LIBRI METROPOLITANI #8 - Gregor: La prima profezia di Suzanne Collins

Torna la rubrica dei libri metropolitani e non ho più intenzione di spiegarvi il motivo per cui ho chiamato così questo spazietto del mio blog. Se fosse la prima volta che la leggete vi dò un indizio: la motivazione è molto più letterale e prosaica di quanto si possa immaginare. Contro ogni pronostico, in questo spazietto ho in arretrato ben due romanzi, dato che sono riuscito, senza nemmeno fare uno sforzo particolare, a finire ben due libri nelle ultime due settimane, motivo per cui di uno di questi parlerò oggi, dell'altro settimana prossima. Il romanzo di cui parlerò è il primo della saga di "Gregor", scritta da Suzanne Collins prima della sua saga più famosa Hunger Games.


Recensione
Rispetto a quella che è la saga più famosa dell'autrice, che io ho visto solo per quel che riguarda la sua trasposizione cinematografica, il target di età a cui si riferisce "Gregor - La prima profezia" è forse più basso - anche se a dire la verità anche Katniss in Hunger Games dovrebbe essere molto più giovane rispetto a quella dei film - e sicuramente meno adulto. Il romanzo ci parla di Gregor - manco a dirlo - che dopo essere caduto in un vortice con la sorellina di due anni Boots, viene accolto da una civiltà sotterranea del quale lui, secondo un'antica profezia, dovrebbe essere il salvatore, un prode guerriero il cui destino è quello di condurre gli abitanti di Regalia alla vittoria di una grande guerra che li attende contro i ratti.
In un romanzo in cui i personaggi sono tutte creature esistenti nel nostro mondo come ratti, scarafaggi, pipistrelli o serpenti, ma adattati in chiave fantasy accentuandone le dimensioni o conferendo loro la capacità di parlare o di pensare, questo primo capitolo della saga non riesce a farsi apprezzare appieno da un lettore che ormai ha raggiunto da tempo la sua maturità - forse eh - e a cui non piace particolarmente che uno dei personaggi più importanti della storia sia una bambinetta che parla spesso a sproposito e rompe spesso le palle con la sua incapacità di parlare per bene dovuta al fatto di essere piccola. Insomma, se la lettura la si affronta in poco tempo e se io, che sono un pignolo di merda, mi sono già pappato il secondo romanzo - che è sicuramente migliore di questo e lo vedrete nel prossimo commento quando uscirà -, altrettanto non si può dire del gusto che si prova nel leggere una storia così tanto bambinesca.

Voto: 5+

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