La pazza gioia di Paolo Virzì (2016)
Titolo Originale: La pazza gioia
Regia: Paolo Virzì
Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Virzì
Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Marco Messeri, Anna Galiena, Tommaso Ragno, Bob Messini, Sergio Albelli, Marisa Borini, Simone Lenzi, Luisanna Messeri
Durata: 118 minuti
Genere: Commedia, Drammatico
Stiamo elogiando ormai da tempo quello che è il grande stato di forma del cinema italiano, cinema che soprattutto quest'anno e quello passato ha saputo regalarci film di ottimo livello, alcuni indimenticabili, altri ottimi, altri sorprendenti e in grado di sperimentare qualcosa di nuovo, soprattutto a livello di tematiche e di stile, vedi gli esempi di "Veloce come il vento" e di "Lo chiamavano Jeeg Robot". Lo scorso anno però, con la partecipazione del fantastico trio composto da Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone al Festival di Cannes ci stavamo chiedendo tutti perchè questi magnifici tre non fossero diventati quattro, con la presenza di Paolo Virzì, un altro grande del nostro cinema , autore prevalentemente di commedie che però vogliono affrontare temi profondi e di attualità, come ad esempio è "Tutta la vita davanti". Il D'Artagnan della situazione però ha deciso di far uscire il suo film all'inizio di questa annata, film che io sono riuscito a recuperare solamente di recente, grazie all'uscita in home video.
"La pazza gioia" ci narra l'avventura di Beatrice, donna che si atteggia a gran signora che vive a Villa Biondi, nei dintorni di Pistoia, un centro che ospita donne affette da disturbi mentali. Quando fa il suo ingresso nella comunità Donatella, questa verrà subito presa in simpatia da Beatrice, con la quale inizierà a confidarsi e inizierà a formarsi un sempre più profondo legame di amicizia. Riuscite a fuggire in maniera abbastanza casuale dalla comunità, le due protagoniste cominceranno un'avventura intorno alla Toscana, durante la quale diventeranno sempre più frequenti le confidenze di Donatella riguardo la sua delicata situazione familiare. "La pazza gioia" ci dimostra ancora una volta quanto, spesso e volentieri, non ci sia bisogno di un'idea particolarmente geniale alla base per creare un film solido e coinvolgente: la trama di per sè non è parecchio originale, non lo è tanto meno la realizzazione della pellicola, che segue schemi piuttosto convenzionali, quanto più che altro l'idea di far emozionare lo spettatore in maniera non banale, portandolo a provare empatia verso uno o l'altro personaggio, divertendosi con lui e commuovendosi per quella che è la sua storia.
La potenza del cinema di Virzì secondo la mia opinione sta tutta qui: storie semplici, talvolta anche divertenti - a memoria mi viene in mente come eccezione "Il capitale umano", unico film che non provoca nessuna emozione positiva nello spettatore -, in grado di mandare un messaggio profondo, in cui chiunque potrebbe riuscire ad identificarsi. Una semplicità che si vede anche da questo film, che alterna momenti di spensieratezza da parte delle due quasi "ingenue" protagoniste, con le quali sin dal principio appare complicato identificarsi per via del loro disturbo mentale, ma che alla fine non fanno nè più nè meno di ciò che farebbe una persona normale in una situazione del genere, che è comunque anormale. Ed è interessante come la storia di Donatella venga fuori pian piano, in maniera progressiva ma sempre più straziante, fino ad una rivelazione finale che colpisce lo spettatore con tutta la sua pesantezza.
Ci siamo dal punto di vista della narrazione, ci siamo dal punto di vista della regia, ci siamo pure per quel che riguarda le due protagoniste: Beatrice è interpretata da una Valeria Bruni Tedeschi veramente bravissima e credibile sia nel ruolo di finta nobildonna, sia nel ruolo di donna affetta da un disturbo mentale, tanto da mettere nel suo atteggiamento tutte quelle sfaccettature che da una parte renderebbero credibile la sua appartenenza all'alta società, mentre dall'altra fanno capire quanto questa paventata nobiltà sia tutta "inventata", ma lei ci crede veramente. Un'interpretazione talmente buona da offuscare quasi quella di Micaela Ramazzotti, attrice per la quale spesso e volentieri perdo obiettività per quanto la stimo, ma che qui, pur con una buona interpretazione in grado di mettere nel suo personaggio tutte le sue insicurezze e il suo squilibrio - che più che mentale è quasi uno squilibrio a livello emozionale - non riesce ad eguagliare quella della compagna nonostante il suo personaggio sia quello a tutti gli effetti più interessante.
Voto: 8
Grande film e una Valeria Bruni Tedeschi davvero pazzesca e per cui impazzire. :)
RispondiEliminaAnche per me qui Micaela Ramazzotti è leggermente più sotto tono al confronto, ma forse è solo perché la collega ha tirato fuori una performance difficile da eguagliare.