Mia madre (2015)
Titolo Originale: Mia madre
Regia: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Valia Santella
Cast: Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini, Enrico Ianniello, Pietro Ragusa, Tony Laudadio, Stefano Abbati, Anna Bellato, Davide Iacopini, Lorenzo Gioielli, Tatiana Lepore, Domenico Diele, Renato Scarpa
Durata: 106 minuti
Genere: Drammatico
Non ho mai avuto un vero e proprio rapporto con il cinema di Nanni Moretti. Dei suoi nemmeno tanti lavori, vista la carriera ormai quasi quarantennale, ne ho visti solamente due - compreso quello di cui vi vado a parlare in questa recensione - di cui il primo è stato quel "La stanza del figlio" vincitore a Cannes nel 2001, visto se non ricordo male in prima superiore, in un periodo secondo me totalmente sbagliato che non mi ha fatto apprezzare appieno la pellicola dato che mi ricordo che la trovai di una noia mortale. Con "Mia madre" completo finalmente la triade dei film presentati all'ultimo Festival di Cannes dai registi nostrani, dopo avervi parlato di "Youth - La giovinezza" di Paolo Sorrentino e di "Il racconto dei racconti" di Matteo Garrone.
La pellicola ha un impianto autobiografico e lo si comprende subito: la centralità della figura di Nanni Moretti all'interno del film la si vede sin dalle prime immagini, soprattutto sapendo il fatto che la madre è morta nel 2010, mentre il regista lavorava a "Habemus Papam", dopo un lungo periodo di malattia. La protagonista del film, Margherita, interpretata da Margherita Buy, è colei che incarna un po' la figura di Moretti: è una regista, sta lavorando al suo film che procede di fronte a mille difficoltà e la madre è malata da tempo e sta per morire, è solo una questione di tempo. Nanni Moretti invece interpreta Giovanni, il fratello di Margherita.
Il rischio di cadere nell'autocelebrazione e nel protagonismo eccessivo del regista qui era molto alto e forse un po' Moretti ci è caduto, ma d'altronde ho sempre pensato che il regista "si piaccia" un po' troppo e spesso e volentieri, cosa che ho notato anche in varie interviste, finisce per innalzarsi un bel po'. Inoltre il suo modo di recitare - che personalmente mi piace -, la sua voce e il suo modo di scandire le parole danno quasi l'impressione che i suoi personaggi vogliano un po' darti la lezioncina, vogliano insegnarti qualcosa e farti anche pesare quell'insegnamento.
Per questo motivo "Mia madre" finisce per far arrivare per bene il suo messaggio al pubblico, il dolore della malattia e della perdita della madre è quasi tangibile e il tutto funziona piuttosto bene. Inoltre, ad impreziosire il lavoro, si inseriscono poi buone interpretazioni da parte di tutto il cast, tra cui mi piace sottolineare quel John Turturro che qui ha un ruolo non fondamentale, ma che comunque mi ha particolarmente impressionato per la sua capacità di calarsi in un ruolo in cui è richiesto di interpretare un attore che non è in grado di ricordarsi le battute che deve recitare. Oltre che un omaggio alla madre, "Mia madre" è un omaggio al cinema italiano, con il quale Moretti vorrebbe distaccarsi dai soliti schemi per parlare anche di temi importanti come la condizione dei lavoratori, messaggio che in realtà mi è sembrato piuttosto marginale, puntando molto di più su quello che è il ruolo di un regista nella lavorazione di un film.
Voto: 7,5
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