LIBRI METROPOLITANI #14 - La porta delle tenebre di Glenn Cooper
Torna dopo una lunga pausa dovuta alla lettura di un libro che mi ha impegnato per più tempo del solito, la rubrica sui libri che leggo in metropolitana mentre vado al lavoro - e immagino che dal nome che ho dato alla rubrica e da quante volte vi ho spiegato il significato lo aveste capito - e oggi tocca al secondo romanzo di quella che attualmente è una trilogia scritta da Glenn Cooper, autore che io avevo approcciato con "La biblioteca dei morti", il suo primo romanzo, che non mi aveva particolarmente entusiasmato.
Recensione
Dopo aver terminato la lettura di "Dannati", una specie di thriller fantastorico che ci portava direttamente all'Inferno a conoscere i giochi di potere di tutte quelle persone - sovrani e non - che hanno messo a ferro e fuoco la Terra nel periodo in cui erano in vita, ecco che abbiamo a che fare con un seguito che sembra tanto un clone del suo predecessore solamente con dei numeri un po' più grandi rispetto agli inizi. Con "La porta delle tenebre" siamo davanti ad un romanzo che, in tutto e per tutto, rispecchia quelle che erano state le dinamiche del precedente semplicemente mettendoci davanti al fatto che quel magico teletrasporto verso l'Inferno chiamato MAAC - centro scientifico utilizzato per studiare la presenza di gravitoni - invece che teletrasportare due persone, ne trasporta ben 16, ampliando il suo raggio d'azione in punti casuali delle cittadine che stanno intorno.
Risulta dunque che come seguito di una trilogia che era iniziata bene, ma non benissimo, "La porta delle tenebre" non è proprio nulla di originale, così come non è nulla di eccezionale. Se non fosse che la lettura del romanzo scorre in maniera abbastanza veloce e che il tema sembra essere particolarmente interessante e, soprattutto, avere un potenziale per un capitolo conclusivo di livello medio-alto, probabilmente avrei abbandonato.
Voto: 5+
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