Alien Covenant di Ridley Scott (2017)
USA 2017
Titolo Originale: Alien: Covenant
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: John Logan, Dante Harper
Cast: Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride, Demián Bichir, Carmen Ejogo:, Amy Seimetz, Jussie Smollett, Uli Latukefu, Callie Hernandez, Tess Haubrich, Nathaniel Dean, Alexander England, Benjamin Rigby
Durata: 122 minuti
Genere: Fantascienza
Ho volutamente deciso in questa rassegna dedicata alla saga di Alien di saltare i due capitoli del crossover "Alien vs. Predator" - per magari riprenderli il prossimo anno quando pare uscirà anche un reboot della saga di "Predator" che mi piace moderatamente anche se meno di quella che ho appena concluso - e così dopo avervi narrato le gesta di Ridley Scott in "Alien", quelle di James Cameron in "Aliens - Scontro finale", quelle di David Fincher in "Alien³", quelle di Jean-Pierre Jeunet in "Alien - La clonazione" per poi ritornare, ieri, con il "Prometheus" di Ridley Scott". Oggi, finalmente, dopo questo viaggio nel tempo durato ben trentatre anni, si ritorna nel 2017 con la recensione dell'ultimo film della saga, seguito diretto di "Prometheus" e quindi prequel della saga originale, l'"Alien: Covenant" sempre diretto da Ridley Scott e atteso da una grande fetta di pubblico perchè il trailer pareva promettere davvero grandissime cose.
Più e più volte il regista stesso avrebbe dichiarato che questo suo ultimo lavoro non sarebbe stato un sequel diretto di "Prometheus", che aveva deluso i più, ma che a me era anche abbastanza piaciuto nonostante qualche incongruenza a livello di sceneggiatura, ma, alla fin fine, quello che lo spettatore si trova davanti una volta cominciato il film, è proprio il sequel diretto di "Prometheus" con tutti i pregi e tutti i vari difetti che ne conseguono. Siamo sulla navicella Covenant che sta viaggiando verso il pianeta Origae-6 con oltre duemila coloni a bordo. Tra di loro c'è anche il robot Walter, interpretato da Michael Fassbender e nuova versione del David 8 del film precedente - David 8 che poi vedremo più avanti nel corso del film -, con il quale la nave intercetta una trasmissione radio da un pianeta vicino, che si rivelerà poi essere lo stesso pianeta in cui la Dottoressa Shaw - interpretata nel film precedente da Noomi Rapace - era atterrata dieci anni prima.
Vale nel bene e nel male quanto già detto per quel che riguarda "Prometheus" di cui ho parlato ieri: ci troviamo davanti ad un regista che dimostra ogni volta la sua grande maestria portando con sè tutti i pregi del film precedente, ma davanti ad una sceneggiatura che, seppur migliorandosi abbastanza, non riesce a reggere del tutto l'impatto con questo universo che il regista sta tentando di spiegarci raccontandoci ciò che è venuto prima di "Alien". Il problema però dello spiegare troppo è che, in qualche modo, si perde del fascino e mentre nel primo film non conoscevamo lo Xenomorfo, qui sappiamo bene o male cosa sia e quando ci viene mostrato il modo in cui questo si sia evoluto non è che e rimaniamo troppo sorpresi.
Non siamo comunque davanti ad un brutto film e a testimoniarlo, come detto, ci sono delle sequenze, soprattutto quelle più d'azione, davvero notevoli, così come, proprio nel film precedente, ho apprezzato davvero moltissimo il personaggio di David 8, che si rivela qui in tutta la sua natura e che, nel primo film, era solamente risultato infinitamente ambiguo mettendo sospetti nello spettatore ma senza mai rivelarsi in maniera chiara e precisa. Per quanto dunque abbia guardato questo ultimo lavoro di Ridley Scott con un certo piacere, è innegabile che questa saga prequel che il regista sta tentando di portare alla ribalta, per ora non è per nulla all'altezza nè del primo nè del secondo capitolo della saga originale, che al momento gli mangiano allegramente in testa senza correre il rischio di venire scalzati nei cuori degli spettatori.
Voto: 6+
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