La vita di Adele (2013)

Francia, Belgio, Spagna 2013
Titolo Originale: La Vie d'Adèle - Chapitres 1 & 2
Regia: Abdellatif Kechiche
Sceneggiatura: Abdellatif Kechiche, Ghalia Lacroix
Cast: Adèle Exarchopoulos, Léa Seydoux, Salim Kechiouche, Aurélien Recoing, Catherine Salée, Benjamin Siksou, Mona Walravens, Jeremie Laheurte, Alma Jodorowsky, Sandor Funtek
Durata: 172 minuti
Genere: Drammatico

La trama in breve: La ragazza adolescente Adele, che abita nella provincia di Lille, dopo la visione di sfuggita di una ragazza dai capelli blu, inizia a fare i conti con i desideri del proprio corpo. Lasciato il suo ragazzo, incontrerà di nuovo la ragazza dai capelli blu, di nome Emma, in un bar gay e con lei instaura un legame prima di amicizia poi di travolgente passione.

L'ultimo vincitore del Festival di Cannes doveva essere una visione che mi ero programmato di fare già un paio di mesi fa anche se poi, per un motivo o per l'altro non ho fatto in tempo a vederlo subito al cinema rimandandone la visione a quando avessi avuto il tempo e il modo di procurarmelo. Sapevo già vagamente cosa mi sarebbe aspettato, ma non pensavo che la potenza di questa pellicola mi investisse con la forza con cui mi ha investito. E' quasi come se fossi finito sotto un treno. Pazzesco!

Il regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche riesce a creare una storia che ti prende dal di dentro e, una volta che ci sei dentro, non ti molla più. La protagonista Adele viene seguita sulla scena quasi maniacalmente, con delle riprese che la mettono sempre al centro della vicenda senza mai staccarsi da lei. La storia poi spazia su almeno cinque o sei anni della sua vita, partendo dall'ultimo anno di liceo in cui la ragazza inizia a fare i conti con la sua sessualità, fino ad arrivare al periodo in cui lavora come insegnante in una scuola elementare.

Il tutto è visto soprattutto, ed è forse il grandissimo merito del film, con una leggerezza che però non vuole essere sinonimo di superificialità, tanto che le tre ore di film passano in un amen, senza nemmeno accorgersene e, lo dico anche a ragion veduta, con il desiderio di vedere di più (e la graphic novel da cui il film è tratto ha qualcosa di più da raccontarci, chissà che magari presto vedremo la seconda parte della storia...). 

In tutto questo vi è una ricerca maniacale del realismo, che si esplicita soprattutto nelle tanto discusse scene di sesso lesbo tra Adele ed Emma (la ragazza dai capelli blu). Inutile dire che le polemiche si sono sprecate, eppure anche se probabilmente sarebbero potute essere accorciate, alla fine il realismo della pellicola ne guadagna all'inverosimile. Anche perchè il regista decide di farci vedere tutto, ma proprio TUTTO.

E in una storia tanto bella non si può certo non menzionare la protagonista, interpretata dall'esordiente, bravissima e bellissima Adèle Exarchopoulos, che riesce a dare al suo personaggio tutto ciò che è necessario per fargli bucare letteralmente lo schermo. Un personaggio che mai si potrà dimenticare. E mentre le certezze stavano tutte dalla parte di Léa Seydoux, alla fine la mattatrice è proprio Adele. Adèle Exarchopoulos.

Voto: 9+

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