Mine di Fabio Guaglione, Fabio Resinaro (2016)
USA, Spagna, Italia 2016
Titolo Originale: 2016
Regia: Fabio Guaglione, Fabio Resinaro
Sceneggiatura: Fabio Guaglione, Fabio Resinaro
Cast: Armie Hammer, Annabelle Wallis, Tom Cullen, Clint Dyer, Geoff Bell, Juliet Aubrey
Durata: 106 minuti
Genere: Drammatico
Uscito nelle sale italiane qualche mese fa, ma recuperato da me solamente pochi giorni fa, "Mine" mi è parso uno dei pochissimi casi o forse l'unico di cui ho memoria, di film tutto italiano a livello registico e di produzione, che però arriva dagli Stati Uniti, dove viene fatto uscire in anteprima e solamente dopo esportato nel paese di produzione. Una consuetudine realizzativa molto in voga negli anni '70, basti pensare ai film con Bud Spencer e Terrence Hill, o ai lavori di Sergio Leone soprattutto per quel che riguarda la sua produzione western ma che negli ultimi anni non mi era mai capitato di vedere, anche perchè lavori come "Youth - La giovinezza" di Paolo Sorrentino o "Il racconto dei racconti" di Matteo Garrone hanno sì un cast internazionale, ma sono stati a tutti gli effetti considerati come film italiani.
"Mine" è l'ultima fatica produttiva di Peter Safran, che tra i tanti film in cui ci ha messo i soldi figura anche un lavoro come "Buried - Sepolto", uno dei film più spernacchiati qui in Italia dal pubblico medio solamente perchè "Cheppalle un film con uno chiuso in una bara tutto il tempoh!", ma che a me soprattutto a livello di idee e di regia era piaciuto abbastanza e al quale questo "Mine", soprattutto a livello di trama, deve moltissimo. Certo il protagonista, qui interpretato da Armie Hammer ("Animali notturni", "The Birth of a Nation - Il risveglio di un popolo"), non si ritrova chiuso in una bara, uno spazio angusto e claustrofobico, ma si ritrova nel bel mezzo del deserto con il piede poggiato su una mina antiuomo, di ritorno da una missione di ricognizione in Nord Africa. Per quanto il termine di paragone tra i due film possa risultare forzato, gli sviluppi sono, bene o male, molto simili: il protagonista si ritrova solo, finendo presto i viveri e in preda ad allucinazioni o a ricordi della sua vita passata, ma l'effetto che viene creato dai registi italiani, poi candidati al David di Donatello come migliori registi esordienti, risulta parecchio agorafobico - nella sua reale accezione che è quella di paura degli spazi aperti e non di paura di trovarsi in mezzo ad un folla - grazie a valide trovate registiche e ad una narrazione che contribuisce ad alzare di molto la tensione dello spettatore.
Non siamo certo davanti ad un film privo di difetti, quanto più che altro ad un film che si lascia guardare con piacere, pur mantenendo dei ritmi piuttosto lenti - vabbeh se vi lamentate dei ritmi lenti in un film in cui il protagonista è costretto a stare fermo su una mina non capite proprio una vacca di niente! E' già tanto che il film non sia completamente fermo! - che in realtà rendono bene le sensazioni provate dal protagonista della vicenda. Fabio Guaglione e Fabio Resinaro in questo loro lavoro hanno anche il grande merito di inserire in un film che sarebbe potuto tranquillamente essere il più frivolo possibile per quanto avvincente, un accenno di critica alla guerra, cercando anche di mettersi nei panni di quelle popolazioni invase che non sempre sanno come reagire all'invasore americano.
Forse forse su questo aspetto critico si sarebbe potuto lavorare di più e questo è uno dei grandi difetti del film, così come, se proprio devo essere sincero, non mi ha particolarmente soddisfatto la risoluzione finale della vicenda anche se il tutto mi è apparso ben giustificato soprattutto per quel che riguarda quei dialoghi che avvengono tra il protagonista e il berbero interpretato da Clint Dyer che per buona parte della pellicola si prende cura del protagonista cercando di non lasciarlo solo. Sono i dialoghi tra i due forse i punti più alti di un film che funziona, senza strafare e con quei difetti che non fanno altro che renderlo più umano. Insomma, per i due registi siamo davanti ad un esordio di buonissimo livello e la speranza è che la situazione per i due possa solamente migliorare in futuro.
Voto: 7
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