Borat - Seguito di film cinema di Jason Woliner (2020)

USA 2020
Titolo Originale: Borat Subsequent Moviefilm: Delivery of Prodigious Bribe to American Regime for Make Benefit Once Glorious Nation of Kazakhstan
Regia: Jason Woliner
Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen, Peter Baynham, Nick Corirossi, Jena Friedman, Anthony Hines, Lee Kern, Dan Mazer, Nina Pedrad, Erica Rivinoja, Dan Swimer
Cast: Sacha Baron Cohen, Marija Bakalova, Dani Popescu, Mike Pence, Rudolph Giuliani
Durata: 96 minuti
Genere: Commedia

Il politicamente scorretto è morto. Di questi tempi se un regista, un comico o chicchessia si proponesse di produrre un qualcosa di politicamente scorretto, dovrebbe scontrarsi con tutta una serie di problemi per i quali tanto vale non mettersi neanche in gioco da questo punto di vista. Il politicamente scorretto è morto nel momento in cui non vengono colti i motivi per cui questo tipo di comicità viene portato avanti e una cosa del genere è capitata proprio a Sacha Baron Cohen - ah, lui si scrive con l'acca in mezzo, i fratelli Coen no - nel girare "Borat - Seguito di film cinema. Consegna di portentosa bustarella a regime americano per beneficio di fu gloriosa nazione di Kazakistan", ma su questo torneremo più avanti nel corso di questo post. Non posso ritenermi particolarmente appassionato dei personaggi di Sacha Baron Cohen, attore comico che ho da sempre dovuto prendere a piccole dosi, ma "Ali G", "Borat" e "Il dittatore", anche se un po' meno, li ho sempre particolarmente apprezzati. Questione a parte invece per quanto riguarda "Bruno", un film che mi ha fatto ridere la volta che l'ho visto, ma che non penso riguarderei mai nella vita. "Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan" lo vidi anni fa, nel periodo successivo alla sua uscita al cinema, e ricordo mi fece ridere parecchio. Non ho nè il tempo nè la voglia di dedicare un post a parte per questa pellicola, ma sappiate che la apprezzo abbastanza, soprattutto dal punto di vista comico. Forte della vittoria del Golden Globe come miglior film commedia o musicale, ho deciso di recuperare, con immenso ritardo rispetto a chiunque, "Borat - Seguito di film cinema" che, manco a dirlo, è il sequel del film uscito nel 2006.

Dopo quattordici anni passati in un gulag a causa del disonore portato al suo paese dopo le avventure del precedente film, il giornalista kazako Borat Sagdiyev viene incaricato dal suo governo di ingraziarsi il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Per farlo dovrà portare in dono a Mike Pence, il suo vice, il Ministro della cultura del Kazakistan - e anche il più famoso attore porno del paese - Johnny la scimmia. Una volta scoperto che l'uomo tornerà negli Stati Uniti, viene cacciato con disonore dal villaggio in cui vive e, una volta arrivato nel paese, scopre che nel cargo in cui doveva arrivare il dono per Mike Pence vi è nascosta la figlia Tutar. La ragazza ha seguito il padre di nascosto per coronare il suo sogno: trovare un uomo ricco che la renda felice come ha fatto Donald Trump con Melania. Non avendo più Johnny la scimmia a disposizione, Borat deciderà così di dare in dono Tutar a Mike Pence.

Il dilemma che sentivo, prima di guardare questo film, era se il politicamente scorretto potesse considerarsi effettivamente morto anche a causa della comicità di questa pellicola, avevo la paura che anche Sacha Baron Cohen, uno che nei suoi film non ha mai avuto parole buone per nessuna categoria umana con l'intento di far ridere, si fosse piegato a delle logiche che in questo momento sanciscono il successo di qualsiasi opera comica già in partenza. A termine visione ogni dubbio è stato fugato clamorosamente: "Borat - Seguito di film cinema" non ha paura di nulla ed è così che, con intenti comici, si parla di temi come vendere la propria figlia per avere salva la vita, si scherza sulla sessualità e si fanno battute sugli ebrei - su questo ci torniamo a breve -, tutte con lo stile da candid camera che aveva contraddistinto anche il suo predecessore. Il tutto con l'obiettivo di far ridere gli spettatori, sì, ma anche di fare una satira feroce e senza peli sulla lingua sulla presidenza di Donald Trump e su alcuni componenti della popolazione media americana. Il risultato è sicuramente dei più esilaranti, ma per averne una conferma bisogna solamente provare a guardare il lungometraggio, disponibile su Amazon Prime Video e toccare con mano la comicità di questo lavoro.

Una chiosa la devo dedicare ad un episodio narrato nel film: dopo che la figlia Tutar fugge, decidendo di diventare una giornalista, Borat decide di andare a suicidarsi in una Sinagoga, dato che secondo il pregiudizio dell'uomo gli ebrei sono nemici giurati dei kazaki. L'uomo si presenta al suo interno vestito da diavolo con il naso lungo e trova a pregare due signore, una di esse superstite dell'Olocausto: la scena - candid camera o organizzata che fosse - riesce a mandare un messaggio di fratellanza pazzesco, nonostante la derisione evidente del popolo ebreo. La signora, che dà un abbraccio fraterno a Borat e autorizzò i produttori a mettere la scena nel suo film, morì qualche tempo dopo e i figli, vista la scena all'interno della pellicola, decidono di denunciare Sacha Baron Cohen e tutta la produzione del film: quella che è forse la scena più significativa del film, nonostante un tipo di irriverenza che di questi tempi è poco accettata nel mondo dello spettacolo, ha dovuto far discutere non per il bellissimo messaggio che ha voluto mandare - come effetto di una candid camera o in maniera voluta, questo non si saprà mai - ma per motivi decisamente meno rilevanti rispetto al messaggio che la scena, inserita all'interno della storia, voleva mandare.

Commenti

  1. Un film che è diventato già datato dopo una settimana dalla sua uscita, non mi ha convinto quanto il primo, anche se la scena del bambino nella pancia da togliere mi ha fatto ridere più del necessario (perché sono una brutta persona). Cheers!

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  2. Un https://altadefinizioneita.co/noir film, come un libro, racconta il significato di tutto ciò che è nascosto e migliore.

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