan Hawke, Patricia Arquette, Lorelei Linklater, Tamara Jolaine, Nick Krause, Jordan Howard, Evie Thompson, Sam Dillon, Marco Perella, Brad Hawkins, Jenni Tooley, Zoe Graham
Durata: 166 minuti
Genere: Drammatico

La trama in breve: Il film ci narra la vita di Mason Evans, bambino di otto anni con genitori separati, nell'arco di dodici anni. Il film ci parlerà dei suoi continui trasferimenti, del suo rapporto con la madre con cui vive e con il padre che vede una volta a settimana. Ma anche con la sorella Samantha e con gli amici che si farà nel corso della sua vita.

A partire dalla sua genesi, Boyhood è un film epocale: aver scoperto di questo lavoro quando ormai era arrivato ad una fase così avanzata è per me motivo di grande vergogna. Partiamo dal presupposto che una delle mie più grandi lacune cinematografiche da colmare al più presto è la totale mancanza, fino all'inizio di questa settimana quando ho visto, appunto, "Boyhood", della cinematografia di Linklater. E nel recuperarla avrei proprio intenzione di partire dalla sua opera più famosa, ovvero la "trilogia del before". Dicevo che sin dalla sua genesi, Boyhood è un film che rivoluziona totalmente gli schemi della cinematografia tradizionale: dove l'industria Hollywood produce centinaia di film all'anno, alcuni anche con una considerevole velocità di realizzazione, ecco che Linklater decide di creare una pellicola che ha bisogno di ben dodici anni per vedere la luce. Dodici anni non ripresi in stile "Grande fratello", giorno per giorno, movimento per movimento. Dodici anni dei quali, di effettive riprese, ci sono stati solamente 39 giorni.

L'idea era appunto quella di mostrare in un'unica pellicola tante, tantissime cose. Innanzitutto la cosa più importante: la vita nel suo svolgersi, che qui non è patinata, non è per nulla hollywoodiana, ma è quanto mai normale, talvolta addirittura noiosa. Per rappresentare ciò il regista, soprattutto nella parte iniziale della storia, ci presenta più che altro una serie di situazioni, in cui il protagonista si trova, che possono apparire abbastanza distaccate tra loro. Eppure, dopo una prima ora di film che lascia un po' interdetti, tutto incomincia ad assumere un senso. In questo modo capiamo molto bene le scelte della madre di Mason Evans, interpretata da Patricia Arquette, che dopo la separazione con Mason Evans Sr. sbaglia ben due mariti. Capiamo anche bene l'animo del padre, che soffre della separazione dai figli, ma ogni volta che può passare del tempo con loro se lo gode al massimo. Capiamo anche la sorella di Mason, Samantha, interpretata da Lorelei Linklater, che all'occhio pigro può sembrare ritratta con superficialità, mentre è proprio quando diventa più grande che capiamo che in realtà è davvero un po' superficialotta.

Nella seconda parte poi il ritratto che ci viene dato di Mason comincia a diventare davvero quasi perfetto: è un adolescente come tutti gli altri, non è speciale e probabilmente non lo sarà mai, perchè il regista non vuole narrarci la vita di una persona speciale, quanto più che altro quella di una persona normale. Mason è cresciuto e fa niente di più e niente di meno di tutte quelle cose che fanno normalmente gli adolescenti: si fa le prime bevute, anche magari le prime fumate, inizia a riflettere sulla sua vita e su quale sia il suo posto nel mondo. Il bello di tutto ciò è che il messaggio che ci viene mandato proprio nelle battute finali è che Mason questo posto non lo ha ancora definitivamente trovato. Contando che il film finisce con lui che ha 20 anni e io ne ho 24 e da questo punto di vista sono abbastanza insicuro proprio come lui, posso dire che la cosa un po' mi consola.

Un altro aspetto davvero importante è quello dell'evoluzione del pensiero nel corso di questi dodici anni, come anche l'evoluzione tecnologica. Ci vengono mostrate l'era Bush, le fasi del voto per Obama, la guerra in Iraq: è chiaro che siano tutte messe lì per contestualizzare la storia che si sta svolgendo, così come sono proprio questi argomenti che ci regalano i migliori monologhi del film da parte di Mason Evans Sr.. Uno di questi è messo in atto mentre porta i due figli al bowling, che appaiono disinteressati (anche perchè Mason in quel periodo ha nove anni, cosa vuoi che ne capisca?) nonostante la portata del monologo. Un secondo monologo invece è di tutt'altro argomento: la musica dei Beatles. Pensare che io che non sopporto i Beatles sono stato quasi convinto dalle parole di Mason Evans Sr..

La pellicola inoltre ci regala, nella sua colonna sonora, delle perle musicali che non ascoltavo da una vita (avevo giusto 12 anni quando si iniziò a girare il film) così come ci vengono mostrati diversi mezzi tecnologici, ormai obsoleti: si parte dalla XBox, forse proprio la sua prima versione, arrivando alla Wii per quanto riguarda i videogiochi. Partiamo da degli ormai obsoleti cellulari con apertura a conchiglia, passando per un iPhone 3G (UN IPHONE 3G CI RENDIAMO CONTO DI QUANTO SIA VECCHIO???) fino ad arrivare ai cellulari più in voga oggi. Tutto è in evoluzione in questa pellicola, anche, probabilmente la pellicola stessa. Alla fine di questa visione non si può non affermare di sentirsi un po' meglio con il mondo: Boyhood è, di sicuro, un film psicologicamente benefico!

Voto: 9,5

Commenti

  1. La trilogia di Linklater l'avevo odiata, gli ho preferito i film più sperimentali, ma questo Boyhood è veramente bellissimo!!

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    1. Comunque ho commesso un errore. Di Linklater l'unico film che ho visto è uno dei miei cult supremi: School of Rock!

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  2. Assolutamente d'accordo con te. Boyhood ci dimostra che la vita di una persona, di OGNI persona, è una storia bellissima degna di essere raccontata. Gran bel film davvero.

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    1. E' uno dei pochi film che parla della normalità in maniera normale...

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  3. Un altro che lo promuove... va a finire che me lo devo vedere per davvero

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  4. più che un film, un viaggio. un viaggio proprio come la nostra vita...
    okay, per oggi basta, mi ritiro, sono stato troppo profondo :)

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    1. Vero. Basta profondità. Infatti da domani si ricomincia a parlare di film di merda

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  5. Pellicola che stavo sottovalutando alla grande. Provvedo alla visione ...

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  6. Un film inutile che racconta una vita inutile e in cui molti si riconoscono.

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    1. Sembra quasi sistematico il tuo rispondere solo ai film a cui ho dato voto altissimo

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