Red Dot di Alain Darborg (2021)

Svezia 2021
Titolo Originale: Red Dot
Regia: Alain Darborg
Sceneggiatura: Alain Darborg, Per Dickson
Cast: Johannes Kuhnke, Nanna Blondell, Anastasios Soulis, Kalled Mustonen, Tomas Bergström
Durata: 85 minuti
Genere: Thriller

Nel corso della mia vita da cinefilo non sono mai stato particolarmente appassionato di film di sopravvivenza. Le storie in cui una persona o un gruppo di persone devono fare i conti con condizioni avverse che mettono in pericolo la loro vita non hanno mai avuto una particolare attrattiva su di me. Proprio per questo motivo, nonostante la grande pubblicità fatta da Netflix nel metterlo sempre nella mia prima pagina tra i consigliati, ci ho pensato molto prima di vedere "Red Dot", pellicola svedese diretta da Alain Darborg e arrivata in Italia ad inizio Febbraio grazie a quella piattaforma di streaming che sta uccidendo il cinema facendo uscire buona parte di quei lungometraggi che in sala, vista la situazione, non possono uscire - vi ricordo che al termine di questa frase potete spegnere la modalità sarcasmo. Nonostante la bassa attrattiva che la trama ha su di me, ho deciso, in una serata in cui l'ispirazione verso una qualche visione cinematografica era poca, di dargli un'opportunità. Purtroppo, il risultato, è stato quello che mi aspettavo, ma andiamo come al solito con ordine.

Dopo le celebrazioni per la sua laurea, David decide di proporre pubblicamente alla sua fidanzata Nadja di sposarlo. La donna accetta e un anno e mezzo dopo li ritroviamo con un rapporto in crisi, in preda agli stress lavorativi e alle continue liti domestiche. La ragazza viene inoltre messa a dura prova dalla scoperta di essere incinta e, in preda ai dubbi sul fatto che lei e suo marito possano essere dei bravi genitori, viene rassicurata dal loro vicino Thomas, che le spiega la bellezza di avere un figlio. Mentre Nadja decide di tenere la cosa nascosta a David, l'uomo ha organizzato una sorpresa per lei, per ravvivare il rapporto tra i due la sta portando ad una gita sulle montagne del nord della Svezia, per vedere insieme l'aurora boreale. Campeggiando da soli, insieme al loro cane, in mezzo ai ghiacci, si accorgeranno presto di essere inseguiti da un puntino rosso, un mirino laser di un fucile che dà loro la caccia in maniera ossessiva: qualcuno sta tentando di ucciderli e loro tenteranno di fare di tutto per sfuggirgli.

Il problema che io ho con questo genere di film è che è troppo legato a degli schemi predefiniti da cui ben pochi registi si sono mai discostati. Cambia la minaccia, una volta è uno squalo, un'altra un coccodrillo, un'altra ancora il trovarsi in mezzo al mare senza essere in grado di risalire sulla propria barca e in questo caso è il puntino rosso del mirino di un fucile, ma alla fine la solfa è sempre la stessa: vedere come i protagonisti fanno di tutto per sopravvivere. In questo caso, non avendo a che fare con una minaccia animale, c'è un'incognita in più, anche questa battuta più e più volte quando il predatore è umano: si tratta di un pazzo che ha solo bisogno di ammazzare o c'è una motivazione dietro al suo gesto. E tu guarda un po', anche in questo "Red Dot" decide di seguire uno dei soliti schemi e di non aggiungere nulla ai già tanti film di questo tipo che ho visto.

Diciamo di trovarci davanti ad un lungometraggio la cui sceneggiatura non è che sia particolarmente originale, io spettatore, vorrei vedere qualche bella idea a livello visivo, quanto meno per potermi ricordare di ciò che ho visto. Ecco, da questo punto di vista, qualcosina la si può trovare, alcune inquadrature ed alcune sequenze sono particolarmente azzeccate e la tensione, nonostante la linearità della trama, viene mantenuta ad un livello costante per tutta la breve durata del film e alla fine a livello puramente visivo non è malaccio. Però per vedere una pellicola di questo tipo, ho più bisogno di originalità piuttosto che di bellezza visiva. E quella, purtroppo, manca quasi totalmente.

Commenti

  1. Io l'ho trovato molto divertente, con un bel finale. Diciamo che su Netflix si trovano cose assai peggiori e molto più pubblicizzate!

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