Si alza il vento (2013)
Titolo Originale: 風立ちぬ (Kaze tachinu)
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Cast: Jirō Horikoshi, Nahoko Satomi, Kirō Honjō, Kurokawa, Castorp, Satomi, Kayo Horikoshi, Hattori, signora Kurokawa, Giovanni Battista Caproni
Durata: 126 minuti
Genere: Animazione
La trama in breve: Il film parla della vita di Jirō Horikoshi, ingegnere aeronautico giapponese che ha progettato nel corso della sua carriera numerosi aerei , tra cui alcuni dei quali diventati aerei da guerra nella Seconda Guerra Mondiale.
E' purtroppo arrivato il momento che nessuno aspettava e nessuno avrebbe voluto vivere. Il ritiro di Hayao Miyazaki dalle scene cinematografiche è un duro colpo al cinema d'animazione di tutto il mondo, un così duro colpo che lo Studio Ghibli ha addirittura deciso di prendersi un periodo di pausa dalle produzioni cinematografiche. Purtroppo in Italia l'ultimo capolavoro di Miyazaki, oltre ad essere arrivato con un bell'annetto di ritardo rispetto al resto del mondo, è stato messo in programmazione soltanto per quattro giorni. Ed è anche una scelta che capisco, visto che qui la produzione d'animazione dello Studio Ghibli è considerata, secondo me molto erroneamente, roba da intenditori, quasi una produzione d'elite. La distribuzione nostrana non capisce però che gli intenti di Miyazaki sono totalmente opposti: lui con i suoi film vuole arrivare a tutti, dai più piccoli ai più grandi, per questo in ogni suo lavoro sono presenti più piani di lettura, che ognuno riesce a cogliere dipendentemente anche dall'età in cui approccia alla visione di un suo lavoro.
Ecco, da questo punto di vista "Si alza il vento" è una chiusura un po' "strana" per la carriera del Maestro. Mentre tutti i suoi film precedenti si basavano su elementi fantastici, questo è il primo film suo (e dell'intero Studio Ghibli) in cui tali elementi non sono presenti. La scelta in merito è stata così controversa, che addirittura lo stesso Miyazaki nutriva dubbi sulla sceneggiatura, perchè la storia narrata gli sembrava essere indirizzata soltanto ad un pubblico adulto. Ed è anche per questo, oltre al fatto che tutti i disegni sono ovviamente fatti a mano, che la produzione è stata davvero lunga e laboriosa, durata ben 5 anni, dal 2008, anno di uscita di "Ponyo sulla scogliera", fino al 2013.
La scelta di narrare la storia di Jirō Horikoshi è però in linea con quello che è il vero carattere di Miyazaki: tutti sanno che spesso e volentieri il suo dichiarato pacifismo si è scontrato con una quasi contraddittoria passione per gli aerei da guerra, così come quasi contraddittorio è il protagonista della storia. Ama gli aeroplani, ama il modo in cui sono costruiti, ama ciò che rappresentano, ovvero la conquista del volo da parte dell'uomo. Però finisce, ingenuamente, a creare delle armi da guerra, cosa di cui sembrerà esserne pentito nel poetico finale. Se però sembra che l'elemento fantastico sia stato eliminato, Miyazaki decide di inserire nel film una certa quantità di scene oniriche. I sogni di Jirō saranno di capitale importanza per la formazione del suo carattere e della sua passione per gli aerei. Il rapporto che si verrà a creare nei sogni del protagonista con l'ingegnere italiano Giovanni Battista Caproni, sembra quasi reale, quasi come se egli abbia dato il ruolo di suo mentore ad una persona che non ha mai potuto conoscere, tranne, appunto, attraverso i suoi sogni.
Nel film c'è anche l'inserimento di una storia d'amore, una grandissima storia d'amore, nata quasi per caso, tra il protagonista e Nahoko. Questa storia verrà affrontata con una delicatezza encomiabile, senza mai essere troppo invadente rispetto alla trama principale, riuscendo però ad essere una di quelle cose che del film si ricordano con più piacere e anche con una punta di amarezza. La malattia di Nahoko sarà un grande ostacolo per i due, ma se Jirō è stato in grado di costruire gli aeroplani più all'avanguardia di tutto il Giappone, vuoi che non riesca ad affrontare una storia d'amore complicatissima?
Ovviamente in questa ultima produzione assume un ruolo fondamentale anche il vento. Nei film di Miyazaki il vento ha sempre assunto un valore simbolico e di gran poeticità, ma qui questo elemento diventa preponderante ed evocativo in moltissimi frangenti. E' il vento a simboleggiare il momento in cui Jirō prende coscienza di quanto il suo sogno possa essere realizzabile. E' ancora il vento ad essere presente nel momento dell'incontro tra Jirō e Nahoko. E' il vento ad annunciare a Jirō uno dei momenti più tristi della sua vita. E' con il vento che si chiude la carriera di Hayao Miyazaki. C'è chi spera in un ripensamento, io son convinto che decisioni di questo tipo debbano essere definitive. Specie se hai alle spalle una carriera gloriosissima e se hai deciso di concludere con questo film, l'ultimo capolavoro.
Voto: 9
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