Paradiso amaro (2011)
Titolo Originale: The Descendants
Regia: Alexander Payne
Sceneggiatura: Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash
Cast: George Clooney, Shailene Woodley, Robert Forster, Judy Greer, Matthew Lillard, Nick Krause, Amara Miller, Mary Birdsong, Rob Huebel, Patricia Hastie, Grace A. Cruz, Kim Gennaula, Karen Kuioka Hironaga, Carmen Kaichi, Kaui Hart Hemmings, Beau Bridges, Matt Corboy, Matt Esecson, Michael Ontkean, Stanton Johnston, Jonathan McManus, Hugh Foster, Tiare R. Finney, Tom McTigue, Milt Kogan
Durata: 115 minutiù
Genere: Drammatico
Con un ritardo impressionante, dovuto più che altro al fatto che la settimana scorsa l'ho utilizzata interamente per parlare di quella saga lì, ecco che riporto qui sul blog, come al solito, la mia personalissima recensione dell'ultimo film visto al Cineforum di Vimodrone. Avendo trattato in questo primo ciclo di proiezioni il tema del viaggio, ecco che la proposta di "Paradiso amaro" di Alexander Payne risultava azzeccata in quanto il regista, nella sua carriera, ha sempre in qualche modo affrontato il tema, come ad esempio nel più recente "Nebraska", sempre con il suo solito piglio. Quello che molti all'epoca avevano etichettato come un film sull'eutanasia - forse proprio perchè in quel periodo l'eutanasia era un tema che tirava molto e gli editori italiani han deciso di battere il ferro finchè caldo - in realtà si rivela essere un dramma familiare molto interessante, condito anche da elementi più leggeri e da commedia, che con l'eutanasia, in effetti ha poco a che fare. O meglio, è un argomento che però viene preso molto molto alla larga e ci vuole una bella fantasia per definire il film come "un film sull'eutanasia".
La pellicola narra le vicende della famiglia King, il cui padre Matt risulta essere il discendente di un'antica famiglia hawaiiana, ricco e con un grosso terreno in procinto di vendere. E' marito e padre assente, ma è costretto in qualche modo a riunire la famiglia quando la moglie Elizabeth, a causa di un incidente, viene dichiarata cerebralmente morta e, come conseguenza del suo testamento biologico, a breve dovrà essere staccata dalle macchine. Ciò che sin da subito appare essere una realtà tragica, vedrà le cose peggiorare nel momento in cui Matt scoprirà che la moglie lo tradiva con un altro uomo, di cui vorrà scoprire al più presto l'identità. In realtà però il film non si concentra tanto sulla questione dell'eutanasia e del testamento biologico, per fortuna, quanto più che altro sulla volontà di Matt di recuperare il suo rapporto con la figlia più grande, Alexandra, e di riunire tutti gli amici di Elizabeth per darle l'ultimo addio.
Nel corso della pellicola innanzitutto sarà interessante vedere come si evolverà il rapporto tra padre e figlia e come, grazie anche all'aiuto di Sid, amico di Alexandra, la famiglia riuscirà ad affrontare al meglio il dolore della perdita. Una perdita che in realtà lascia il pubblico in una situazione un po' ambigua, dato che nel corso della pellicola si vengono a scoprire determinate cose su Elizabeth che non sono proprio degne di quella che si potrebbe definire una brava persona. In realtà la pellicola in questione non possiede al suo interno eroi o cattivi in generale, ma i personaggi sono tutti in bilico tra un senso di colpa e un altro, insomma, sono fondamentalmente dei personaggi normali. In "Paradiso amaro" poi pian piano si ribaltano anche quelli che erano i pregiudizi del pubblico su determinati personaggi che ci vengono presentati, uno su tutti lo stesso Sid che sembra essere uno di quei ragazzi che pensano poco e parlano troppo, ma in realtà si dimostrerà come il più intelligente e il più sensibile del gruppo.
Se la pellicola dal punto di vista registico non mette in gioco molto di sè, a parte qualche interessante inquadratura sul paesaggio delle Hawaii, sono gli attori in scena a farla da padrone. Uno su tutti George Clooney, che in passato non mi aveva mai convinto molto, ma che da qualche anno a questa parte sta inanellando qualche buona performance e questa, tra l'altro, gli è valsa una nomination all'Oscar - poi il signore che uscendo dal cineforum ha cominciato a fare paragoni con Robert De Niro mi dovrà spiegare cosa cazzo c'entravano con questo film, ma tanto non mi leggerà mai probabilmente -.Inoltre "Paradiso amaro" ci consegna anche una bravissima Shailene Woodley, che dopo questa pellicola ha visto la sua carriera avviarsi in maniera decisiva, ma che qui, alla sua seconda esperienza cinematografica, riesce a ritrarre alla perfezione il suo personaggio, con tutte le insicurezze del caso. Bravo anche Nick Krause nei panni di Sid che alla fine, come detto, si rivelerà uno dei personaggi più importanti dell'intero film!
Voto: 8
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