OSCARS BEST MOVIES - La tragedia del Bounty di Frank Lloyd (1935)


USA 1935
Titolo Originale: Mutiny on the Bounty
Regia: Frank Lloyd
Sceneggiatura: Talbot Jennings, Jules Furthman, Carey Wilson
Durata: 135 minuti
Genere: Drammatico


Si prosegue con il giusto ritmo nella mia impresa assolutamente non comune di voler guardare - per poi parlarne qui sul blog - tutti i film che hanno vinto l'Oscar come miglior film. Con "La tragedia del Bounty", tra film che mi hanno soddisfatto parecchio e altri che invece non mi hanno particolarmente convinto e dopo aver visto "Accadde una notte" che finora è forse uno dei migliori, siamo arrivati all'ottava puntata di questa rassegna e ci avviciniamo pericolosamente a "Via col vento", che non ho mai visto e in questo preciso periodo della mia vita non saprei come inventarmi del tempo per vederlo, però ci proveremo. "La tragedia del Bounty", dopo "Cavalcata" - uno di quelli che finora mi ha convinto di meno - è il secondo film del regista britannico Frank Lloyd ad aver vinto l'Oscar come miglior film e qui indubbiamente ci troviamo davanti ad una pellicola di tutt'altro livello, forse perchè più fruibile dal grande pubblico - e quindi più comprensibile da un ignorantone come me - forse perchè invece racconta una storia più interessante e con delle interpretazioni un po' più moderne rispetto al suo film precedente. Protagonisti assoluti del film sono Charles Laughton, che qualche annetto più tardi avremmo visto nello "Spartacus" di Stanley Kubrick, Clark Gable, che invece abbiamo visto sempre come protagonista nella scorsa puntata di questa rassegna, e ultimo ma non meno importante Franchot Tone.
Il film è tratto dal romanzo "L'ammutinamento del Bounty" ispirato all'episodio della rivolta avvenuta sul Bounty, una nave mercantile britannica, nel 1789. L'ammutinamento è inoltre una delle più famose ribellioni nella storia della marina britannica. Siamo nel Dicembre del 1987 e la HMS Bounty si sta preparando a salpare dal porto verso Tahiti, da dove importerà l'albero del pane da usare come cibo per gli schiavi nelle piantagioni delle Indie Occidentali. Il tenente Fletcher Christian ha il compito di reclutare marinai, pescandoli anche tra i criminali comuni, utilizzando anche le maniere forti, l'ufficiale Roger Byam viene nominato guardiamarina del mercantile, mentre William Bligh è il capitano, che subito mostra il suo carattere dispotico e autoritario, costringendo l'equipaggio a punizioni talvolta eccessive, atte a volte a nascondere anche i torti che lui commette nei confronti dell'equipaggio. >Christian, dal canto suo, da subito mostra di non approvare i metodi del comandante, ma inizialmente lo asseconda, mostrandosi a volte accondiscendente verso gli altri marinai. La morte del dottore della nave sarà un po' la goccia che farà traboccare il vaso, convincendo Christian a ribellarsi alle angherie del capitano, convincendo altri marinai e costringendo il capitano e chiunque non approvi l'ammutinamento, a salire su una scialuppa che verrà poi abbandonata al suo destino in mare.
Diciamo che prima di vedere questo film non conoscevo particolarmente la storia dell'ammutinamento del Bounty, ma ne avevo in qualche modo sentito parlare e avevo, nel corso della mia vita, letto qualche pagina a riguardo. Al termine della visione del film posso tranquillamente dire intanto di saperne qualcosa in più e, in secondo luogo, che la pellicola è riuscita in qualche modo a mettermi la voglia di informarmi maggiormente sulla vicenda, come spesso e volentieri mi accade con i film biografici. Ho avuto subito la sensazione, guardando il film, che fosse diretto magistralmente, le scene di navigazione sono gestite alla perfezione e il bianco e nero presente in questo film riesce comunque a rendere bene l'idea delle luci che ci possano essere in mezzo al mare ritraendo alla perfezione sia le scene più luminose, in pieno giorno, sia quelle notturne, in cui i volti sono riconoscibili, ma comunque non sempre ben definiti. Oltre all'aspetto tecnico, che comunque è fondamentale per questo film, è la sceneggiatura ad essere gestita nella maniera migliore possibile: intanto il ritmo, pur non essendo forsennato, non cala mai e riesce a mantenere alta l'attenzione da parte dello spettatore, in secondo luogo si vuole porre maggiormente il centro su quello che è stato un evento che, nella sua gravità, ha cambiato fortemente il modo di gestire la marina da parte dei marinai inglesi, dapprima molto fondata sulla gerarchia, sul comando e sulla punizione, come ben mostratoci dal personaggio di Bligh, successivamente, dopo la denuncia da parte del personaggio Byam durante il processo svolto anche a suo carico - nonostante non si fosse accodato agli ammutinati, ma solo costretto a rimanere sulla nave per assenza di spazio sulla scialuppa -, basata sulla cooperazione e su un clima più amichevole.
Nel corso della pellicola entrano in scena molti personaggi, anche se nella maggior parte dei casi il loro background ci viene solamente accennato, ma sono ben quattro i filoni narrativi che vengono narrati nel corso della durata del film: il primo è quello della partenza della nave, che ci mostra il comportamento di Bligh e la formazione delle due fazioni, il secondo è quello dell'ammutinamento, durante il quale seguiamo in parallelo - e a dirla tutta empatizzando sia con gli ammutinati sia con il capitano - la storia degli ammutinati che tornano a Tahiti - nel film non viene detto, ma il motivo era per il sesso e la carnazza, ma nel 1935 lo si poteva solo far capire - e quella della scialuppa che, dopo essere riuscita a tornare miracolosamente in patria, vedrà il capitano ripartire alla volta di Tahiti per recuperare la sua nave, mentre l'ultimo filone narrativo è quello del processo agli ammutinati, nel quale verrà in qualche modo fatto un riassunto delle motivazioni e delle gesta compiute da Bligh. É molto bello a mio parere il fatto che tutti e tre i personaggi principali siano interessanti e sfaccettati: Christian mostra da subito di non approvare i modi del comandante, ma continua ad obbedire a lui fino alla famosa goccia che fa traboccare il vaso, Bligh riesce ad essere odioso nella parte iniziale, a farci provare compassione per lui nella parte centrale, fino a rendersi di nuovo odioso nel finale, mentre Byam stranamente rimane fedele al suo comandante per poi essere quello che non punterà principalmente a difendere se stesso al processo, quanto più che altro a denunciare i metodi di Bligh. Forse per la seconda volta da quando ho cominciato per la rassegna - continuo ad amare "Aurora" ma quello era proprio un film completamente diverso - ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad un film pazzesco sotto tantissimi aspetti dall'inizio alla fine, con la speranza che, con questa rassegna, forse io stia davvero cominciando ad ingranare!

Commenti

  1. Il Bounty (non il dolcetto cocco e cioccolato) è sempre un classico che mi piace in ogni versione, anche quella un po' più moderna con Brando e Gibson, ma questo resta il mio primo incontro con questa storia, quindi ne conservo un ottimo ricordo ;-) Cheers

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  2. Sono d'accordo con Cassidy, la storia del Bounty e del suo ammutinamento è sempre affascinante in tutte le sue versioni, anche se questa con Charles Laughton ha di sicuro una marcia in più.

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