OSCARS BEST MOVIES - Aurora di Friedrich Wilhelm Murnau (1927)


USA 1927
Titolo Originale: Sunrise: A Song of Two Humans
Sceneggiatura: Carl Mayer
Durata: 97 minuti
Genere: Drammatico


Ora, io lo so bene che il tempismo è una cosa importantissima, ma io non ne sono mai stato un vero e proprio cultore: una rubrica o uno speciale del genere, se iniziato due mesi fa, avrebbe molto probabilmente fatto il botto, oppure, altrettanto probabilmente, sarà un vero e proprio buco nell'acqua dato che non si parlerà di film nuovi, ma si andrà molto indietro nel tempo, dato che in questa rubrica si ripercorreranno tutti i film che hanno vinto l'Oscar come miglior film. Una rubrica abbastanza ambiziosa che, nel migliore dei casi, potrebbe andare vanti per quasi due anni, dato che c'è una novantina di film di cui parlare e, sempre nel migliore dei casi, prevedo di farne massimo uno alla settimana, possibile che qualche settimana venga saltata, un po' come in tutti i miei speciali. Si inizia dunque con "Aurora", film diretto nel 1927 da Friedrich Wilhelm Murnau, primo film hollywoodiano del regista tedesco, che nel 1922 aveva diretto il capolavoro del cinema horror "Nosferatu il vampiro". "Aurora" vinse l'Oscar alla prima edizione degli Academy Awards, nel 1929, nella categoria per il miglior film e produzione artistica, poi definitivamente abolita e inglobata nella categoria del miglior film.
Anses è un contadino che vive con la moglie e il figlio neonato nella sua fattoria. La sua vita cambierà con l'arrivo di una donna di città, che tenterà di irretirlo, convincendolo a lasciare la sua famiglia per seguirla in città. L'obiettivo della donna è quello di fare in modo che Anses uccida la moglie e gli suggerisce anche come fare, simulando un incidente in barca e facendola annegarla durante una gita sul lago. Inizialmente restio a compiere il gesto, Anses deciderà di portare la moglie sul lago, per mettere in atto il suo piano, dopo aver lasciato il bambino ad una bambinaia. Una volta che però l'uomo sembra essere deciso ad ucciderla, ecco che i rimorsi lo frenano, ma la moglie, visto ciò a cui era disposto il marito, è impaurita da lui e, una volta attraversato il lago con la barca e arrivati in città, fuggirà da lui. I due si ritroveranno e si riscopriranno profondamente innamorati, passando tutta la giornata assieme in città.
Mi rendo conto che riassumendo la trama del film ho parlato praticamente di due terzi degli avvenimenti che avvengono al suo interno, però effettivamente il film, a livello di sceneggiatura e di struttura narrativa è piuttosto semplice, tanto semplice quanto affascinante però, sia per lo stile registico sia per la recitazione dei protagonisti. Innanzitutto c'è da precisare il fatto che ci troviamo davanti ad un film muto e ciò comporta che la recitazione degli attori debba essere il più mimica possibile, ciò che poi negli anni a venire sarebbe stato detto e fatto capire con le parole, nei film prima degli anni trenta - per dirla in maniera piuttosto semplicistica, lo ammetto - bisognava far capire tutto con le movenze del corpo e con le espressioni del volto, con la colonna sonora che ha il compito di accompagnare gli eventi e suscitare le giuste emozioni negli spettatori. É proprio ciò che avviene in "Aurora", dove i movimenti degli attori, le posture e le espressioni facciali diventano importantissime e mi viene ad esempio da pensare alla scena in cui Anses sta per uccidere la moglie Indre, in cui viene ripreso di spalle, ingobbito, quasi mostruoso, a sovrastare la moglie, sembra aver perso tutta la sua umanità e anche le brevi inquadrature sul suo volto fanno trasparire una perdita quasi totale delle emozioni umane.
Nel vedere "Aurora", che ammetto candidamente non essere proprio nel mio target di visioni, ma siccome sono interessato al cinema è giusto spingersi ogni tanto su qualcosa che non si andrebbe normalmente a cercare, è il modo in cui la vicenda viene narrata, una vicenda che si divide evidentemente in tre atti e in tutti, ma soprattutto nel primo e nell'ultimo, si respira un'atmosfera da thriller tesissimo con la tensione che viene tenuta a livelli abbastanza alti. Nel secondo atto, che invece è quello dai toni più sereni, con la coppia che ha ritrovato l'amore e la fiducia reciproca - anche se il processo che porta Indre a perdonare il marito a livello di tempistiche mi è sembrato un po' improbabile, ma tant'è - è quella in cui intanto si vedono molte idee interessanti a livello cinematografico, con Murnau che riesce a mettere in scena una parte in cui il sentimentalismo e la componente romantica non diventano mai tanto pesanti da annoiarmi - e a me i film sentimentali e romantici annoiano molto presto. Insomma, comincia questa impresa ambiziosa di recuperare e parlare su questo blog di tutti i film che hanno vinto l'Oscar per il miglior film, con una pellicola che mi sono trovato ad apprezzare enormemente tanto da farmi venire voglia di recuperare altri esemplari del cinema muto di quel periodo, che ammetto di averne visti decisamente pochi nella mia vita.

Commenti

  1. Mi piace moltissimo l'idea di questa rubrica! Quante cose interessanti ci può far scoprire... Certo si prospetta un gran lavoro, ma spero proprio che continuerai.

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