Le confessioni di Roberto Andò (2016)
Titolo Originale: Le confessioni
Regia: Roberto Andò
Sceneggiatura: Roberto Andò
Cast: Toni Servillo, Connie Nielsen, Johan Heldenbergh, Daniel Auteuil, Moritz Bleibtreu, Pierfrancesco Favino, Marie-Josée Croze, Richard Sammel, Stéphane Freiss, Togo Igawa, Andy de la Tour, John Keogh, Aleksej Gus'kov, Lambert Wilson, Giulia Andò, Julian Ovenden, Jeff Burrell, Ernesto D'Argenio
Durata: 100 minuti
Genere: Drammatico
Ci sono frasi che in certi periodi della storia vengono talmente ripetute da diventare frasi fatte e quindi, per me, parecchio odiose perchè io non sopporto le frasi fatte o le frasi di circostanza. E' però un dato di fatto che il cinema italiano stia vivendo un buonissimo periodo di forma e che le uscite interessanti nel nostro paese stanno decisamente aumentando di numero rispetto alle annate precedenti: d'altronde tra giusti finanziamenti e, la premiazione all'Oscar per "La grande bellezza" e la tripletta di partecipazioni al Festival di Cannes per lo scorso anno hanno portato una ventata d'aria fresca nel nostro cinema, ventata che sembra quasi non volersi fermare. Arriva dunque nei cinema italiani un film uscito in sordina, certamente in tono minore rispetto ad altre uscite molto più sponsorizzate, diretto da un Roberto Andò che, ammetto la mia ignoranza, personalmente non conoscevo prima. IL cast internazionale contribuisce a dare fascino alla pellicola che vanta, nel ruolo di protagonista, della presenza di Toni Servillo nei panni del protagonista.
Un film che sin dal trailer pareva essere molto sorrentiniano, ambientato in un albergo di lusso pronto ad accogliere una sorta di G8 dell'economia: i grandi del mondo sono pronti ad approvare una manovra segreta con conseguenze pesanti per tutti i paesi del mondo. Tra questi è presente anche il presidente del Fondo Monetario Internazionale Daniel Roché che, dopo essersi confessato con il monaco Roberto Salus, viene trovato morto, apparentemente per un suicidio, la mattina seguente. Temendo che il defunto abbia rivelato il grande segreto che sta dietro la manovra economica al monaco, i grandi presenti al summit cominciano ad interrogarlo, cercando di ricostruire gli avvenimenti della notte precedente e tentando di far rompere al monaco il segreto del confessionale che egli tiene molto a preservare.
La presenza di un cast variegato, tra cui spiccano il già citato Toni Servillo e Daniel Auteuil, permette al regista di muoversi tentando di esplorare nel giusto modo tutti i personaggi che ruotano attorno alla vicenda. Da una parte sono interessanti gli avvenimenti successivi alla morte di Roché, che lasciano lo spettatore con l'idea di un complotto in atto volto ad avvantaggiare le poche persone più ricche al mondo a scapito non tanto di quelle che vivono in condizione di normalità quanto più che altro quelle più povere, mentre dall'altra esplora ciò che è stato nella notte precedente tra i due personaggi principali della vicenda. Il segreto del confessionale che il monaco mantiene a spada tratta davanti a tutti, ci viene svelato pian piano nel corso delle varie scene che riepilogano ciò che è successo nel corso della confessione, che non è un semplice confessare i propri peccati davanti al monaco e davanti a Dio - se siete credenti - quanto più che altro un pretesto per affrontare anche questioni morali, con il dialogo tra i due che spesso si spinge oltre per quel che riguarda gli argomenti.
Purtroppo però non siamo davanti ad un film perfetto, quanto, più che altro, ad un film interessante e nulla più: buono a livello cinematografico, interessante per quel che riguarda i dialoghi - che però spesso e volentieri sembrano andare un po' a vuoto, non riuscendo a colpire chi dovrebbe esserne colpito - ma con qualche passaggio a vuoto a livello di sceneggiatura che spesso e volentieri si tramuta in una sensazione di leggera nota da parte dello spettatore. Sicuramente c'è da considerare il fatto che in un film di un'ora e quaranta circa forse almeno un quarto d'ora sarebbe potuto essere tagliato, ma la cosa che più mi ha fatto storcere il naso è stata la sensazione di incompiutezza avuta alla fine della pellicola, che mi è parsa piuttosto sbrigativa, per quanto a livello di contenuti ci stesse perfettamente per ci che si era visto prima.
Voto: 6+
Negli ultimi tempi tempi sono abbastanza preso bene con il cinema italiano quindi cercherò di recuperare anche questo, pur incompiuto, film.
RispondiEliminaAnche io ultimamente sono preso benissimo: ho voglia di vederne molti e alla fine anche per questo, in qualche modo, ne è valsa la pena...
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