MINISERIE - The Night of
(miniserie)
Episodi: 8
Creatore: Steven Zaillian, James Marsh
Rete Americana: HBO
Rete Italiana: Prossimamente su Sky Atlantic
Cast: John Turturro, Riz Ahmed, Bill Camp, Peyman Moaadi, Poorna Jagannathan, Sofia Black D'Elia, Frank L. Ridley, Glenne Headly, Jeannie Berlin, Amara Karan, Michael K. Williams, Jeff Wincott, David Chen, Lord Jamar, Ariya Ghahramani, Ben Shenkman, Syam Lafi, Max Casella, Chip Zien, Paul Sparks, J. D. Williams
Genere: Thriller, Drammatico
Non è che nel corso dell'estate finita ormai da una settimana abbia seguito molte delle serie che avevo intenzione di seguire, ma, tra gli appuntamenti clou annunciati dalle reti televisive americane, nella fattispecie HBO, c'era "The Night of", miniserie basata sulla serie britannica "Criminal Justice" che doveva essere mandata in onda già nel 2012, ma che, per via di molte contingenze tra cui la morte dell'attore protagonista James Gandolfini è stata rimandata fino all'estate del 2016. Una serie trasmessa da una delle reti di punta della televisione via cavo americana, affidata a grandi nomi della regia e della sceneggiatura come Steven Zaillian e James Marsch e che si avvale di un cast tra i quali figurano Riz Ahmed, visto come spalla di Jake Gyllenhaal in "Nightcrawler - Lo sciacallo", e il notissimo John Turturro, che dopo aver partecipato in moltissime commedie con Adam Sandler - sembrava quasi essere il suo caratterista personale - ha iniziato a dare nuova linfa alla sua carriera, prima dirigendo "Gigolò per caso", film di gran classe, ma non particolarmente convincente a mio modo di vedere, e recitando in "Mia madre" di Nanni Moretti.
"The Night of" si presenta al pubblico come una normale crime story: il protagonista Nasir Khan, interpretato da Riz Ahmed, prende il prestito il taxi di suo padre per farsi un giro nella notte di New York. Dopo aver ospitato come passeggera un'avvenente ragazza, decide di passare la notte con lei, finendoci a letto, per trovarla poi, la mattina dopo, morta in seguito a numerose coltellate. Tutti i sospetti cadono su Nasir, addosso al quale viene trovata anche l'arma del delitto, ma nessuno sa veramente cosa sia successo, nemmeno lo stesso Nasir, nonostante la scena del crimine e le circostanze ad essa collegate siano piuttosto eloquenti. Ciò che stupisce di questa miniserie di HBO non sta dunque nella trama, che si districa sapientemente tra indagini e il caso giudiziario che ruota attorno al protagonista, quanto più che altro nel mostrarci come opera il sistema giudiziario americano e quali effetti questo possa avere su chi, colpevole o innocente, venga accusato di aver compiuto qualche crimine.
La narrazione, pur procedendo in maniera lenta e ragionata, non risulta mai abbastanza lenta da essere stucchevole o fastidiosa, ma anzi, riesce, nonostante i ritmi non siano particolarmente alti, a non annoiare mai lo spettatore. La cosa che però stupisce maggiormente sono i dialoghi che si svolgono tra i diversi personaggi coinvolti nella vicenda, nei quali un John Turturro probabilmente al top della forma si trova particolarmente a suo agio. A far aumentare di valore questa serie, oltre ad un comparto tecnico di livello elevatissimo, è la continua suspense che si crea attorno al protagonista Nasir, per il quale prima empatizziamo fortemente - d'altronde all'inizio siamo tutti convinti che non sia stato davvero lui ad uccidere la ragazza, lo dicono gli schemi di qualsiasi crime story -, poi dubitiamo fortemente e poi, indipendentemente dal verdetto della giuria, non riusciamo più per davvero a prendere in simpatia.
Il grande protagonista della vicenda non è dunque nè Nasir, nè il caso di omicidio, nè tanto meno l'avvocato John Stone; quanto più che altro il sistema giudiziario americano e il suo scorrere inesorabile: a causa di questo Nasir si ritroverà in prigione e, entrando da uomo innocente o presunto tale - tanto che nemmeno lui sembra saperlo veramente - si ritrova a diventare un vero e proprio criminale, rinnegato persino dalla propria madre che, ad un certo punto, smetterà di credere nella sua versione dei fatti. E' un bene dunque che per un prodotto così di successo la rete americana non abbia deciso di ordinare una seconda stagione: gli otto episodi di questa miniserie sono perfettamente autoconclusivi e non è necessario nè proseguire la storia nè, tanto meno, creare una serie antologica sulla base di questi otto episodi. Ciò che abbiamo visto va bene, anzi benissimo, così. Non c'è davvero bisogno di altro.
Voto: 8+
wow, mi sa che mi piacera°!
RispondiEliminaFigatissima!
RispondiEliminaAvevo però sentito di voci riguardanti la possibilità di una stagione 2, anche se non so se con gli stessi personaggi o con una storia tutta nuova..
Ne sto leggendo bene ovunque.
RispondiEliminaE' in rampa di lancio, speriamo non mi deluda.