Alien di Ridley Scott (1979)


Regno Unito 1979
Titolo Originale: Alien
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Dan O'Bannon
Cast: Sigourney Weaver, Yaphet Kotto, Veronica Cartwright, Ian Holm, Tom Skerritt, Harry Dean Stanton, John Hurt
Durata: 117 minuti
Genere: Fantascienza, Horror


Ve lo avevo promesso in vari post precedenti e ora, dopo il giusto tempo che mi ci è voluto per organizzarmi e regalarvelo in un'unica soluzione - con le sole interruzioni classiche del Giovedì e del weekend -, arriva sugli schermi di Non c'è Paragone lo speciale dedicato ad Alien, vista l'ormai recente uscita di "Alien: Covenant", l'ultima fatica di Ridley Scott dedicata alla saga dello xenomorfo che negli anni ha vissuto di grandi gioie, ma anche di qualche dolore, soprattutto per quel che riguarda gli ultimi capitoli. Si parte dunque da "Alien", il film del 1979 diretto da uno dei registi di fantascienza più importanti della storia del cinema recente e passato, all'epoca dell'uscita, sotto al solito martello della critica che lo aveva accolto in maniera piuttosto discordante, sicuramente in maniera migliore rispetto ad latri film che poi, ad ora, sono considerati dei veri e propri cult per il pubblico e per la critica contemporanea che è riuscita a rivalutarli.
Uno dei miei difetti da cinefilo è che non mi fa particolarmente impazzire l'idea di rivedere un film più e più volte, tanto che alle pellicole che vedo non dò moltissime possibilità: la prima visione è fondamentale, importantissima per entrare nel mio cuore e per, eventualmente, guadagnarsene una seconda alla quale reagirò in maniera sicuramente più consapevole. Sono infatti pochissimi i film che ho visto moltissime volte - forse meno di dieci -, mentre quelli che proprio secondo me meritano davvero li guardo al massimo due o tre volte, soprattutto nell'ultimo periodo in cui preferisco dedicarmi quasi sempre a qualcosa di nuovo. "Alien", pur avendolo amato particolarmente alla prima visione, è stato uno di quei film a cui non ho voluto mai dare una seconda opportunità - fino a qualche giorno fa - semplicemente perchè pensavo di averne compresa appieno la bellezza, non rendendosi necessarie ulteriori visioni. Avendolo rivisto però una manciata di giorni fa con uno sguardo più consapevole e sapendo ciò che sarebbe successo, si può tranquillamente concordare con tutto ciò che nel corso dei trentotto anni di storia di questo film si è detto: siamo davanti ad una pietra miliare, uno di quei film in grado di riscrivere per intero un genere che fino ad allora non aveva visto dei lavori particolarmente interessanti. E se pochi sono ora gli esempi di film di fantascienza-horror, all'epoca qualcosa c'era, ma difficilmente era riuscito a farsi notare come "Alien".
Ridley Scott dirige e si vede perfettamente la sua mano, che al contrario di quanto pensano molti non è che sia peggiorata in questi ultimi anni - basti pensare all'odiatissimo da me "Exodus - Dei e re" -, quanto più che altro si è dedicata a sceneggiature non proprio solidissime; Sigourney Weaver si prende il ruolo di protagonista con il personaggio del Tenente Ellen Ripley, diventando poi nei tre seguiti della saga originale la protagonista assoluta della tetralogia durata quasi vent'anni per un totale di quattro film e lo Xenomorfo disegnato da Hans Ruedi Giger - scultore svedese poi premiato nel 1980 con l'Oscar per gli effetti speciali - , soprattutto in questo primo film della saga, è più una presenza che altro, in grado di terrorizzare protagonisti e spettatori comparendo in scena la bellezza di... quattro minuti. Quattro minuti per creare un mito immortale alimentatosi soprattutto grazie a dei fan che a questa saga sono davvero legatissimi e in cui, bene o male, tutto ciò a cui siamo legati si nasconde per buona parte della durata del film, insinuandosi nei corpi dei protagonisti e mettendo in scena alcune tra le migliori sequenze horror - pensate, in un film di fantascienza! - della storia del cinema. Avete presente poi la scena del parto alieno di cui è protagonista John Hurt? Beh, sì che l'avete presente, è la più famosa dell'intera saga! Bene, nessuno del cast sapeva cosa sarebbe successo, lo spavento degli attori in scena è reale!
Contribuiscono poi ad alzare a dismisura la frequenza cardiaca degli spettatori il gioco che Ridley Scott mette in scena con le luci, creando una variante del più classico degli slasher - sì, ne abbiamo visti un sacco di film in cui un gruppo di persone scappa e viene inesorabilmente ucciso dal mostro di turno finchè la final girl non rimane in vita e vissero tutti morti e ammazzati -, la cui sensazione opprimente è amplificata da un'ambientazione che è allo stesso tempo ristretta come una navicella spaziale e sterminata come lo spazio aperto in cui questa naviga. Una sensazione di claustrofobia crescente che non fa altro che ricordarti quanto, come recitava la locandina del tempo, "Nello spazio nessuno può sentirti urlare".

Voto: 9

Commenti

  1. Seguirò con grande interesse questo tuo ciclo, anche io devo ancora vedere “Covenant” intanto però non ho dubbi, hai totalmente ragione, questo film è una pietra miliare, uno di quelli chef anno DAVVERO paura ;-) Cheers!

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