The Young Pope - Stagione 1

The Young Pope
(serie TV, stagione 1)
Episodi: 10
Creatore: Paolo Sorrentino
Rete Italiana: Sky Atlantic
Rete Americana: Prossimamente su HBO
Cast: Jude Law, Diane Keaton, Silvio Orlando, Javier Cámara, Scott Shepherd, Cécile de France, Ludivine Sagnier, Toni Bertorelli, Stefano Accorsi, James Cromwell
Genere: Drammatico

Nel corso della mia vita da spettatore cinematografico ho scoperto in tempi relativamente recenti Paolo Sorrentino, regista che più di ogni altro ha segnato la rinascita del cinema italiano, soprattutto dopo aver vinto l'Oscar come miglior film straniero per "La grande bellezza". Tra gli altri suoi lavori, uno dei più apprezzati è stato sicuramente "This Must be the Place", mentre non mi ha convinto del tutto "Youth - La giovinezza" ed entrambi i film citati condividono lo stesso grande pregio e lo stesso grande difetto, che è proprio del cinema di Sorrentino: essendo dei film basati principalmente sulla potenza delle immagini e su una forma che vuole rasentare la perfezione, spesso e volentieri i contenuti risultano troppo enigmatici e a volte, quando non si ha la volontà di andare ad approfondire, la cosa può essere decisamente scoraggiante. L'arrivo in Italia - nella fattispecie su Sky Atlantic - della sua prima serie televisiva "The Young Pope" - che a Gennaio andrà in onda anche su HBO - è stato da me ben accolto, soprattutto con grande curiosità, ma mantenevo nel profondo qualche dubbio riguardante proprio quella caratteristica che spesso e volentieri rende i suoi film dei capolavori, mentre altre volte dei lavori freddi e asettici e di difficile lettura.

"The Young Pope" narra la storia del Cardinale Lenny Belardo, appena eletto Papa decidendo di prendere il nome di Pio XIII. Un Papa abbandonato durante l'infanzia dai genitori dallo scarso peso politico e il più giovane della storia, che gli altri cardinali pensano di poter manipolare a proprio piacimento. Presto però Lenny Belardo si rivelerà un papa autorevole e autoritario, si farà affiancare da Suor Mary, la suora che lo ha cresciuto in orfanotrofio, e nel corso degli episodi conosceremo nel profondo la sua personalità, profondamente segnata dall'abbandono da parte dei genitori, ma soprattutto la sua scarsa fede in Dio, un conflitto interiore di fede che lo rendono il Papa all'apparenza meno convenzionale della storia. In realtà, sin dal primo episodio, conosceremo il vero volto di Lenny, una figura reazionaria piena di sè e che non vuole assolutamente mostrarsi in pubblico perchè i fedeli della Chiesa devono avere fiducia anche in un Papa che non si faccia mai vedere.

Dal punto di vista stilistico non siamo molto lontani da quella che è la firma di Paolo Sorrentino: immagini sempre curate e che rasentano la perfezione, inquadrature che da sole sono in grado di raccontare una storia, momenti particolarmente riflessivi alternati ad altri un po' più dinamici e un uso della colonna sonora particolarissimo che spazia da brani come "I'm Sexy and I Know It" di LMFAO all'"Ave Maria" di Schubert, passando anche attraverso brani della cultura italiana popolare. Ciò che però stupisce maggiormente, rispetto ai suoi film di maggior successo che spesso e volentieri presentavano dialoghi particolarmente brevi e che non costituivano l'ossatura fondamentale dell'opera, è che qui dialoghi e monologhi sono una componente fondamentale - e anche altamente spettacolare - della serie: tanto per fare un esempio, si pensi ai primi due episodi e al paragone tra il discorso che tiene Pio XII in sogno all'inizio del primo episodio e quello che tiene alla fine del secondo episodio, suo primo discorso ufficiale, e a come il primo faccia aprire il cielo e ritornare il sole dopo una tempesta, mentre il secondo faccia oscurare il cielo e arrivare la tempesta. Comparate poi questi due discorsi con quello che chiude la serie e vedrete come il cerchio si apre e si chiude in questi tre momenti fondamentali per la storia. Ce ne sarebbero moltissimi altri, a dir la verità, ed è sempre ben comprensibile quale sia il cambiamento del protagonista a seguito di questi eventi cruciali.

Oltre alla regia davvero spettacolare di Sorrentino - e qui lo dico, non vedevo una serie che mi impressionasse così tanto a livello di regia dai tempi di "Breaking Bad" - sono le interpretazioni dei protagonisti, che a citarli tutti ci vorrebbero 750 anni, quindi mi limito a citare quelli più importanti. Partendo da Lenny Belardo interpretato da Jude Law - curioso come per il ruolo di un Papa si sia scelto un attore che si chiama Giuda -, perfetto e in grado di dare al suo personaggio quel fascino sinistro che lo rende, senza ombra di dubbio, il personaggio televisivo dell'anno, e arrivando a Suor Mary, interpretata da una idolesca Diane Keaton che in una delle prime scene della serie veste una maglia con scritto "I'm virgin, but this is an old shirt" e terminando con il Cardinal Voiello, uno dei personaggi che si identifica maggiormente con lo stesso Paolo Sorrentino, dato che è tifoso sfegatato del Napoli e di Gonzalo Higuain - il suo trasferimento alla mia Juve questa estate ha rovinato il 90% delle sue battute - e che spesso si lascia andare ad imprecazioni in un napoletano parecchio sanguigno, interpretato da un Silvio Orlando in splendida forma. Da segnalare poi la presenze di James Cromwell che è sempre una garanzia di grandi interpretazioni. Insomma, per via di tutti questi elementi la prima stagione di "The Young Pope" rischia fortemente di essere la mia serie dell'anno tanto che già sono in attesa di una seconda stagione già ufficializzata. Il capolavoro, la meraviglia.

Voto: 10

Commenti

  1. Voto forse "leggermente" esagerato, anche perché alcuni difetti comunque li ha (alcune sottotrame non troppo esaltanti, l'uso di una canzone di Venditti del tutto evitabile che Sorrentino avrà probabilmente messo giusto per amicizia nei suoi confronti eheheh), però grandissima serie!

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