Steve Jobs (2015)

USA 2015
Titolo Originale: Steve Jobs
Regia: Danny Boyle
Sceneggiatura: Aaron Sorkin
Cast: Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels, Katherine Waterston, Michael Stuhlbarg, John Ortiz, Sarah Snook, Perla Haney-Jardine
Durata: 122 minuti
Genere: Drammatico, Biografico

Da ingegnere informatico che sviluppa software presso una famosa banca online - sono ancora in stage, tranquilli, non ho l'indeterminato! - la figura di Steve Jobs è sicuramente mitologica anche se personalmente lo conosco principalmente in qualità di "pubblicitario", se così lo si può definire, più che come informatico quale era. Non sarà certo un caso che la gente che compra Apple - di cui non sono fan essendo un utente Android - sappia quanto il sistema creato dal suo capoccia sia effettivamente solido e difficilmente accessibile dall'esterno, solidità che si rispecchia anche sul prezzo che viene dato a tutti i suoi prodotti. L'utente Apple però - così come fa anche l'utente Android medio - compra per altri motivi, ovvero quei motivi per cui il buon e compianto Steve Jobs era un maestro, ovvero nel creare attesa nel pubblico per il lancio di un nuovo prodotto, prodotto che spesso e volentieri rimaneva segreto e di cui pian piano si svelavano sempre nuovi dettagli, in modo che il pubblico rispondesse in maniera positiva ad una campagna pubblicitaria che funzionava e funziona ancora a meraviglia. Poi Steve Jobs ha fatto un errore enorme. O meglio, io quell'errore non lo imputerei a lui, quanto più che altro alla massa di pecoroni che ripete la stessa frase senza nemmeno saperne il significato. Quello "Stay hungry, stay foolish è diventata una frase talmente inflazionata ed usata a sproposito che mi viene voglia, ogni volta che la leggo o la sento dire, di tagliare dita o corde vocali a chi la pronuncia, il più delle volte senza nemmeno saperne l'autore. Per non parlare poi di quelli che C'HANNO I SOLDI, si comprano un Mac solo perchè la frase già citata è bella, e poi non sanno nemmeno come si legge il conteggio dei caratteri su un documento di testo - cosa veramente capitatami quando dovevo pubblicare un articolo sul giornalino del mio paese e la persona coinvolta mi scrisse "scusa ma sul programma che ho sul Mac non si può leggere il conto dei caratteri"... sì, come no, ancora un po' il Mac ti fa il caffè e non ti fa leggere il numero dei caratteri... sei tu che sei incapace e ce l'hai solo perchè C'HAI I SOLDI e puoi dire in giro di avere il Mac -.

Digressione e sfogo informatico a parte, lo "Steve Jobs" scritto da Aaron Sorkin, diretto dal regista inglese Danny Boyle e interpretato da un bravissimo Michael Fassbender è un film che prende tre momenti fondamentali per la storia della Apple, tre lanci di prodotti particolarmente importanti per la storia dell'azienda, svelandone i retroscena di ciò che succedeva dietro le quinte nel teatro in cui si svolgeva la presentazione. E' così che il lanci del Macintosh 128K nel 1984, del NeXT Computer nel 1988 e i momenti di difficoltà vissuti dalla società nel 1998 con una specie di rivoluzione al suo interno diventano un pretesto, un buono ma di certo non ottimo pretesto, per raccontarci un po' il carattere di un uomo visionario, geniale, che però dietro le quinti viene dipinto come un grandissimo stronzo, anche se non si sa quanto di queste tre sequenze sia reale e quanto non lo sia.

Diciamo che a priori ciò che mi aspettavo dalla pellicola fosse qualcosa di decisamente diverso: avevo pensato ad un nuovo biopic sulla figura dell'informatico più famoso del mondo, invece la scelta di narrare solo tre momenti fondamentali della sua vita, per quanto azzeccata per non fare il solito biopic, mi ha abbastanza sorpreso. Non mi è difficile credere che Steve Jobs fosse in realtà come viene ritratto nella pellicola, così come non mi è difficile credere che un uomo così abbia raggiunto il successo che ha avuto. Il perfezionismo che contraddistingueva Steve Jobs ci viene fatto passare per stronzaggine, stronzaggine che si nota benissimo nel marasma di dialoghi veloci e pungenti scritti da Aaron Sorkin - cosa in cui il famoso sceneggiatore è sempre pazzesco -, dialoghi che purtroppo appiattiscono un o' il contributo registico di Danny Boyle, per una pellicola che probabilmente non necessitava di un regista che facesse i numeri con la macchina da presa, anche se qui qualcosa di interessante lo si vede comunque.

In tutto ciò vediamo che le interpretazioni dei protagonisti sono davvero di altissimo livello. In primis Michael Fassbender è bravo nel ruolo di Jobs e a tratti gli assomiglia pure e certamente siamo a livelli ben superiori rispetto a quello interpretato da Ashton Cutcher in "jOBS". In secundis anche l'interpretazione di Kate Winslet nei panni di Johanna Hoffman è di alto livello, anche se personalmente penso che ci sia qualcosa di sbagliato quando per un biopic viene premiato l'attore non protagonista e non il protagonista. La verità dei fatti è però che quest'anno probabilmente l'attrice non abbia rivali credibili che la possano contrastare e che quindi ciò che è successo ai Golden Globe si potrebbe ripetere anche alla serata di premiazione degli Oscar, alla quale dalle mie parti ci stiamo preparando con grandissimo interesse!

Voto: 7

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