Equals di Drake Doremus (2015)
Titolo Originale: Equals
Regia: Drake Doremus
Sceneggiatura: Nathan Parker
Cast: Nicholas Hoult, Kristen Stewart, David Selby, Guy Pearce, Jacki Weaver, Toby Huss, Kate Lyn Sheil, Rebecca Hazlewood, Teo Yoo, Aurora Perrineau, Scott Lawrence, Bel Powley, Tom Stokes, Kai Lennox
Durata: 101 minuti
Genere: Fantascienza, Drammatico
Nel panorama cinematografico attuale, non si sa ancora bene per quale motivo, siamo ancora in piena ondata "futuri distopici" e anche se le uscite, dopo il termine della saga di "Hunger Games", sembrano essere drasticamente diminuite - l'insuccesso della saga di "Divergent" ne è stata una grande conferma - ogni tanto ci si riprova e i risultati, per poter dare un giudizio più o meno di valore, vanno toccati con mano. Stavolta, a differenza di altri esemplari di questo genere, siamo però di fronte ad un prodotto originale - nel senso letterale del termine, forse un po' meno nel senso comune del termine - e non ad una trasposizione di qualche romanzo molto in voga tra i ragazzini e quindi il cui successo sarebbe stato certamente più semplice. Inoltre, il cast, presenta un'attrice che personalmente poco sopporto come Kristen Stewart, arcinota per la saga di "Twilight", ma che nell'ultimo periodo è riuscita a ritagliarsi uno spazietto grazie alle interpretazioni in "Sils Maria" e in "Still Alice", ed un attore che ancora non sono riuscito ad inquadrare per bene come Nicholas Hoult, da me già visto in film come "Mad Max: Fury Road" e "Warm Bodies".
"Equals", presentato a Venezia 72, è il sesto lungometraggio per il regista Drake Doremus, forse uno dei primi ad arrivare in Italia. Ci parla di un futuro distopico in cui in una società chiamata Collective, vivono gli Equals, esseri umani totalmente incapaci di provare dei sentimenti. Tale caratteristica degli Equals è stata ottenuta grazie ad una serie di esperimenti genetici per creare una società senza alcun senso di violenza ed in grado di vivere in armonia ed equilibrio. A seguito del diffondersi di una nuova malattia, in qualcuno le emozioni vengono risvegliate e queste persone ricominciano a provare amore, depressione, odio e vengono allontanati dalla società e mai più rivisti. I due protagonisti della vicenda sono Nia e Silas, che dopo aver contratto la malattia ed essere rimasti nella società in maniera illegale, hanno un rapporto proibito che provocherà loro grandi problemi.
L'idea dell'azzeramento delle emozioni o comunque quella di inquadrare le persone in una determinata categoria non è certamente qualcosa di nuovo nel panorama cinematografico che vuole affrontare il genere distopico, per dire, i film della saga di "Divergent", in un modo leggermente diverso, affrontano più o meno lo stesso tema, anche se lo fanno in una maniera molto più vicina ad un pubblico giovane. L'idea del regista invece, con questo film, è quella di parlare ad ogni tipo di pubblico, cercando di condire la sua storia con qualche elemento di autorialità, ma servendosi di un cast che potesse, in qualche modo, "parlare" anche ad un pubblico più giovane. Nonostante i tanti buoni propositi, soprattutto nella prima parte, "Equals" finisce per diventare quasi un vero e proprio esercizio di stile fine a se stesso, con una trama che fatica a decollare e tenendo i ritmi della vicenda sempre molto bassi. Da un certo punto di vista c'è di positivo il fatto che si senta per davvero la freddezza della società che ci viene presentata, dall'altro la totale mancanza di empatia verso dei protagonisti freddi ed insensibili - perchè così sono costruiti - rende parecchio faticoso il fatto di interessarsi al film e al destino dei due personaggi.
E' per questo motivo che gli aspetti positivi della vicenda si contano sulle dita, con l'intera storia che viene sviluppata, in quasi tutta la sua durata, in maniera scialba e prevedibile, senza nessun guizzo e senza che la trama, ad un certo punto, prenda una direzione ben precisa che la porti verso degli argomenti interessanti. Alla fine del film si ha quasi la sensazione che il regista volesse puntare molto sulla "predestinazione" dell'amore, in cui i due personaggi, che non sanno cosa sia tale sentimento, finiscono per amarsi perchè sembrano proprio, in tutto e per tutto, essere fatti per stare assieme. Ed è proprio su un finale del genere che io mi incazzo maggiormente: passi una prima parte lenta e noiosa, pur con un suo significato, passi che i due si innamorano, ma il finale non passa proprio e in tal senso spero proprio di aver preso una cantonata nel dargli un'interpretazione che è del tutto personale.
Voto: 5-
Io invece l'ho trovato molto delicato, bello pure.
RispondiEliminaVa visto inquadrandolo con gli altri film del regista, messo quasi come a conclusione di una trilogia sull'amore.
Eh purtroppo questo è il primo film di Doremus che vedo. Potrebbe anche essere l'ultimo...
EliminaSembrano quasi tutti d'accordo nel dire che fa schifo :/ sto quasi pensando di saltarlo a pié pari...
RispondiEliminaPer me non ti perdi nulla, però mai dire mai.
EliminaIl film più noioso visto quest'estate.
RispondiEliminaMi addormento al solo pensiero di doverci scrivere una recensione... complimenti per avercela fatta. ;)
DOvevo parlarne, mica che qualcuno desiderasse trovare metodi alternativi per addormentarsi secco sul divano!
Elimina