L'assassina di Jung Byung-gil (2017)

Corea del Sud 2017
Titolo Originale: 악녀 (Ak Nyeo)
Sceneggiatura: Jung Byung-gil, Jung Byeong-sik
Durata: 129 minuti
Genere: Azione



É ormai quasi una settimana che ho iniziato a seguire la pagina su Facebook chiamata Netflix Festival, pagina cinematografica che segnala quei film presenti sul catalogo della famosissima piattaforma di streaming ma praticamente invisibili, sommersi dalle liste dei film più visti in Italia e dalle serie televisive più mainstream, ma, il più delle volte, di buona qualità o comunque interessanti a livello cinematografico. É proprio così che sono venuto a conoscenza del film "L'assassina", pellicola sudcoreana diretta da Jung Byung-gil, regista classe 1980 che nella sua carriera ha diretto solamente cinque film, tra cui "Confession of Murder" che, pur senza capirne i dialoghi, avevo intravisto proprio durante la mia vacanza in Corea del Sud, nell'Agosto dello scorso anno. Il film sembra essere fin dalla lettura della trama di quelli interessanti, io poi amo i film di vendetta, ma, ancora di più quei film che in qualche modo assomigliano, per stile visivo e narrativo, a "John Wick", diventato quasi uno standard per quanto riguarda il cinema d'azione degli ultimi anni. Sarà riuscito il regista de "L'assassina" a farsi adorare da me per questo suo film?
Innanzitutto, come al solito, si parte dalla trama: Sook-hee è una giovane donna addestrata in Cina per diventare un'assassina professionista, dagli stessi uomini che, in giovane età, avevano ucciso suo padre. Riuscita da sola a sgominare un'intera banda criminale, viene catturata da una cellula governativa che, in cambio dei suoi servizi per una durata di dieci anni in qualità di sicario o spia governativa, le promette la libertà. Le verrà fornita l'identità di un'attrice di teatro e le verrà permesso di crescere sua figlia, concepita nel corso della sua precedente vita, assieme ad un uomo di cui presto si innamorerà, ma presto il passato si rifarà vivo e per lei arriverà il momento di vendicarsi dei soprusi subiti in giovane età, cercando però anche di capire il perchè la cellula governativa sudcoreana si sia avvicinata proprio a lei.
Personalmente quando guardo un film ho un modo di farmi convincere che la visione sia quella giusta abbastanza particolare. Io guardo il film, dall'inizio alla fine, partendo dal presupposto che qualsiasi pellicola che sto guardando sia, potenzialmente, nella norma. Poi, spesso e volentieri, basta una sola scena, un'inquadratura, un'uso particolare di una tecnica particolare e il film mi sale di livello. No, non parlo degli scavalcamenti di campo di Michael Bay, parlo ad esempio di un piano sequenza messo nel posto giusto, di una scena d'azione iper adrenalinica, di una scena in cui c'è una colonna sonora che riesca a creare un po' di contrasto. In questo film, lo dico subito, la vera figata sono i piani sequenza, ogni scena di combattimento è realizzata in piano sequenza e già di per sè la cosa potrebbe conquistarmi in qualsiasi film. Ma "L'assassina" già mi aveva comprato con la prima scena: un lunghissimo piano sequenza di quasi dieci minuti, un lunghissimo combattimento in cui vediamo praticamente l'intera scena con gli occhi della protagonista, una soggettiva tipo quelle carpenteriane di "Halloween", solo con movimenti di macchina estremamente più veloci. Un piano sequenza in cui, a un certo punto, vediamo la macchina da presa staccarsi dagli occhi della protagonista, per inquadrare per la prima volta la protagonista, una roba che appena l'ho vista mi sono esaltato, ho avuto come la sensazione di aver visto, in soli dieci minuti, il riassunto di tre capitoli di "John Wick", anche perchè il livello di violenza è pure abbastanza elevato.
Se da una parte "L'assassina" penso sia uno dei migliori film d'azione che io abbia visto di recente, la sua storia risulta essere un po' meno efficacie rispetto alla componente tecnica: di storie di vendetta, anche se ci limitiamo solamente al cinema coreano, se ne sono viste veramente tante e questa non ho trovato fosse delle più originali e c'è anche da dire che spesso e volentieri vengono inseriti dei flashback che non sempre appaiono particolarmente organici e più che mettere ordine nelle idee dello spettatore rischiano più che altro di fare un po' di casino. Ciò però non inficia il livello di coinvolgimento che si prova nel corso di tutta la durata della visione, ci troviamo davanti ad un film che è straordinario a livello tecnico e in cui il regista mette tutto il suo talento specialmente nelle scene d'azione, che decide di mettere in scena nel modo più impensabile, ma azzeccato, possibile.

Voto: 7,5

Commenti

  1. Non saprei, come dici tu ne abbiamo già visti parecchi di film d'azione incentrati sul tema della vendetta, basti pensare alla trilogia della vendetta di Park Chan-Wook, sempre dalla Corea, oppure appunto a John Wick o, un po' più originale, a Cold Pursuit... Quindi già l'idea di base potrebbe iniziare presto a stancare. Sono anche preoccupata per tutti questi piani sequenza usati ultimamente nelle scene d'azione, come in Tyler Rake (ora che con il digitale si può fare tutto è molto più facile...), di certo l'effetto sul momento è mozzafiato, ma non vorrei che anche quelli ci stancassero presto...

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  2. Non sei il primo a parlarmi bene di questo film, ma visto che ho totale fiducia del tuo giudicio, cercherò di vederlo a tutti i costi, grazie Bro ;-) Cheers!

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