ROBERT ALTMAN DAY - Nashville (1975)


USA 1975
Titolo Originale: Nashville
Regia: Robert Altman
Sceneggiatura: Joan Tewkesbury
Cast: Ronee Blakley, Geraldine Chaplin, Lily Tomlin, Henry Gibson, Keith Carradine, Gwen Welles, Ned Beatty, Michael Murphy, Karen Black, Allen Garfield, David Hayward, Dave Peel, Barbara Baxley, Robert DoQui, Cristina Raines, Shelley Duvall, Timothy Brown, Scott Glenn, Barbara Harris, David Arkin, Allan F. Nicholls, Keenan Wynn, Bert Remsen, Jeff Goldblum, Elliott Gould, Julie Christie, Richard Baskin, Merle Kilgore
Durata: 159 minuti
Genere: Drammatico, Musicale

In occasione del decimo anniversario della morte di Robert Altman, considerato uno dei più grandi registi della storia del cinema e che io, molto colpevolmente, non ho mai avuto modo di conoscere - ebbene sì, queste rassegne tra blogger sono anche un'ottima "lezione di storia" per alcuni - , la solita cricca dei blogger cinematografici più amati della rete ha deciso di organizzare una rassegna in cui ognuno recensisse un suo film. L'anniversario della morte cadeva giusto settimana scorsa, il 20 Novembre, ma per vari motivi tra cui il voler essere anticonvenzionali, la giornata è stata organizzata per oggi e io ho deciso di vedere, per la prima volta, e di parlare di "Nashville", scelto nel 1992 per la conservazione nel National Film Registry.

Prima di affrontare la visione della pellicola ho deciso, vista la mia colpevole ignoranza sull'argomento, di documentarmi un po' sul regista, non tanto sulla sua vita e sulla sua carriera, quanto più che altro su quella che era la sua firma sui film che dirigeva. Firma che in "Nashville" viene pienamente rispettata, data la straordinaria capacità di Altman di creare delle storie corali, con tantissimi personaggi apparentemente slegati tra loro che però si intrecciano a seguito di un determinato evento oppure in un determinato contesto, che nella fattispecie di "Nashville" è quello dei cinque giorni del festival di musica country dell'omonima cittadina che dà il titolo al film. Sono tante in questo film anche le varie contaminazioni riguardanti il mondo della politica, visto che tra le storyline vi è anche quella della candidatura di Hal Phillip Walker alle primarie presidenziali, con discorsi contaminati da un eccessivo populismo e qualunquismo, che utilizzerà la vetrina del festival per contaminarlo con una matrice politica che farà, man mano, precipitare la situazione.

Ciò che salta subito all'occhio guardando un film sicuramente articolato in maniera molto molto complessa, è la capacità del regista di riuscire a raccontare diverse storie senza che una prevalga in maniera consistente sull'altra: le storyline che vengono affrontate sono più di venti e questo per la prima mezz'ora di film, risulta parecchio spiazzante, vista anche la totale assenza di un protagonista su cui concentrarsi. Inoltre Altman decide non solo di parlare del festival di musica country, quanto più che altro di rendere la sua opera ancora più dettagliata cogliendo la vita della cittadina in quei giorni tanto concitati sia per quel che ne riguarda la componente più propriamente di spettacolo - con una serie di canzoni che rendono il musical ancora più piacevole, tra cui "I'm Easy" cantata da Keith Carradine vincitrice nel 1976 dell'Oscar come miglior canzone - sia per quel che riguarda la vita quotidiana della cittadina.

Per quanto dunque "Nashville" risulti essere un film strutturalmente molto complesso, alla fine la visione risulta scorrevole e piacevole, nonostante sia molto evidente la volontà del regista di non far affezionare lo spettatore a nessun personaggio e sopratutto di non dargli modo di identificarcisi. Un effetto sicuramente voluto, data la totale assenza di caratterizzazione psicologica dei personaggi ed anche il fatto di non volerci far conoscere quale sia la loro situazione sociale. In "Nashville" si finisce a parlare di molte cose, di argomenti importanti così come degli argomenti più quotidiani e la visione, per quanto complicata, prosegue in maniera scorrevole fino ad un finale in cui l'atmosfera che si respira è quasi paradossale. Nonostante non abbia mai avuto modo di approfondire sul Robert Altman, da me fino a pochi giorni fa conosciuto solo di nome - d'altronde non si può aver visto proprio tutto tutto tutto - le rassegne organizzate dalla cricca servono anche a recuperare: capolavori di un'altra epoca, a cui magari non siamo abituati a livello strutturale, ma che mantengono la loro grandezza invariata nel corso degli anni.


Hanno partecipato al Robert Altman Day anche i seguenti blog:

Giocomagazzino
Solaris
Il Bollalmanacco
White Russian
Non C'è Paragone
Director's cult

Commenti

  1. Nashville non lo vedo dal liceo, ricordo anche di averlo registrato grazie al programma di Ghezzi,ma non ho mai avuto tempo di vederlo. Ce l'ho su Netflix, non sono più giovine ma ho i neuroni necessari per 3 ore di film. Ora che ti sei vaccinato con questo film, il prossimo step è MASH (che è il mio preferito) e sei hai retto a questo, sei pronto per America oggi!

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  2. Un film-monumento. Come ho scritto anche da altre parti, nessuno come Altman sapeva mettere insieme film "corali" con tantissimi (grandi) protagonisti. E questo ne è uno splendido esempio.

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  3. Questo non l'ho visto, forse perché non amo molto l'argomento che tratta. Però immagino sia un altro di quei capolavori corali da vedere almeno una volta nella vita!

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  4. Eccomi! Scusa se commento solo ora, ma ieri mi trovato ad animare un giornata di gioco XD
    Allora... Nashville l'ho visto come estimatore dei film musicali. Davvero un grande film, sono contento che (con il tempo) abbia ricevuto i riconoscimenti culturali che merita.

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