Silent House

Sono ormai lunghi anni che cerco dentro di me e dentro ai cinema o dentro alle televisioni la risposta all'annosa domanda: che fine ha fatto il cinema horror? Nel tentativo di trovare una risposta ai miei perchè, mi imbatto nella recensione di Silent House, film horror particolarmente innovativo, remake del film indipendente uruguayano di Gustavo Hernandez, "La casa muda". Avrò trovato la risposta. Chi mi ha su facebook lo sa già, voialtri che mi leggete solo qua, lo saprete tra non molto.


USA, Francia 2012
Titolo Originale: Silent House
Regia: Chris Kentis, Laura Lau
Cast: Elizabeth Olsen, Adam Trese, Eric Sheffer Stevens, Julia Taylor Ross, Adam Barnett, Haley Murphy
Genere: Horror


La trama in breve: Sarah va con il padre e lo zio Peter in una vecchia casa, ormai quasi abbandonata, per occuparsi del restauro prima di procedere alla sua vendita. Nel periodo di tempo che passerà nella casa, Sarah avvertirà la presenza di strane entità, che vivono in quella casa, e per lei inizia una notte da incubo.


Diciamo subito che la trama di questo film non è di certo un mostro di originalità. La cosa veramente veramente originale del film è la tecnica con cui è stato realizzato. Intanto il film è realizzato in stile camera a mano, come i mockumentary che tanto non sopporto, ma non è un mockumentary, il cameraman non prende parte alla storia. Inoltre il film, così come l'originale uruguayano, dà l'impressione di essere realizzato su un unico piano sequenza. In tal modo il film diventa un'opera che si svolge praticamente in tempo reale.


Le inquadrature mirabolanti, che possono sembrare grezze per gli eccessivi movimenti, ma in realtà sono molto curate, seguono in ogni suo movimento Elizabeth Olsen, facendola diventare la protagonista indiscussa della scena ed unico personaggio a comparire praticamente in ogni inquadratura, mentre gli altri fanno solo da comparsa.


L'effetto che si ottiene girando il film con questa tecnica è pauroso. Ma nel vero senso della parola. Questo film riesce davvero e in maniera inequivocabile a fare paura. Non la solita paura improvvisa che poi passa in un secondo. La paura dura per tutto il film, non sai cosa potrà accadere, non sai cosa potrà comparire. Sei trattenuto su un filo molto molto sottile per tutta l'ora e mezza della sua durata.


La sorellina delle gemellone Olsen, meno gnocca, ma anche incredibilmente più brava come attrice, che già avevamo visto offrire un'ottima prova nel, per me abbastanza deludente, "La fuga di Martha", riesce a gestire su di sé tutto lo show. La sua prova è clamorosa, entra in maniera perfetta nella parte della protagonista, facendoci provare tutte le sue emozioni, dalla prima all'ultima.


E ora ritorniamo alla domanda che mi ero posto all'inizio di questo post. Ho trovato la risposta al genere horror? Ditemelo voi...


Voto: 8,5

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