LIBRI METROPOLITANI #2 - Anger di Isabel Abedi

Torna la rubrica sui libri metropolitani - che ricordo che si chiama così perchè parla dei libri che leggo in metropolitana mentre mi reco sul posto di lavoro (45 minuti di viaggio vanno pure occupati in qualche modo) - questa volta con un romanzo thriller adolescenziale che mi ha abbastanza sorpreso e tenuto incollato alle pagine per tutta la sua lunghezza.


Recensione
"Anger" è un romanzo della scrittrice tedesca Isabel Abedi, che parla della disavventura di dodici ragazzi che si trovano a vivere su un isola deserta per partecipare a un film verità del regista sperimentale Quint Tempelhoff. Dopo aver scelto un nome fittizio ai ragazzi viene affidato un ruolo: undici di questi sono le vittime, mentre uno l'assassino, che "ucciderà" le vittime nel momento in cui riuscirà ad afferrarle per il polso sinistro e e porterà in un nascondiglio di cui solo lui è al corrente. Il gioco non è niente di così sconvolgente, se non che la cosa a un certo punto sfuggirà di mano e succederà l'ovvia conseguenza.
Il romanzo è un thrillerino non di difficile fruizione: le pagine scorrono in maniera abbastanza veloce e la lettura non vive quasi mai di momenti morti. Non vive neanche su particolari colpi di scena particolarmente spinti all'eccesso, il che è graditissimo, dato che il più delle volte quando i colpi di scena vengono spinti all'eccesso poi si rivelano anche piuttosto incoerenti e forzati. Qui in realtà si punta moltissimo sulla costruzione dell'atmosfera e sulle interazioni tra i personaggi. Quello che potrebbe sembrare un normalissimo romanzo adolescenziale in realtà si rivela scritto in maniera molto accattivante e può tranquillamente andare bene anche per un pubblico più adulto senza che ci siano troppi problemi nella narrazione... a parte il fatto che ovviamente la ragazza protagonista si innamorerà del tipo più problematico della combriccola. Eppure la storia d'amore non pesa particolarmente, è solo accennata e non infastidisce.
Da quel che ho detto sembra essere un romanzo perfetto, ma in realtà c'è anche da considerare la risoluzione finale dell'enigma, che con il suo colpo di scena - che non è forzato, assolutamente - sa un bel po' di già visto e non mi è sembrato nulla di particolarmente originale. Così come un po' tutta la storia, che si ispira chiaramente a "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie", ma se ne distacca per quel che riguarda lo svolgimento, ovviamente.

Voto: 6,5

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