La storia della Principessa Splendente (2013)

Giappone 2013
Titolo Originale: かぐや姫の物語 (Kaguya-hime no monogatari)
Regia: Isao Takahata
Sceneggiatura: Isao Takahata, Riko Sakaguchi
Cast: Principessa Splendente, Anziano tagliatore di bambù, Signora moglie dell'anziano, Sutemaru, Principe Ishitsukuri, Principe Kuramochi, Ministro di Destra Abe
Durata: 131 minuti
Genere: Animazione

La trama in breve: Un anziano tagliatore di bambù trova, all'interno di un ramo di bambù, una bambolina vivente che, una volta portata a casa da sua moglie, si trasforma in un neonato. La bambina verrà accolta come una figlia dalla coppia e la cresceranno nel loro ambiente rurale, lontano dalla città. Quando però il tagliatore di bambù troverà una grandissima quantità di oro e dei vestiti preziosissimi, egli capirà che chi le ha dato in affidamento quella bambina, voleva per lei un futuro da principessa. Deciderà così di trasferirsi in città, per fare entrare la ragazza nell'alta nobiltà giapponese.

Studio Ghibli vuol dire qualità. Così come Studio Ghibli vuol dire amore per l'animazione, un'animazione molto vecchio stampo, tutta fatta a mano, ma in grado di far innamorare lo spettatore davanti a delle immagini spettacolari. Sempre o quasi sempre ha sfornato film di grande successo, come ad esempio successe lo scorso anno con "Si alza il vento", autentico capolavoro e film che segna il ritiro dalle scene dell'animazione giapponese per il maestro Hayao Miyazaki. La candidatura all'Oscar che sarebbe stato anche un premio giustissimo, lo ha visto soccombere sotto i colpi di "Frozen - Il regno di ghiaccio", film più che valido che ci ha lasciato in eredità una delle canzoni più odiose della storia. Stesso destino è costato quest'anno a "La storia della Principessa Splendente": candidato all'Oscar come miglior film d'animazione, ha perso ancora sotto i colpi della Disney, che con "Big Hero 6", per quanto mi riguarda, ha sfornato un film di assoluto livello.

Questa volta però lo Studio Ghibli, con "La storia della Principessa Splendente", si mette all'opera con una sceneggiatura non del tutto originale: non è la prima volta che lo fa, anche se questa volta si va direttamente ad attingere da quella che è la cultura popolare giapponese. Una storia molto lontana da quelle che sono le corde che è abituata a toccare la nostra cultura, ma che comunque offre degli spunti che sono presenti anche in moltissime pellicole occidentali. Innanzitutto i personaggi principali della storia, all'inizio, appartengono ad uno scenario rurale: ci viene presentato infatti un tagliatore di bambù che vive con sua moglie senza figli, che misteriosamente trova una strana bambolina vivente all'interno di uno dei bambù appena tagliati. Questa si trasformerà presto in una neonata, che crescerà molto più in fretta del normale. Nella sua infanzia la ragazza continua a vivere, assieme ai suoi coetanei, immersa nella natura, sotto l'ala protettrice del "fratellone" Sutemaru.

Il film cambia poi registro nella seconda parte, ovvero quando la ragazza viene portata in città: coloro che hanno affidato la bambina all'anziano tagliatore di bambù, evidentemente vogliono il meglio per lei, che deve vivere da Principessa quale è. Il tagliatore di bambù troverà moltissimo oro e degli abiti preziosissimi, che lo convinceranno a strappare la sua bambina alla vita a cui si era abituata, per elevarla. La sua vita però non cambierà in meglio: gli agi dati dalle ricchezze, le proposte insistenti di matrimonio da parte di personalità di spicco del periodo, non faranno altro che accentuare la nostalgia della Principessa Splendente verso la sua vita precedente. Le ricchezze e gli agi della sua vita da nobile non le si addicono, ma, d'altra parte, la ragazza non vuole nemmeno deludere suo padre, che ha fatto tanto per lei, allevandola con amore. Ed è proprio questo un altro dei temi interessanti della pellicola: la devozione verso un padre che, pur compiendo delle scelte sbagliate, le compie per amore di colei che è, a tutti gli effetti, sua figlia. La nobiltà che le viene conferita, si vede per tutto il film, inorgoglisce molto di più suo padre che lei, sulla quale egli riversa tutte le sue aspettative.

Pur essendo una pellicola validissima, "La storia della Principessa Splendente" non riesce ad essere il miglior film dello Studio Ghibli. Non ci ho visto, ad esempio, la stessa magia che ho visto ne "La città incantata" o in "Si alza il vento". Sono tre pellicole profondamente diverse tra di loro, tra le quali però si può fare un confronto più o meno sensato. Tra le altre cose lo stile dei disegni, con quel suo stile molto vecchio stampo e quasi stilizzato, si rivela abbastanza accattivante, ma un po' lontano da quelli che sono i miei gusti, che preferiscono di gran lunga lo stile di Miyazaki, rispetto a quello di Takahata (anche se finora questo è il suo unico film che ho visto).

Voto: 7,5

Commenti

  1. Mi è piaciuto molto, ma nelle considerazioni finali la penso come te

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  2. Purtroppo devo ancora vederlo :/ comunque finora il tuo è il giudizio più freddo che ho letto in giro.

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    1. Mettiamola cosí utilizzando una unità di misura strana. Non mi hanno mai lacrimato gli occhi, segno che non sono riuscito ad empatizzare al massimo con la protagonista. Cosa che con, ad esempio, Si alza il vento, mi è successa un bel po' di volte. Per il resto bello bello, ma, appunto, ho sicuramente visto di meglio eheh

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  3. Non l'ho visto, e non ne avevo mai sentito parlare...
    Ammetto che i cartoni animati che prediligo sono Disney!

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