E' solo la fine del mondo di Xavier Dolan (2016)

Canada, Francia 2016
Titolo Originale: Juste la fin du monde
Regia: Xavier Dolan
Sceneggiatura: Xavier Dolan
Cast: Nathalie Baye, Vincent Cassel, Gaspard Ulliel, Léa Seydoux, Marion Cotillard, Antoine Desrochers
Durata: 90 minuti
Genere: Drammatico


Con considerevole ritardo rispetto all'uscita nei cinema italiani, dato che per poterlo vedere ho dovuto aspettare la disponibilità del film in versione home video, arriva la recensione dell'ultimo lavoro di Xavier Dolan, sesto film per il talento canadese di soli 28 anni che arriva dopo l'enorme successo di "Mommy", risultato su questo blog come uno dei film più amati del 2015. L'idea nei prossimi tempi, magari facendo un qualcosa anche a stretto giro, è quella di recuperare tutti i film del regista, dato che alle mie visioni mancano proprio i primi quattro film, mentre ho iniziato a seguire Dolan solamente dopo la visione di "Mommy", senza però mai avere la possibilità di recuperare i suoi film precedenti.
Con "E' solo la fine del mondo", si ritorna in qualche modo a parlare di rapporti familiari: Louis, interpretato da Gaspard Ulliel ("Hannibal Lecter - Le origini del male"), è uno scrittore, malato terminale, che decide di ritornare dalla sua famiglia dopo dodici anni di lontananza per annunciare loro il suo triste destino. Tutti i componenti della famiglia reagiscono in modo diverso alla sua notizia, mettendo in luce tutte quelle motivazioni che hanno spinto Louis ad andarsene. Siamo davanti ad un film dialogato, che non ha una vera e propria trama, di quelli con cui si può fare il tipico parallelismo con lavori come "Carnage", del quale però si perde totalmente tutta la componente commediale e spensierata. E' il secondo film di Xavier Dolan che vedo nella mia vita - e vorrei vedere anche gli altri quattro che mi mancano - ma posso dire con certezza che entrambi, alla fine, sono riusciti a spezzarmi il cuore in mille pezzi.
Ciò che appare subito chiaro allo spettatore, nel momento in cui Louis torna finalmente in contatto con la sua famiglia, è il fatto che ci sia qualcosa di insensato, forse di istintivo, che ha spinto questa a disgregarsi in questo modo. Abbiamo da una parte Suzanne, interpretata da Léa Seydoux ("La bella e la bestia", "La vita di Adele"), sorella minore che praticamente non ha mai conosciuto Louis, ma per il quale prova una sorta di affetto incondizionato, mentre dall'altra Antoine, il fratello maggiore interpretato da Vincent Cassel ("Il racconto dei racconti", "Il cigno nero"), da sempre invidioso di Louis, colpevole di attirare sempre le attenzioni della famiglia su di sè. Un po' in disparte sta sua moglie Catherine, interpretata da Marion Cotillard ("Allied - Un'ombra nascosta", "Due giorni, una notte"), mentre a tentare di tenere le redini della famiglia, magari sperando di ricostruire un rapporto, un dialogo mai nato, c'è la madre Martine, interpretata da Nathalie Baye ("Prova a prendermi").
Una sequela di dialoghi di cui spesso e volentieri si fa fatica a percepirne il significato, proprio perchè di significato vero e proprio non ne hanno nemmeno le motivazioni del distacco. E se le inquadrature, che soprattutto all'inizio giocano molto sul riprendere le scene dall'alto, mentre alla fine vediamo moltissime riprese ad un livello inferiore rispetto ai volti dei protagonisti, è proprio la sceneggiatura ad essere in grado di rimanere ben fissa nella mente dello spettatore, che da questa visione, comunque l'abbia affrontata, è facile che ne esca emotivamente distrutto.

Voto: 7,5

Commenti

  1. bellissimo, mi è piaciuto molto, io ho visto diversi film di Dolan, ma ovviamente non tutti, cercherò di recuperare anche io ^_^

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  2. Hai perfettamente ragione: da ogni film di Dolan si esce distrutti, spossati, perchè il coinvolgimento emotivo è davvero enorme. Ed è un gran merito, che fa passare in secondo piano le lacune di stile e tecnica di un regista neppure trentenne, autodidatta, che spesso "esagera" nel narcisismo ma regala momenti unici di grande cinema.

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