The Zero Theorem di Terry Gilliam (2013)

Regno Unito, Romania 2013
Titolo Originale: The Zero Theorem
Regia: Terry Gilliam
Sceneggiatura: Pat Rushin
Cast: Christoph Waltz, Mélanie Thierry, David Thewlis, Lucas Hedges, Matt Damon, Tilda Swinton, Sanjeev Bhaskar, Peter Stormare, Ben Whishaw, Dana Rogoz, Emil Hostina, Pavlic Nemes
Durata: 107 minuti
Genere: Fantascienza, Drammatico

Con il consueto ritardo nella programmazione da parte dei nostri distributori di benzina cinematografici, - un ritardo che questa volta è stato di quasi tre anni, una roba imbarazzante insomma - è arrivato anche in Italia "The Zero Theorem", l'ultimo lavoro del regista Terry Gilliam, regista particolarmente apprezzato da queste parti, soprattutto per lavori come i cult "L'esercito delle 12 scimmie" e "Paura e delirio a Las Vegas" o per il bellissimo "Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo", film ricordato dai più come l'ultimo film del compianto Heath Ledger piuttosto che per le sue reali qualità artistiche, cosa che tra l'altro mi fa parecchio male perchè è un film che adoro. Nonostante il ritardo nella programmazione italiana già in molti avevano avuto modo di vedere questo film grazie ai miracoli della rete, mentre io mi sono convinto solamente nell'ultimo periodo.

Con il suo ultimo film, il buon Terry Gilliam ci racconta la storia di Qohen Leth, un hacker che vive in una chiesa sconsacrata e lavora per la Mancom, rimanendo perennemente in attesa di ricevere una telefonata che lo possa rendere felice oppure dargli le risposte a tutte le sue domande esistenziali. A seguito di una visita psichiatrica in cui viene dichiarato fisicamente sano, gli viene affidata un'intelligenza artificiale per eseguirne a sua volta una valutazione psichiatrica. Con l'autorizzazione a poter lavorare da casa, gli viene affidato il compito di risolvere lo Zero Theorem, una complessa formula matematica che presto lo renderà vittima di terribili incubi in cui si vede risucchiato in un buco nero.

Il lavoro di Terry Gilliam in questo film è strano e parecchio incomprensibile, se non lo si guarda con la giusta attenzione, tant'è che penso che un film di questo tipo possa essere in grado di guadagnare ulteriormente valore solo dopo una seconda, o forse anche una terza visione. Il regista non sembra avere poi l'intenzione di spiegarci per bene quale sia il messaggio di fondo che ci vuole mandare, limitandosi a darci qualche indizio riguardo la misteriosa equazione matematica e soprattutto riguardo l'enorme fede che ha il protagonista nel ricevere la telefonata che gli cambierà la vita. Ciò non toglie che la pellicola, che ha una trama parecchio frammentata, risulti godibilissima e in grado di provocare nello spettatore quei sani mal di testa che ti invitano a riflettere in maniera più profonda su ciò che si è appena visto.

Interessante è poi il lavoro compiuto dall'attore protagonista Christoph Waltz, in grado di dare al suo personaggio tutte quelle caratteristiche che lo potessero rendere unico, rendendoci partecipi di tutti i suoi turbamenti emotivi. Ad impreziosire una buonissima confezione ci si mette anche un cast sicuramente interessante, anche se magari non in grado di offrire la propria performance migliore, come ad esempio la presenza di Matt Damon e di Peter Stormare o di una Tilda Swinton abbastanza in forma.

Voto: 7+

Commenti

  1. Un “Brazil” in piccolo, anche per via del budget, il grande Terry non trova mai i fondi per i suoi film quindi si arrangia. Vero che forse si ripete un po’ i film di Gilliam restano sempre un gran spettacolo, a differenza della nostra distribuzione, due anni di attesa, come per “Tideland”, ci facciamo sempre riconoscere. Cheers!

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  2. Prima o poi dovrò vederlo! Ho una scimmia discretamente lunga...

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