Suburra (2015)

Italia, Francia 2015
Titolo Originale: Suburra
Regia: Stefano Sollima
Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Carlo Bonini, Giancarlo De Cataldo
Cast: Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Elio Germano, Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Adamo Dionisi, Giacomo Ferrara, Antonello Fassari, Jean-Hugues Anglade
Durata: 130 minuti
Genere: Drammatico

La carriera di Stefano Sollima - regista che al contrario di molti colleghi non si è formato in accademie di cinema o di arte, ma solo osservando il padre direttamente sul set - è legata indissolubilmente con la produzione televisiva. D'altronde il regista è diventato particolarmente famoso dopo la direzione di "Romanzo Criminale - La serie" e di "Gomorra - La serie", entrambe tratte da film a loro volta tratti da romanzi di un certo rilievo nella letteratura italiana contemporanea - inframezzate dalla sua unica esperienza cinematografica, ancora particolarmente acerba, "A.C.A.B - All Cops Are Bastards". La sua ultima e più recente fatica, "Suburra", funge dunque come una specie di prova del nove, dopo le bellissime cose fatte vedere nelle produzioni televisive, con una pellicola che tra l'altro, ha molto in comune con il suo primo capolavoro "Romanzo Criminale - La serie", essendo ambientato nei meandri della malavita romana ed essendo, proprio come Romanzo Criminale, tratto da un romanzo del giudice Giancarlo De Cataldo.

Il trailer di "Suburra", quello mandato nelle televisioni e nei cinema prima delle proiezioni, ci inganna: ti fa pensare ad un film in cui l'azione è frenetica, proprio perchè il trailer è costruito in maniera piuttosto frenetica. Mai presunzione fu più sbagliata: l'azione presente in "Suburra" è centellinata nel corso delle sue più di due ore di durata ed è centellinata in maniera da fartela anche un po' aspettare, quasi con l'acquolina in bocca. Sollima da questo punto di vista riesce a creare nello spettatore una certa attesa per qualcosa che sa che sta per accadere,  ma non può riuscire a prevedere quando.

E' innegabile anche quanto, spesso e volentieri, la bravura di un regista la si misura anche con la capacità di scegliere dei buoni soggetti da raccontare: è innegabile dunque che, in un ambiente come quello del nostro paese, in cui si è spesso e volentieri fatta la fortuna dei cineasti raccontando storie di mafia e di corruzione, sembra quasi che i buoni film nascano solamente da storie particolarmente sporche. Ed è un'impressione che non si può certo negare, visto il successo che hanno avuto film come "Romanzo di una strage" o le serie già citate più di una volta in questo articolo. Innegabile anche come "Suburra" vada ad indagare su una ferita piuttosto fresca per la nostra Italia come lo scoppio dello scandalo di mafia capitale, che qui viene narrata in maniera intrigante e talvolta addirittura un po' enigmatica, un po' ricordando lo stile de "La piovra", che quando mi obbligava a vederla mio padre la malsopportavo, ma di cui solo ora ne comprendo il buon valore.

La forza di "Suburra" sta anche nei suoi personaggi e negli attori che li interpretano. Su tutti abbiamo l'ormai garanzia Pierfrancesco Favino, nei panni dell'Onorevole Filippo Malgradi, ma anche Elio Germano nei panni di Sebastiano - uno dei personaggi meglio riusciti dell'intera pellicola -, ma soprattutto un Claudio Amendola in grandissimo spolvero nei panni di Samurai. La sua performance è uno di quegli smacchi totali a tutti quegli imbecilli che " EH MA C'E' CLAUDIO AMENDOLA, SCHIFO PUH CI SPUTO SOPRA A STO FILM DIMMERDA" senza averlo mai visto. Da queste parti, nonostante siamo abbastanza sicuri del fatto che sarà difficile rivedere l'attore in un ruolo così credibile, la sua presenza aveva sì creato dei dubbi, subito fugati sin dalle prime scene in cui lo si vede.

Voto: 8

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