Marrakech Express (1989)
Titolo Originale: Marrakech Express
Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura: Umberto Contarello, Carlo Mazzacurati, Enzo Monteleone
Cast: Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Gigio Alberti, Cristina Marsillach, Giuseppe Cederna, Ugo Conti, Massimo Venturiello
Durata: 107 minuti
Genere: Commedia
La trama in breve: Marco, un giovane ingegnere che vive a Milano, una sera riceve una visita da una sconosciuta, che si presenta come la compagna di Rudy, un amico di vecchia data finito in prigione per possesso di hashish. Per liberarlo saranno necessari 30 milioni di dollari, motivo per cui Marco decide di riunire il vecchio gruppo di amici, formato da Ponchia, Paolino e Cedro, e di viaggiare, con i soldi, verso il Marocco, per liberare l'amico.
In un periodo in cui le uscite cinematografiche diminuiscono drasticamente, sia per quanto riguarda il numero totale, sia, ancora peggio, per quanto riguarda quelle interessanti, è sempre bene darsi a qualche recupero. O di film dell'annata che ci sono sfuggiti via da sotto al naso, oppure, ancora meglio, di qualche vecchio cult o presunto tale. Proprio con questo intento ho deciso di recuperarmi, senza un particolare motivo, il primo film della cosiddetta "tetralogia della fuga" di Gabriele Salvatores. Ovviamente senza alcun programma riguardo agli altri due appartenenti alla trilogia nè tanto meno con intenti di recuperarmi l'intera filmografia di Salvatores, dato che ormai, mi conosco troppo bene, so che finirebbero a tarallucci e vino dopo un paio di recuperi. Vi posso però garantire che, oltre a questo, a breve vi parlerò anche di "Mediterraneo", che fino a poco tempo fa non avevo ancora visto.
L'idea che sta dietro "Marrakech Express" è cinematograficamente molto semplice: prendere un gruppo di vecchi amici ormai divisi dalle scelte fatte nel tempo e dal fatto che ormai sono tutti diventati adulti, con una carriera ed un buon lavoro, per farli rivivere assieme i bei momenti passati insieme, in un viaggio che li porterà dritti in Marocco per liberare dalla prigionia uno del gruppo. I personaggi che vengono presi in considerazione sono ovviamente tutti diversi l'uno dall'altro, con un carattere ben diverso, un vissuto diverso e soprattutto un modo di approcciare a quest'ultimo viaggio insieme diverso.
Per questo motivo abbiamo il Ponchia, interpretato da Diego Abatantuono, che sembra essere quello che si è staccato dal gruppo nella maniera meno dolorosa, per poi però ricredersi e diventare presto il più entusiasta riguardo alla nuova ritrovata amicizia. Abbiamo anche Marco, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, che fa un po' il percorso contrario rispetto a Ponchia. Abbiamo poi anche Paolino e Cedro, che non si parlano da anni per via di una storia d'amore (Paolino ha sposato la ex di Cedro), che avranno così modo di ritrovare la loro amicizia. Senza molti fronzoli Salvatores riesce a creare una pellicola che funziona e sa far riflettere, piena di momenti interessanti, così come di momenti spensierati, alcuni dei quali anche citati in lavori successivi, come la scena della partita di calcio Italia-Marocco, ripresa poi da Aldo, Giovanni e Giacomo in "Tre uomini e una gamba". Il finale, che dà alla pellicola una conclusione quasi amara, forse addirittura un po' pessimista per quanto riguarda l'amicizia ed il passare del tempo, è poi una delle cose meglio riuscite del film.
Ho avuto poi molte volte modo di dire quanto la recitazione italiana, soprattutto negli ultimi tempi, non mi faccia impazzire per via del fatto che sembra molto forzata. Qui, in un lavoro di ormai ventisei anni fa, il tutto sembra molto spontaneo, quasi come se i quattro attori protagonisti stessero interpretando loro stessi. Ed è secondo me una cosa che va sottolineata, visto come spesso e volentieri certi attori non riescono bene ad immedesimarsi nella parte, forzando la recitazione e risultando, talvolta, addirittura sgradevoli.
Voto: 8
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