Storia di una ladra di libri (2013)
Titolo Originale: The Book Thief
Regia: Brian Percival
Sceneggiatura: Michael Petroni
Cast: Sophie Nélisse, Geoffrey Rush, Emily Watson, Ben Schnetzer, Joachim Paul Assböck, Kirsten Block, Sandra Nedeleff, Nico Liersch, Hildegard Schroedter, Rafael Gareisen, Oliver Stokowski, Carina Wiese, Barbara Auer, Heike Makatsch, Levin Liam, Matthias Matschke, Roger Allam
Durata: 130 minuti
Genere: Drammatico
La trama in breve: Durante la Seconda Guerra Mondiale, Liesel è una ragazza che viene abbandonata dalla madre e adottata da Hans e Rosa Hubermann. La ragazza, pur non sapendo leggere, ama moltissimo i libri, imparando pian piano a leggerli grazie ad Hans. Con lo scoppio della guerra però i nazisti decidono di bruciare i libri, colpevoli di avere inquinato la Germania, e la famiglia adottiva di Liesel decide di accogliere nella propria cantina Max, un amico di famiglia ebreo.
Arriva un momento nella vita di ogni cinefilo in cui deve fare i conti con la trasposizione cinematografica di un best seller. Quel momento nell'ultimo periodo sta arrivando almeno una volta al mese, con uscite cinematografiche prese da libri che, il più delle volte, io le guardo senza averli letti. Perchè vi chiederete voi? Perchè non amo particolarmente leggere. O meglio, mi piace leggere, ma non così tanto come guardare i film. Inoltre il romanzo di Markus Zusak da cui il film è tratto, "La bambina che salvava i libri", pare essere molto apprezzato dal pubblico, ma io non so se lo recuperò. Forse una recensione migliore la potrebbe scrivere qualcuno che ha letto il libro, ma io per questo blog non ho collaboratori quindi io parlo del film e del film soltanto.
E che dire del film? Diciamo che parlando di una storia importante ed utilizzatissima come quella del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale non è poi difficilissimo accalappiare il pubblico. A tutti piacciono i film sulla guerra, specialmente se raccontano una storia commovente, una delle tante storie umane che si sono susseguite in quegli anni. A me i film di guerra puri non sono mai piaciuti particolarmente, al contrario apprezzo molto le storie "di contorno" di solito. E la cosa che ho apprezzato di questo film è stato il prendere l'argomento di cui parla con un approccio abbastanza leggero, non tanto leggero quanto "La vita è bella", ma neanche pesante alla "Shindler's List".
L'idea di far fare da voce narrante alla Morte (che poi non ho mai capito perchè tutti la chiamino "Signora Morte" ma ogni volta ha una voce maschile), che immagino sia presente anche nel romanzo, è tanto carina quanto metaforica. Perchè è ovvio che quando parli della Seconda Guerra Mondiale devi parlare della morte, ma far narrare la storia mettendosi nei suoi panni si rivela una mossa quanto mai interessante. I personaggi funzionano nel modo corretto, la protagonista Liesel, interpretata da una brava Sophie Nélisse riesce bene nell'intendo di mandare il messaggio voluto dal film, tramite la sua innocenza e purezza. Anche Geoffrey Rush nei panni di suo padre, anch'egli perfetto e dai buonissimi sentimenti fa la sua bellissima figura.
Ciò che funziona di meno è tutto il comparto tecnico, che mi è piaciuto molto ma molto di meno rispetto alla trama. La regia di Brian Percival ad esempio risulta piuttosto operaia, nel senso che si limita ad inquadrare la scena senza elevare particolarmente il livello delle sue inquadrature sopra la media. Secondo me non è affatto un film imprescindibile di questo inizio 2014, ma secondo me chi lo vedrà non ne rimarrà di certo insoddisfatto, perchè la storia è bella e funziona.
Voto: 7-
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