Prisoners (2013)

USA 2013
Titolo Originale: Prisoners
Regia: Denis Villeneuve
Sceneggiatura: Aaron Guzikowski
Cast: Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Maria Bello, Terrence Howard, Paul Dano, Viola Davis, Melissa Leo, Mike Gassaway, Dylan Minnette, Len Cariou, Wayne Duvall, Brad James
Durata: 153 minuti
Genere: Thriller

La trama in breve: In una piccola cittadina della Pennsylvania, la famiglia Dover e la famiglia Birch vengono sconvolte dalla scomparsa delle loro figlie più piccole, Anna e Joy, durante i festeggiamenti per il Ringraziamento. Keller, il padre di Anna, non fiducioso verso le forze dell'ordine, decide di iniziare la ricerca del colpevole da solo, parallelamente alle indagini del detective Lokee.

Lo dico subito tanto per tagliare la testa al toro senza girarci troppo intorno. Questo, secondo me, è il thriller dell'anno. E forse forse non solo di quest'anno, ma anche di qualche anno precedente. Era assolutamente inutile girarci intorno quindi tanto valeva sbattervi subito la verità in faccia. Chi l'ha visto è per caso d'accordo con me? E chi non l'ha ancora visto, gli è venuta voglia di vederlo? Io quanto meno ci provo a farvela venire.

Prendiamo ad esempio gli attori protagonisti. La storia si barcamena tra la visione del personaggio di Keller Dover, interpretato da Hugh Jackman, e quella del Detective Lokee, interpretato da Jake Gyllenhaal. Non sono un gradissimo fan di Hugh Jackman, l'ho apprezzato moltissimo in "The Prestige" (dove però bisogna ammetterlo, veniva aiutato da un magistrale Christian Bale) e abbastanza nel recente "Les Miserables". Per il  resto la sua carriera cinematografica non è che mi entusiasmi particolarmente. Jake Gyllenhaal invece mi è sempre piaciuto particolarmente, soprattutto dopo il capolavoro "Donnie Darko", ma anche, perchè no, in "I segreti di Brokeback Mountain" assieme al compianto Heath Ledger. Ultimamente l'ho un po' perso di vista e per questo, anatema su di me! Entrambi in scena in questo film, sono una vera bomba. Li vedi da soli in questo film e pensi "bene!", ma quando li vedi assieme quelle volte nelle due ore e mezza di questa pellicola pensi "wow!". La loro interpretazione non è quella solita (nella quale il film poteva cadere) in cui uno è l'eroe "muscoli e pistole" che fa di tutto per recuperare la figlia, mentre l'altro è il detective dai sanissimi principi. La loro interpretazione è la più umana possibile, la più umana che potesse venirne fuori.

E questa umanità viene ulteriormente amplificata dalla bravura di Denis Villeneuve (regista che non conosco particolarmente) nel creare una tensione che non sempre è in salita nel corso del film, ma che ha il merito di non calare mai. Ma proprio mai. Se la sceneggiatura dunque è sì un qualcosa di già visto, nulla di nuovo sotto il sole, di sicuro la realizzazione dà quel quid in più per rendere questo film, per nulla "nuovo", in qualcosa di veramente grande e non dico godibile, ma molto molto di più, senza puntare a clamorosi colpi di scena (che mi piacciono e in genere vanno bene, sia chiaro), ma lasciandosi andare ad una storia piuttosto lineare, ma tesissima.

Un tre/quattro righe le vorrei sprecare per l'interpretazione di Paul Dano, che interpreta Alex Jones, primo indagato per la scomparsa delle due bimbe: io gli voglio abbastanza bene, soprattutto per le tue precedenti apparizioni, soprattutto in "Ruby Sparks" e in "Little Miss Sunshine", un po' meno per l'interpretazione in "Looper" e ho la sensazione che ti vorrò molto ma molto bene per il prossimo all'uscita (probabilmente in Italia arriverà nel 2014) "12 Years a Slave", terza opera dell'ottimo Steve McQueen, in odore di Oscar. Qui ha avuto il coraggio di interpretare, secondo me con la giusta vena, un personaggio disadattato, il cui cervello non sembra progredire con l'avanzare dell'età, che, per tutto il film e per tutte le volte che lo vediamo in scena, è intento a prendere sempre una fracca di botte da fare invidia agli avversari del Tyson dei tempi d'oro. Le prende da Hugh Jackman, le prende da Jake Gyllenhaal e le prende sempre sempre di santa ragione. Ci vuole anche coraggio per interpretare così e per essere ricordato per un personaggio del genere. E secondo me verrà ricordato.

Voto: 9-

Commenti

  1. assolutamente d'accordo.
    super thriller degli ultimi anni!
    (e recuperati pure i precedenti di villeneuve polytechnique e soprattutto la donna che canta)

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