L'uomo dei sogni (1989)

USA 1989
Titolo Originale: Field of Dreams
Regia: Phil Alden Robinson
Sceneggiatura: Phil Alden Robinson
Cast: Kevin Costner, Ray Liotta, Amy Madigan, James Earl Jones, Gaby Hoffmann, Timothy Busfield, Burt Lancaster, Dwier Brown, Frank Whaley
Durata: 107 minuti
Genere: Drammatico

La trama in breve: Ray Kinsella si è appena trasferito con la moglie e la figlia piccola in una fattoria nell'Iowa. Una sera, mentre cammina tra le piante, sente una voce che gli dice "Se lo costruisci, lui tornerà". Inizialmente non dà peso a quella voce, ma, dopo averla sentita una seconda volta, decide di assecondare l'istinto e di costruire un campo da baseball.

Nei sabati pomeriggio in cui non sai bene cosa fare e non hai voglia di cercarti un film da guardare nè nella tua collezione nè nel modo più usato al mondo (e non fate finta di sapere qual è) talvolta la televisione ti viene in soccorso, nella fattispecie in questo caso il canale "IRIS" di Mediaset che spesso e volentieri riesce a soddisfare i miei gusti cinematografici o con dei vecchi cult oppure con dei veri e proprio capolavori d'autore. COn questo film non ci troviamo, per quanto mi riguarda, in nessuna di queste categorie, ma quanto meno davanti ad un film godibilissimo e con un'immensa dose di scene commoventi, pur trattandosi fondamentalmente di un film pieno di buoni sentimenti e di speranza.

Iniziamo dal fatto che il titolo italiano secondo me c'entra ben poco con la trama del film. Il titolo originale, traducibile come "Il campo dei sogni" ha molto più effetto di quello italiano, che ha l'enorme difetto di essere fraintendibilissimo. Non nascondo che guardando un titolo del genere, senza sapere nè leggere nè scrivere e senza sapere di cosa parli il film, salterei la sua visione a piè pari perchè da un titolo così mi aspetto la solita commedia romantica da club del the caldo (ed è la seconda volta in due giorni che cito questo fantomatico club), capeggiato da donne attempate e preferibilmente zitelle che vedono tutta la loro frustrazione proiettata nel film.

E invece, in fondo, il film riesce con la sua storia magica, al limite del soprannaturale e dell'argomento "divino" a regalare minuti che scorrono inesorabilmente regalando emozioni a non finire per tutta la sua durata. Non si può certo dire che si tratti di un film particolarmente leggero, però è un film che scorre ed ha il chiaro e dichiarato intento di lasciarti qualcosa, un istante, un'emozione, un barlume di speranza su cui riflettere. Il fatto di avere una missione da compiere e di non guardare in faccia nessuno pur di compierla sono tra i temi portanti del film: affrontare le difficoltà, anche se nessuno crede in te. Nei film poi è facile: far passare la tua missione come un qualcosa di divino è il modo migliore per essere spernacchiato da tutti e il protagonista vive tutte le difficoltà del caso.

Kevin Costner non rientra di certo tra i miei attori preferiti, qui la sua interpretazione è valida e lascia il segno, differentemente da quanto fatto poi in futuro con altri film ben più pubblicizzati. Scopro anche che questo film fu candidato al premio Oscar come miglior film nel 1990 e posso dire senza la minima vergogna che non ne avevo mai sentito parlare fino a settimana scorsa. Anche se, guardando bene, dei candidati di quell'anno ho visto solo "L'attimo fuggente" che mi piace, ma non rientra certo tra i miei film preferiti.

Voto: 7+

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