La collina dei papaveri (2011)

Giappone 2011
Titolo Originale: Kokuriko Zaka Kara
Regia: Goro Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki, Keiko Niwa
Cast: Umi 'Mer' Matsuzaki, Shun Kazama, Ryōko Matsuzaki, Hana Matsuzaki, Kazama, Shirō Mizunuma, Yoshio Onodera, dirigente capo Tokumaru, Hokuto Kitami
Durata: 87 minuti
Genere: Animazione, Drammatico

La trama in breve: Il film parla della profonda amicizia tra Umi e Shun, due ragazzi che decidono di unire le loro forze per evitare la demolizione del loro liceo. Il tutto si svolge nel 1963, un anno prima delle Olimpiadi di Tokyo nel 1964.

Nel mio percorso di recupero di alcuni film dello Studio Ghibli, la famosa casa di animazione fondata da Hayao Miyazaki, ho deciso di imbattermi in un film uscito nei cinema un paio di anni fa (solo per un giorno ovviamente, visto che qua siamo razzisti verso il cinema d'animazione giapponese), firmato però dal figlio del maestro Miyazaki, Goro, al suo secondo lavoro da regista e disegnatore dopo "I racconti di Terramare". Posto che purtroppo di film dello Studio Ghibli ne ho visti piuttosto pochi, non ho un termine di paragone di quelli consistenti per parlare del lavoro di Goro confrontandolo con quelli di suo padre Hayao.

Nei film di animazione prodotti dallo Studio Ghibli che ho visto la cosa che mi colpisce sempre è la bellezza poetica dei disegni e delle animazioni: su quelle non c'è proprio da discutere, i disegnatori sono di una bravura assurda e già nei disegni di Goro si vede l'influenza del padre, ma comunque una certa volontà di staccarsi dalle "raccomandazioni" (in tutti i sensi) paterne. Quanto meno però in questa pellicola si decide un po' di staccarsi dalle tipiche ambientazioni fantastiche per parlare di una storia d'amore e di amicizia vera e realistica, che si svolge nel 1963, un anno prima delle Olimpiadi di Tokyo.

E devo dire che, questa volta, purtroppo, sono rimasto deluso da questa produzione: non deluso nel senso che il film non mi sia piaciuto, o che mi abbia fatto schifo. Deluso nel senso che mi aspettavo decisamente di più da una storia del genere e quel di più non l'ho trovato per nulla. E questa cosa mi spiace, visto poi quanto molte persone non abbiano apprezzato nemmeno il lavoro precedente di Goro "I racconti di Terramare", che vedrò in un futuro spero non troppo lontano. Si gioca molto sulla poeticità delle situazioni che vengono messe in scena e, devo ammetterlo, un certo effetto sullo spettatore lo fanno. Ma siamo lontani anni luce dalla poesia di Hayao Miyazaki. Si spera che Goro nel futuro non sfrutti troppo il suo nome. Perchè qui si rischia la raccomandazione bella e buona.

Voto: 6,5

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