LATE FOR THE ROAD TO THE OSCARS: Jackie di Pablo Larraìn (2016)

USA, Cile, Francia 2016
Titolo Originale: Jackie
Regia: Pablo Larraín
Sceneggiatura: Noah Oppenheim
Cast: Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, Billy Crudup, John Hurt, Max Casella, Beth Grant, John Carroll Lynch, Sunnie Pelant, Caspar Phillipson
Durata: 95 minuti
Genere: Drammatico, Biografico


Mentre scrivo questo post, ancora non sono stati annunciati i vincitori degli Oscar, mentre, nell'orario in cui il post è programmato, alcune stelle staranno ancora sfilando sul red carpet, facendo la fortuna di tutti gli appassionati di moda quale io non sono, che per quanto riguarda la Notte degli Oscar mi interesso solamente delle premiazioni. Quando però presumibilmente i miei lettori leggeranno questa recensione, una delle tante arrivate sui loro schermi con ritardo rispetto alle premiazioni, queste saranno già state annunciate da qualche tempo, motivo per cui la rubrica temporanea intitolata "Road to the Oscars" che ci ha accompagnato quasi giornalmente in questo ultimo mese, diventa "Late for the road to the Oscars" per ovvi motivi. Ancora molti sono i film finiti tra le candidature che dovrò recuperare, mentre per quel che riguarda le categorie principali da queste parti siamo quasi al completo e qualche recensione ancora arriverà fuori tempo massimo, nonostante le visioni siano state completate. Tra queste c'è ovviamente quella di oggi, dedicata al film "Jackie" diretto da Pablo Larraín, regista che solitamente passa abbastanza in sordina dalle nostre parte e di cui ho visto solamente "No - I giorni dell'arcobaleno" con il grande Gael Garcia Bernal.
"Jackie" parla, dal punto di vista di Jacqueline Bouvier poi diventata Jacqueline Kennedy e poi ancora Jacqueline Kennedy Onassis, dei giorni successivi alla morte di John F. Kennedy in seguito all'attentato di Dallas del 1963. Il film si pone l'obiettivo di fornirci il ritratto di una donna, tra l'altro molto amata dagli americani, che da First Lady una tragedia che pur coinvolgendola in primissima persona come la morte del marito, ha effetti in qualche modo su un intero popolo, che sul Presidente degli Stati Uniti riponeva grandissime speranze. Ed il ritratto che ne viene fuori da questa pellicola, nonostante la tragedia, è quello di una donna fortissima che nei giorni successivi alla morte dell'amato marito, durante le cerimonie funebri, non ha potuto esternare nella giusta maniera il suo dolore, così costretta dal ruolo presidenziale che in quel momento ricopriva.
Il regista Pablo Larraín è qui bravissimo nel concentrare tutta l'attenzione sulla donna, senza dare particolare importanza - o quanto meno evitando totalmente di narrare - il fatto che ha scatenato tanto dolore. Un dolore che non può essere mostrato se non a seguito di una lunga intervista che fa da sfondo a tutto il film, in cui si ripercorrono quei terribili quattro giorni. La missione di Jackie Kennedy fino ad allora era stata quella di essere perfetta, di mostrarsi in pubblico reprimendo qualsiasi tipo di sentimento, di mostrarsi al mondo nel modo più consono per ricoprire un ruolo che, dal giorno della morte del marito, non le appartiene più e per il quale, a questo punto, si trova a non aver più nulla da perdere, in qualche modo libera di mostrare il suo dolore, per quanto possibile.
E qui arriva la candidatura all'Oscar come migliore attrice protagonista per Natalie Portman, una delle mie attrice preferite già da molto tempo, ma per la quale sinceramente pensavo la candidatura fosse arrivata più che altro per la stima da parte dei giurati verso un personaggio importante e molto amato nella storia americana più che per meriti veri e propri. La visione del film mi conferma invece quanto la bontà della Portman nell'interpretare un ruolo così complesso, in un film che tra le altre cose ha un incedere abbastanza lento in modo da amplificarne la sensazione dolorosa, dando al personaggio sia la giusta freddezza, sia tutte quelle sfaccettature che fanno quasi pensare che il ruolo, in qualche modo, fosse tagliato dal sarto per lei, quasi come se entrasse in simbiosi con il personaggio da interpretare.

Voto: 7,5

Candidato a: Miglior attrice protagonista a Natalie Portman, Miglior colonna sonora a Mica Levi, Migliori costumi a Madeline Fontaine

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