La notte del giudizio - Election Year di James DeMonaco (2016)
Titolo Originale The Purge: Election Year
Regia: James DeMonaco
Sceneggiatura: James DeMonaco
Cast: Frank Grillo, Elizabeth Mitchell, Mykelti Williamson, Joseph Julian Soria, Betty Gabriel, Terry Serpico, Edwin Hodge, Kyle Secor, Liza Colón-Zayas, Jared Kemp, Ethan Phillips, Couper
Adam Cantor, Christopher James Baker, Brittany Mirabile, Raymond J. Barry, Naheem Garcia, Christy Coco
Durata: 105 minuti
Genere: Azione, Thriller
Quando ormai quattro anni fa uscì "La notte del giudizio", film che avevo detestato dall'inizio alla fine, non avrei mai immaginato che il lavoro di James DeMonaco, che partiva da un'idea buonissima come quella di ambientare la sua storia in un futuro distopico in cui una notte all'anno i nuovi padri fondatori degli Stati Uniti permettono ogni tipo di crimine compreso l'omicidio, sarebbe diventato una saga con un buon successo di pubblico, soprattutto negli Stati Uniti, in grado di racimolare un buon quantitativo di danaro al botteghino e soprattutto di creare un universo cinematografico, in fin dei conti, abbastanza interessante. E' così che con "Anarchia - La notte del giudizio" il franchise migliora: DeMonaco cresce vistosamente come regista e oltre che dal pubblico che già lo aveva premiato con il primo lavoro, comincia ad ottenere approvazioni anche dalla critica. Pur ammettendone il visibile miglioramento rispetto al suo predecessore, anche questo secondo capitolo non è che mi avesse convinto particolarmente.
Ovviamente, nell'anno in cui si svolgeranno le elezioni negli Stati Uniti che vedranno contrapposti parrucchino Donald Trump e Monica Lewinsky Hillary Clinton, non poteva mancare un nuovo capitolo di questa interessante saga, anch'esso ambientato nell'anno in cui si svolgono le elezioni, con la senatrice Charlie Roan, interpretata dalla Juliet di "Lost" Elizabeth Mitchell", che si candida alla presidenza del suo paese per abolire definitivamente lo sfogo annuale, nel quale tutta la sua famiglia perse la vita quando era ancora adolescente. Con i nuovi padri fondatori che continuano a sostenere il valore dello sfogo annuale, la senatrice diventerà il bersaglio di un attentato alla sua vita, proprio durante quella notte, per opera dei politici al potere. Verrà protetta dalla sua guardia del corpo Leo Barnes, interpretato da Frank Grillo.
La sensazione che ho avuto subito dopo essere uscito dalla sala cinematografica ormai un paio di settimane fa - sì, ho aspettato molto per parlarne, lo so - è stata quella che questa serie di film stia, pian piano, andando migliorando. Innanzitutto l'allora esordiente regista James DeMonaco ha un po' affinato la sua tecnica, rendendo la sua regia più intrigante e le immagini sempre più interessanti, nonostante lo stile piuttosto grezzo che però ben si accosta con quello che è lo svolgimento del film. In secondo luogo è la trama che si fa secondo me molto più intrigante: se il primo lavoro era un semplice film di sopravvivenza, il secondo, spostandosi sulle strade, aveva assunto un valore quasi politico, ma con il terzo lo sfogo annuale diventa quasi una religione e viene fatto vedere molto bene come chi crede nel potere dello sfogo punti a dare un valore purificatore alla cosa, organizzando addirittura un'improbabile messa con tutti i nuovi Padri Fondatori - da qui tra l'altro deriva il titolo originale "The Purge", la purga - in cui mettere in scena un grande sacrificio.
Non si parla solamente della candidatura di Charlie Roan e della sua lotta per sopravvivere a questa folle notte per poi, una volta vinte le elezioni, abolirla. Anche le storie secondarie con cui i nostri protagonisti si incrociano diventano un minimo interessanti, tanto che si rischia di affezionarsi di più al proprietario di un negozio come Joe Dixon, interpretato da Mykelti Williamson, piuttosto che ai due protagonisti. Assumono ancora valore di grande interesse le maschere che i folli personaggi che incontriamo durante questa notte, totalmente depersonalizzati, indossano, ovviamente ispirate alla storia degli Stati Uniti, con maschere come quella di Abraham Lincoln o una ritraente la statua della libertà, ovviamente tutte in chiave un po' più inquietante. Non siamo davanti al film del secolo così come non siamo davanti nemmeno ad una saga particolarmente interessante, ma il tema, con il passare dei film, inizia ad essere trattato con più intelligenza e ad essere diretto con più qualità. Ora, però, non è che bisogna andare avanti per altri cinquanta capitoli... if you know what I mean.
Voto: 6+
ti dirò, il primo non ne ho visto nessuno di questi Purge, ma da come ne parlano - e ne parli pure te - di questo terzo sono tentato di vedermeli.
RispondiEliminaPuoi dargli un'opportunità, in fin dei conti. Non sono film trascendentali, ma hanno dei buoni spunti di partenza.
EliminaLa recitazione da cagna maledetta della protagonista mi ha distrutto l'evidente potenziale, peccato.
RispondiEliminaA me più che lei in sè - che mi piace anche abbastanza - ha dato fastidio il suo doppiaggio.,..
EliminaUn finale che però può aprire ad un quarto capitolo della vicenda davvero interessante. SPeriamo in bene
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