The Eye (2002)
Titolo Originale: Gin Gwai
Regia: Oxide Pang Chun, Danny Pang
Sceneggiatura: Jo Jo Hui Yuet-chun
Cast: Angelica Lee, Lawrence Chou, Chutcha Rujinanon, Yut Lai So, Candy Lo, Yin Ping Ko, Pierre Png, Edmund Chen, Wai-Ho Yung, Wilson Yip
Durata: 99 minuti
Genere: Horror
La trama in breve: Mun è una violinista di vent'anni, cieca dall'età di due anni, che si sottopone ad un trapianto di cornea per ritornare a vedere. Subito dopo il trapianto Mun si troverà a dover fare i conti con delle visioni misteriosi ed inquietanti che le sconvolgeranno abbastanza la vita.
Il panorama horror dell'ultimo periodo sta deludendo abbastanza la mia ricerca di una forte emozione, di un qualcosa che ogni tanto mi faccia rabbrividire. Nonostante il recentissimo Oculus mi sia piaciuto tantissimo, per cercare qualcosa di davvero valido e che dia una certa garanzia di qualità nell'ultimo decennio, bisogna spostarsi verso est, precisamente verso Cina, Giappone o Corea del Sud. In questi paesi abbiamo i fratelli Pang, in realtà thailandesi, che hanno messo in piedi un horrorino non certo trascendentale, non sarà uno dei migliori che abbia mai visto, ma comunque validissimo anche per dove la trama riesce a portarti.
Sì perchè il film parte, dopo la dovuta introduzione, come un horror psicologico che sa quanto mai mettere addosso tensione, grazie ai suoi ritmi lenti e la sua colonna sonora avvolgente che riesce ad intimidire per davvero lo spettatore. Le visioni della protagonista sono non dico tanto spaventose, perchè inizialmente vede delle persone che altri non vedono non riuscendo a spiegarselo, ma sono quanto mai inquietanti, impreziosite appunto da un ottimo sonoro. Tra le altre cose l'idea di qualcuno in grado di vedere i morti mi spaventa tantissimo quindi questo film ha avuto ancora più effetto su di me.
Dal momento in cui la protagonista scopre l'origine delle sue visioni il film vira raccontandoci una storia drammatica, riuscendo a cambiare il tono della narrazione senza però inficiare per nulla la componente più paurosa. Qui si alza ancora di più il valore del film perchè spesso e volentieri quando si vogliono trattare in questa maniera due generi diversi si finisce per creare un pastrocchio confusionario. Invece qui i due registi non sbroccano e riescono a mantenere una gran coerenza narrativa non snaturando mai l'atmosfera di fondo.
Un film horror senza grandissimi spaventi e con praticamente nessun utilizzo del sangue che però riesce bene nel suo intento di fare paura o di mettere una certa inquietudine allo spettatore. NJon sarà certo una visione trascendentale, ma comunque consigliatissima per il modo in cui la storia è stata realizzata e per il modo in cui viene narrata. Ora avrò paura di vedere il remake americano perchè sono abbastanza sicuro che me ne rovinerà di brutto l'immagine.
Voto: 7,5
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