Ring 0: The Birthday di Norio Tsuruta (2000)
Giappone 2000
Titolo Originale: リング0 バースデイ Ringu 0 - Bāsudei
Regia: Norio Tsuruta
Sceneggiatura: Kôji Suzuki
Cast: Yukie Nakama, Seiichi Tanabe, Kumiko Aso, Yoshiko Tanaka, Ryûji Mizukami, Takeshi Wakamatsu, Kaoru Okunuki, Daisuke Ban, Tsukasa Kimura, Junko Takahata, Masako
Durata: 95 minuti
Genere: Horror
Dopo aver raccontato la storia del demone Sadako, che colpiva le sue vittime dopo che esse avevano guardato una spaventosissima videocassetta, in "Ring" e nel suo seguito "Ring 2", anche i giapponesi cascano nella tentazione - che dal 2000 ad oggi è diventata tutta americana - di girare un prequel che spiegasse le origini di Sadako, o, ancora meglio, la storia di una bambina rifiutata dai genitori, gettata e chiusa in un pozzo che, misteriosamente continua a colpire le persone dall'oltretomba. Insomma, l'idea che sta alla base di questo prequel è quella di girare uno spiegone, un'idea che già era stata il grosso punto debole di "Ring 2" - il tentare di spiegare cose facendo perdere buona parte del fascino del film per lo spettatore - e che qui viene portata all'ennesima potenza.
In realtà la cosa non sarebbe un male a livello assoluto, se solo il film non fosse girato in una maniera che si discosta in maniera piuttosto evidente rispetto agli altri due capitoli della saga e per la quale si vede il totale cambio di mano che c'è tra Norio Tsuruta e l'Hideo Nakata regista dei primi due film. Un cambio di mano che alla fin fine dà relativamente fastidio. Invece da lodare il tentativo da parte di regista e sceneggiatore di scavare nell'animo umano di Sadako, cercando di riabilitarla come persona e di dare una giustificazione alla spirale di odio in cui è caduta, odio che poi è stato riportato all'interno della videocassetta assassina che noi tutti conosciamo.
Purtroppo nonostante le poche cose buone che si vedono in questo prequel, la sensazione è un po' quella di ritrovarsi davanti a qualcosa di già visto, una risoluzione piuttosto banale di una vicenda che con il primo capitolo era riuscita a terrorizzare lo spettatore con quel suo ritmo glaciale e con un modo di costruire la tensione davvero intrigante. Terrore che siamo ben lontani dal provare in questa chiusura del cerchio e tensione che non si innalza mai dai tipici livelli di guardia e per il quale, purtroppo, l'effetto dovuto alla "spiegazione" della vicenda è quello che un po' tutti temono quando in un horror si mostra troppo: la tensione e il fascino della vicenda calano in maniera clamorosa.
Voto: 5
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