La felicità è un sistema complesso di Gianni Zanasi (2015)

Italia 2015
Titolo Originale: La felicità è un sistema complesso
Regia: Gianni Zanasi
Sceneggiatura: Gianni Zanasi
Cast: Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Hadas Yaron, Filippo De Carli, Camilla Martini, Maurizio Donadoni, Teco Celio, Daniele De Angelis, Maurizio Lastrico, Paolo Briguglia, Domenico Diele, Matteo Martari
Durata: 117 minuti
Genere: Commedia

Le mie solite lunghe introduzioni quando si va a parlare di cinema italiano stanno ormai diventando dei clichè piuttosto evitabili, anche perchè, dopo il periodo parecchio buio vissuto dal cinema italiano, pare che ci siamo definitivamente risollevati, anche per quel che riguarda le commedie: se dal punto di vista del cinema drammatico stiamo ricominciando a dire la nostra quasi con prepotenza, la commedia rimaneva sin troppo relegata a macchiette come Checco Zalone - che tra l'altro nemmeno mi dispiace, a dispetto di coloro che lo criticano solo perchè un tamarro senza cultura, dimostrando di vivere in un mondo fatto di unicorni, dato che il tamarro senza cultura è il suo personaggio, mentre il buon Luca Medici ha dimostrato a più riprese di essere, in ogni caso, una persona intelligente -, o agli immancabili cine-panettoni, che sono una piaga sociale che prima o poi andrà estirpata - anche se, a discolpa del cinema italiano, da questo punto di vista anche la tanto amata America ha da proporci spesso e volentieri film di dubbio gusto, per lo più parodie dalla comicità parecchio dozzinale -, anche con la violenza, se necessario. Dicevamo che la commedia italiana sembra essere in ripresa, con una serie di proposte che vanno dall'ottimo "Smetto quando voglio" sino all'amarissimo "Perfetti sconosciuti", con in mezzo un mondo di commedie di medio livello che comunque hanno saputo far riflettere o ridere il pubblico nel corso degli ultimi anni.

"La felicità è un sistema complesso" è il quinto film da regista di Gianni Zanasi, regista che, ammetto candidamente la mia ignoranza, non conoscevo nemmeno di nome e che, alla fine della visione della pellicola devo dire che mi abbia particolarmente sorpreso. Il film parla di Enrico Giusti, interpretato da Valerio Mastandrea, che di lavoro convince gli imprenditori disinteressati alle sorti della propria azienda a vendere per evitare il fallimento e il licenziamento dei propri dipendenti. Insomma, il suo lavoro è un qualcosa che praticamente non esiste, tanto che nemmeno lui sa ben spiegare in che cosa consista. La sua vita cambia quando incontra Avinoam, interpretata da Hadas Yaron, fidanzata del fratello che a causa del suo abbandono si rifugia in casa del protagonista, fingendo addirittura il suicidio, e i due adolescenti Filippo Lievi e Camilla Lievi, interpretati rispettivamente da Filippo De Carli e Camilla Martini, rimasti orfani dopo la morte dei genitori imprenditori e trovatisi a capo della loro azienda da un momento all'altro.

La pellicola risulta essere una commedia piuttosto amara, che spinge sicuramente lo spettatore a riflettere sul mondo imprenditoriale e sui reali valori della nostra vita, cose che sembreranno banali, trite e ritrite, ma probabilmente non se ne parla mai abbastanza. Molti, guardando questo film, potrebbero aver storto un po' il naso proprio a causa di una narrazione che, seppur lineare a livello temporale, presenta uno stile parecchio strano, mostrandoci il susseguirsi degli eventi quasi come fossero concettualmente distanti l'uno dall'altro, senza dare troppe spiegazioni e senza preoccuparsi particolarmente di far comprendere tutto al pubblico. Non sono normalmente un amante di questo stile narrativo, ma qui la cosa assume grande significato e soprattutto, a differenza di tanti altri casi, è gestita davvero molto bene.

In secondo luogo la regia e la sceneggiatura di Gianni Zanasi funzionano particolarmente bene, mostrandoci tra le altre cose delle sequenze cinematografiche di alto livello - come ad esempio la scena appena prima del finale che ho letteralmente adorato -, giocando in maniera magistrale con una colonna sonora che spazia tra grandi classici firmati dai Rolling Stones, passando attraverso brani originali e arrivando alla già citata scena finale con il brano Victim dei Win Win che è spettacolare e mi ha fatto chiedere dove fossi nel 2012 quando uscì. Particolarmente apprezzata la performance recitativa di Valerio Mastandrea, che è praticamente diventato una garanzia, mentre, e qui viene uno dei difetti più grandi del film, almeno a mio parere, ho trovato agghiacciante quella del giovane Filippo De Carli, troppo impostato e per nulla spontaneo. "La felicità è un sistema complesso" non risulta dunque essere un film di facilissimo approccio, ma dimostra ancora una volta quella voglia del cinema italiano di sperimentare, di provare qualcosa di nuovo. Dire che "stiamo tornando" ormai è fuori tempo massimo: il cinema italiano è tornato assolutamente!

Voto: 7,5

Commenti

  1. A me manca una mezz'oretta, però non mi faceva impazzire, nonostante la bella confezione.

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    1. Beh, ora che immagino ce lo avrai finito attendo di leggerne un tuo commento!

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  2. la parte inziale e l'intento mi era pure piaciuto, è la gestione registica e la parte finale che non mi ha convinto..

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    1. La parte registica invece a me è piaciuta davvero molto, così come il finale...

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  3. Pure per me una gran bella sorpresa. E raramente, in mezzo a film tutti fatti con lo stampino, è una cosa successa, almeno di recente. La cosa che mi è piaciuta di più è proprio il suo stile (anti) narrativo, che svela le cose poco alla volta. E poi naturalmente la colonna sonora!

    In effetti il ragazzo, Filippo De Carli, non è un grande attore. Anzi, è difficile considerarlo un attore... :)

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    1. Filippo De Carli unica nota davvero dolente del film, per il resto invece piena promozione!

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