Isabelle - L'ultima evocazione di Rob Heydon (2018)

USA 2018
Titolo Originale: Isabelle
Regia: Rob Heydon
Sceneggiatura: Donald Martin
Durata: 81 minuti
Genere: Horror


Da due giorni sono ufficialmente in ferie e per due settimane il sottoscritto curatore di "Non c'è Paragone" si trasferirà nel pese del Sol Levante e in Corea del Sud per andare a trovare un amico che lavora lì da un paio d'anni. Per l'occasione, la programmazione locale sarà un po' ridotta visto che le cartucce da sparare, anche se principalmente si tratterà di scarti di stagione, sono un po' di meno rispetto al solito. Oggi si inizia proprio con uno di quei film che ho visto, un po' per caso e un po' perchè - mea culpa - non avevo voglia di andare a vedere "Hotel Artemis", Venerdì scorso, in una serata in cui avevo sì voglia di andare al cinema per non restare per l'ennesima volta a casa da solo, ma non avevo voglia di vedere nulla di impegnativo. La scelta è ricaduta su un horror con protagonisti Adam Brody e Amanda Crew, del quale avevo visto molte volte il trailer nelle settimane precedenti e non sembrava essere così malvagio come poi si è rivelato al momento della visione. Regista del film è Rob Heydon al primo vero e proprio lungometraggio della sua carriera - che si è visto essere un prodotto principalmente televisivo arrivato nelle sale in Italia un po' per caso e forse pure per sbaglio -, mentre Adam Brody ancora sta cercando di riprendersi da una carriera mai decollata dopo il ruolo che lo ha reso celebre nella serie "The O.C." e Amanda Crew continua a recitare in film dallo scarso valore artistico e sicuramente poco interessanti, dopo aver esordito in "Final Destination 3" che comunque, almeno al botteghino, non era andato malissimo.
La trama del film è parecchio, parecchio canonica: Larissa e Matt Kane sono una giovane coppia, lei incinta, appena trasferitasi in una villa all'interno di un quartiere residenziale. Fanno subito conoscenza con la loro misteriosa vicina, dalla cui abitazione Larissa vede spesso una ragazza che scruta dalla finestra ogni loro movimento. Poco dopo il loro arrivo in città Larissa accusa forti dolori alla pancia, viene trasportata in ospedale dove risulterà clinicamente morta per un minuto. Al suo risveglio scoprirà suo malgrado che il loro bambino è nato morto e per lei comincerà un inquietante periodo di paranoia e di follia in cui, come unica costante, vi sarà la figlia della vicina, paralizzata, sempre alla finestra a guardare e studiare ogni suo movimento.
Come dicevo nelle prime righe di questa recensione, mi sono fatto purtroppo ingannare da un trailer davvero ben costruito che si rivelava, alla fin fine, ben più inquietante di quanto poi si sia rivelato il film. La puzza però l'ho sentita subito, appena la pellicola è iniziata, quando ho visto quella specie di sigla introduttiva e il font con cui, nei titoli di testa venivano presentati il cast e i componenti della troupe: quel font, anonimo e freddo, lo avevo già visto, un sacco di volte, in quei thriller delle cinque del pomeriggio che spesso ho avuto modo di vedere su Now TV. Da lì ho capito subito che il film, nei nostri cinema, ci è arrivato quasi per sbaglio e io stupido che sono pure andato a dargli sei euro di biglietto - sì, sono entrato con lo sconto. Le prime scene e poi anche tutto il film nelle battute successive hanno confermato i miei sospetti: dialoghi dallo spessore quasi inesistente, un montaggio frenetico con tagli netti tra una scena e l'altra e con cambi di contesto repentini e senza la minima spiegazione, dandomi un certo senso di disorientamento. Ad ampliare la sensazione che questo film avesse qualcosa di sbagliato ci si è messa poi da una parte la recitazione totalmente svogliata dei protagonisti, mentre dall'altra la volontà dello sceneggiatore di non inventarsi nulla di personale per il genere horror, ma di seguire, tra l'altro nella maniera peggiore in assoluto, tutti i clichè del genere, rendendo tutta la narrazione prevedibile e poco interessante. Ciliegina sulla torta in negativo per quanto riguarda il film è il finale che resetta tutto di quelli che si vede che siccome il film doveva finire bene per forza ti dicono di ignorare quanto di brutto sia successo ai protagonisti nel corso dei settantacinque minuti precedenti, perchè tanto quello che importa è che tutti vivano felici e contenti.
Insomma, ho preso una cantonata, ma di quelle proprio pesanti, mi avrebbe certamente bruciato meno se questa cantonata me la fossi presa comodamente sul divano di casa, piuttosto che usare dei soldi in benzina dell'auto e per la poltrona al cinema, che non era poi nemmeno così comoda a questo giro. Il problema è, fondamentalmente, che un film così tanto "casuale" io in sala non lo avevo proprio mai visto e ancora non mi spiego di come ci sia finito nelle sale italiane, anche in un periodo nell'anno in cui notoriamente il pubblico non paga poi moltissimo, sembra proprio che questa pellicola sia stata presa dalla raccolta dell'umido.

Voto: 2

Commenti

  1. Che invidia per il viaggio!
    Un po' meno per questo filmaccio, che eviterò di certo. :)

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  2. A metà film dev'essere morto anche lo sceneggiatore

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