The Lighthouse di Robert Eggers (2019)



USA, Brasile 2019
Titolo Originale: The Lighthouse
Sceneggiatura: Robert Eggers, Max Eggers
Durata: 109 minuti
Genere: Thriller, Horror


Dopo che alla fine dello scorso anno praticamente chiunque era riuscito a vedere "The Lighthouse", eccomi finalmente qui a parlarne anche io, semplicemente perchè, quando la nuova pellicola di Robert Eggers, autore del bellissimo "The Witch", stava diventando un fenomeno della rete, io mi ero ripromesso che l'avrei guardata una volta uscita nei cinema qui in Italia. Sfiga vuole che dapprima il film sembrava sarebbe potuto uscire intorno ad Aprile, poi però i cinema sono stati chiusi e l'idea di farlo uscire nelle sale già appariva abbastanza remota, con il lockdown in tutta Italia e i cinema che apriranno solamente il 15 Giugno - ancora resta da capire con quali film e io sarò qui per aggiornarvi anche su questo - "The Lighthouse" è uscito solamente sulle piattaforme di streaming, nella fattispecie Chili e Amazon Prime Video che lo stanno distribuendo a pagamento ad un prezzo di 3.99 euro, abbastanza sostenibile. Il regista, è stato già detto, è lo stesso di "The Witch", splendida pellicola che ha avuto più o meno lo stesso percorso a livello di distribuzione, dapprima diventando un fenomeno della rete, poi distribuita nelle sale in Italia, ma ingiustamente poco calcolata e diventata bersaglio di quei sedicenti appassionati di cinema horror che però per qualche motivo preferiscono film come "Paranormal Activia" - io lo chiamo "Activia" perchè mi fa cagare - a qualcosa di un po' più elaborato e acculturato come "The Witch". Il cast inoltre è composto da due attori principali: Robert Pattinson, che è da anni che non sbaglia un film dopo l'esperienza in "Twilight" - anche qui, peccato che il cinefilo medio-basso si sia fermato a quelli, perchè è proprio un bravo attore - e la garanzia Willem Dafoe, ad interpretare due guardiani di un faro.
La storia è ambientata verso la fine del XIX secolo, quando un ragazzo di nome Ephraim Winslow si reca su un'isola al largo del New England per diventare, per un mese, il guardiano del faro, sotto la supervisione di Thomas Wake, anziano e irascibile, che al faro ha dedicato buona parte della sua vita. Il rapporto fra i due, che dovranno convivere per diverso tempo in quel luogo isolato, fatica a decollare, con Wake che affida a Ephraim compiti sempre più faticosi, impedendogli di fare la mansione per cui è stato assunto, quella di controllare il faro, di cui Thomas Wake si vuole occupare personalmente. Presto Winslow troverà la statuetta di una sirena, che deciderà di tenere per sè, mentre comincerà a sospettare del suo compagno Wake, che scoprirà presto che ogni notte si reca sulla cima del faro, dove c'è la luce, spogliandosi davanti ad essa. Inoltre, il predecessore di Winslow sembra essere morto in circostanze sospette, a detta di Wake per la pazzia dovuta al lungo isolamento, ma Winslow inizierà a soffrire anche di inquietanti allucinazioni nelle quali gli si mostreranno dei mostri marini e inizierà a masturbarsi sula statuetta della sirena. Un gabbiano senza un occhio che comincerà ad importunare Winslow farà scattare la superstizione in Wake, che crede che nei gabbiani possa risiedere lo spirito dei marinai morti e ucciderli porti sfortuna.
Diciamo che prima della visione, di cui si è parlato in lungo e in largo già prima della fine del 2019, un po' mi aspettavo che questo film sarebbe potuto piacermi: innanzitutto i precedenti con Robert Eggers mi davano una certa fiducia, in secondo luogo, quando un film piace così tanto a tante persone del cui giudizio mi fido particolarmente è difficile che poi con me il risultato sia diametralmente opposto. C'è però da dire che qui siamo ben oltre ogni più rosea aspettativa, dato che questo "The Lighthouse" non è solo l'horror - o thriller, dipende da come la vedete voi, per me ha elementi di entrambi i generi - migliore che abbia visto negli ultimi tempi, ma anche, in generale, uno dei migliori film che abbia visto in questi primi mesi di questo funesto 2020, in cui probabilmente per vedere grande cinema dovremo aspettare ancora per un po'. Robert Eggers, ispirandosi ad uno storia di Edgar Allan Poe, ma prendendone praticamente subito le distanze a livello narrativo, realizza uno di quei film che è molto difficile dimenticare, che resta impresso nella mia mente e lo resterà per molto tempo, sia per la storia che viene narrata, ricca di simbolismi e di metafore tratte da mitologia contemporanea e antica - impossibile ad esempio, non pensare a Prometeo o a Icaro nelle scene finali -, sia per le scelte tecniche, una su tutte quella di girare la pellicola completamente in bianco e nero e in quattro terzi - all'incirca, ma su queste cose non sono particolarmente pignolo - che ad alcuni potrebbe sembrare la tipica scelta stilistica per far dire a tutti "oh ma che figo sto regista", ma poi ti accorgi che sarebbe difficile immaginarsi un film del genere a colori, che renderebbero meno efficaci i momenti inquietanti. Candidato all'Oscar per la migliore fotografia, questo aspetto tecnico è sicuramente uno di quelli che si nota subito quanto siano curati: la scena iniziale in cui ci vengono presentati i personaggi e ci vengono inquadrati per la prima volta insieme è già di suo indimenticabile, ma ci sono poi altre sequenze, sparse all'interno del film, in cui anche solo una singola inquadratura è in grado di aprire a interpretazioni e di raccontare delle vere e proprie storie.
Difficile poi non soffermarsi anche sull'aspetto recitativo di "The Lighthouse", anche perchè reggere un intero film con solo due attori nel cast - ce ne sarebbero altri due ma sono non dico secondari, ma quasi terziari o quaternari, si vedono pochissimo in scena e sono più che altro proiezioni mentali di Winslow - che grazie al loro affiatamento riescono a rendere credibile ogni singolo dialogo, ogni singola sequenza. Mentre infatti Pattinson interpreta il giovane guardiano, quello che deve imparare e deve rispettare le gerarchie, anche se presto inizierà a farsi delle domande sul fatto che ci sia qualcosa di misterioso legato al faro e al suo compagno, Willem Dafoe interpreta il vecchio burbero e un po' misantropo, che vede il suo compagno come un vero e proprio sottoposto, che deve seguire i suoi ordini e rispettare la gerarchia senza discutere. Oltre ad una regia e una fotografia perfetta, l'anima del film sono proprio loro due, che danno vita a dialoghi e momenti estremamente intensi in cui difficilmente, a conti fatti, avremmo potuto immaginare qualche altro attore al loro posto, insomma, sono stati veramente eccezionali. Così come eccezionale è stata la visione di questo film, seriamente candidato ad essere uno dei migliori visti in questa annata, anche se spero che arrivi qualche altra uscita, magari in sala, che possa smentirmi o giocarsela con lui!

Voto: 9

Commenti

  1. Il film che mi ha fatto tornare paura all'idea di incontrare per strada Willem Dafoe, che qui sembra davvero Poseidone, a un certo punto.
    Uno degli horror più belli dell'anno ma soprattutto uno dei FILM più belli, senza distinzione.

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  2. Mi accordo. Film immenso per me. Il migliore dell'anno scorso insieme a Parasite. Io a tratti lo preferisco persino a The VVitch anche se scegliere ovviamente è impossibile.

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  3. Bello, ma per me troppo pretenzioso.

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