Smetto quando voglio (2014)
Titolo Originale: Smetto quando voglio
Regia: Sydney Sibilia
Sceneggiatura: Valerio Attanasio, Andrea Garello, Sydney Sibilia
Cast: Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Neri Marcorè, Majlinda Agaj, Caterina Shulha, Sergio Solli
Durata: 100 minuti
Genere: Commedia
La trama in breve: Pietro Zinni è un ricercatore di neurobiologia che ha sviluppato un rivoluzionario algoritmo in grado di teorizzare molecole. I professori dell'università decidono però di non rinnovargli l'assegno di ricerca, complice anche l'impreparazione del suo professore. Pietro deciderà così di creare una droga basata su una molecola non presente nell'elenco delle sostanze illegali del Ministero, raggruppando un gruppo di brillanti laureati in grado di rendere perfetta la sua organizzazione.
Il cinema italiano negli ultimi anni spesso e volentieri ci ha regalato delle commedie tutte uguali, dei drammoni di dubbio gusto, ma, a quanto pare, complice l'Oscar a Sorrentino, quest'anno le cose sembra proprio stiano andando meglio. Basti pensare al buonissimo "Il capitale umano" di Paolo Virzì, al carino "L'ultima ruota del carro", al buon "Allacciate le cinture" di Ferzan Ozpetek (recensione a breve), quanti anni erano che non avevamo delle uscite cinematografiche convincenti da autori italiani? Ma se nei film drammatici qualche risultato lo si è visto ultimamente, è nelle commedie in cui latitiamo per davvero, con il solo Checco Zalone a farla da padrone e con comici da Zelig o da Colorado che si improvvisano attori o registi senza avetrne le competenze (vero Paolo Ruffini? Che mentre tutti criticavano il tuo film pensavi a scopare? Beh forse era meglio continuare a scopare piuttosto che fare "Fuga di cervelli" no? Ma scopare nel senso di far la polvere per terra!) e i cui risultati sono tutti piuttosto discutibili, ad essere generosi.
Però qualche mese fa è uscito "Smetto quando voglio", che già dal trailer dava quella idea di una buona, buonissima ventata di aria fresca nel panorama delle commedie nostrane. Ventata di aria fresca che, dopo la visione del film, si è rivelata una vera e propria manna dal cielo. Sì perchè il regista e sceneggiatore Sidney SIbilia, praticamente esordiente, è riuscito a creare una pellicola valida, non nascondendo affatto le sue fonti di ispirazione, ma riuscendo al contempo a non fare un film puramente citazionista rispetto alle sue ispirazioni, mettendoci del suo in ogni minuto della pellicola. Perchè la critica mossa al film è di scopiazzare in ogni modo la serie TV "Breaking Bad" e, non c'è da nasconderlo, lo fa. Copia, ma in maniera intelligente. Poi magari gli stessin che dicono che Sidney SIbilia ha copiato sono gli stessi che esaltano a priori qualsiasi opera di Tarantino, che è uno dei più grandi copioni della storia del cinema dell'ultimo decennio. Considerare anche il fatto che Tarantino copia in maniera intelligentissima mettendo sempre del suo, ma pur sempre di copia si tratta. E allora perchè se Tarantino copia è il più grande regista del mondo, mentre se copia Sidney Sibilia, esordiente, bisogna distruggerlo? (in questo momento mi ucciderei con una katana per il paragone Sibilia-Tarantino)
Sì, è chiaro, il film prende palesemente spunto da "Breaking Bad", per parlare però della situazione italiana, soprattutto di quella dei neolaureati o dei dottorandi, costretti a non sfruttare appieno le loro capacità, per accontentarsi di lavori mal retribuiti o di essere dei dottorandi sotto le grinfie di professori menefreghisti. La situazione è certamente esasperata, perchè io son sempre stato convinto che se uno è veramente bravo, in un modo o nell'altro arriva alla meta, mentre nel film sembra che chi si laurea sia costretto ad un magro futuro, cosa che secondo me non è così vera. Che sia difficile non c'è dubbio, forse anche difficilissimo, ma il film vuole esasperare la situazione e lo fa benissimo. Caricaturizza la situazione del neolaureato medio ponendolo davanti ad una scelta di vita talvolta scomoda.
Nella scelta criminale del gruppo di laureati col massimo dei voti vi è infatti una profonda amarezza: la scelta non è un qualcosa che viene preso alla leggera, ma il risultato di anni e anni di frustrazioni subite da parte dei protagonisti. Nonostante il tema di fondo sia anche abbastanza importante, il vero merito del film è proprio quello di non prendersi sul serio. Sidney Sibilia è dunque riuscito in questo modo a creare una commedia brillante, che si discosta profondamente dai prodotti del genere degli ultimi anni e che si spera possa essere una specie di faro nella notte per tutti i nuovi registi che vorrebbero approcciare al genere portando con sè delle idee innovative.
Voto: 8-
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