LE SERIE TV DI APRILE
Arriviamo con il solito appuntamento di fine mese con le serie TV viste nel corso del mese e in Aprile devo dire che c'è stata una vera e propria scorpacciata: molte serie televisive viste, complice anche il completamento di alcune stagioni che avevo iniziato a Marzo e ho terminato nei primi giorni del mese. Vediamo con la solita carrellata tutte le serie televisive che ho avuto modo di vedere nel corso di questo mese!
Bloodride - Stagione 1
Episodi: 6
Rete Norvegese: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Genere: Horror
Quanto mi mancavano le serie antologiche, non quelle in cui ogni stagione è una storia diversa, ma quelle in cui ogni episodio è a sè stante e narra una storia diversa. Solitamente, come in "Black Mirror", le storie sono tematiche, ma magari di diverso genere, in "Bloodride", prodotta in Norvegia e distribuita su Netflix, l'unico punto in comune tra le diverse storie è il fatto di essere appartenenti al genere horror. Vediamo, episodio per episodio, quali sono state le mie impressioni.
Il sacrificio più grande: Narra la storia di una famiglia che si trasferisce in una casa in campagna e i cui abitanti sembrano essere molto legati ai propri animali. Non si inizia proprio benissimo per quanto riguarda questi corti horror, o meglio, leggendo i commenti di altri, mi sarei aspettato molto di più. I personaggi nel breve tempo a disposizione sono caratterizzati in modo soddisfacente e viene reso nella giusta maniera il mistero sul legame che lega le persone ai propri animali, senza però mai creare la giusta tensione. Il colpo di scena finale non è particolarmente telefonato, ma mi è parso mancasse di pathos, ma nel complesso la storia mi è sembrata soddisfacente. Voto: 6
Tre fratelli matti: Eric è appena stato dimesso da un ospedale psichiatrico e riceve la visita dei suoi due fratelli, che lo porteranno in gita nel cottage dove andavano quando erano piccoli. Fermatisi ad un benzinaio, troveranno una ragazza da ospitare, ma presto le cose, per i tre fratelli, si metteranno male. Episodio sicuramente meglio riuscito rispetto al precedente, cerca di ribaltare un po' la situazione riguardo alla follia dei personaggi in scena, dato che dapprima ci viene presentato Eric come quello mentalmente disturbato per poi far pensare allo spettatore che in realtà avessero ricoverato quello sbagliato. Qui invece il colpo di scena finale mi è parso abbastanza telefonato, ma c'è comunque la giusta costruzione della tensione e l'episodio scorre senza problemi fino alla fine. Voto: 6,5
Uno scrittore malvagio: Olivia è un'aspirante scrittrice che vive una vita felice con il ragazzo e le sue coinquiline. In quella che sembra essere la sua giornata perfetta, incontra Alex ad un corso di scrittura e, dopo averlo incontrato, la sua giornata peggiorerà drasticamente. Per quanto mi riguarda uno degli episodi migliori dell'intera stagione, tensione che si respira dall'inizio alla fine, un personaggio in cui si insinua la paranoia ed il dubbio con l'evolversi della situazione. Anche qui doppio colpo di scena: il primo telefonatissimo per chi ha visto più di due film horror in vita sua, il secondo invece, veramente azzeccato e giocato a meraviglia. Voto: 7+
Topi da laboratorio: Un ricco imprenditore viene derubato del prototipo che sta per lanciare sul mercato durante una cena in cui ci sono con lui solamente sei ospiti: deve essere per forza stato uno di loro ad entrare nella cassaforte e rubare l'oggetto, quindi inizia un'indagine con metodi non proprio ortodossi, per scoprire chi sia stato il colpevole. Inizialmente si ha come la sensazione di trovarsi davanti ad uno di quei gialli alla Agatha Christie, in cui l'ambiente e il numero di personaggi ristretto fa cadere per forza la colpevolezza su uno di loro, obbligandoli a stare chiusi finchè il colpevole non venga scovato. Quando però poi l'indagine passa alla tortura, psicologica e non, si perde un po' di interesse nella visione di questo corto, che riesce sì a creare una buona atmosfera, ma non riesce a farsi voler bene. Voto: 5,5
La vecchia scuola: Una scuola, rimasta chiusa per moltissimi anni, viene riaperta e una nuova classe di bambini sta per entrarvi, sotto l'egida della nuova insegnante, appena arrivata in città. Ella subito si accorgerà che c'è qualcosa di strano, voci che arrivano dai sotterranei, un vecchio bidello piuttosto ambiguo e una storia riguardo a dei bambini, scomparsi prima che la scuola venisse chiusa. Quella che sulla carta sarebbe potuta essere la storia più interessante, si rivela essere una delle più noiose, mezz'ora che mi è pesata veramente molto e un colpo di scena finale che ci sta, ma non riesce a risollevare un episodio piuttosto scialbo. Voto: 5
L'elefante nella stanza: Una festa, organizzata all'interno di un'azienda dove qualche mese prima è avvenuto un incidente con una dipendente. Gli ultimi due arrivati cominceranno ad indagare sull'incidente e su chi potesse averlo provocato. Forse il meno horror degli episodi di questa serie, anche su quest'ultimo lavoro ho qualche riserva. Abbiamo come al solito il colpo di scena finale che ribalta la situazione e, anche in questo caso, devo dire che l'effetto di questo colpo di scena non è stato male, ma è come ci si arriva che mi ha convinto decisamente di meno. Voto: 5,5
Voto alla prima stagione: 6
Doctor Who - Stagione 5
Episodi: 13
Rete Inglese: BBC One
Rete Italiana: Rai 4
Cast: Matt Smith, Karen Gillan
Genere: Fantascienza
Attendevo con una certa impazienza di avere il tempo per vedere la quinta stagione di "Doctor Who" e il motivo è presto detto: sapevo già, in anticipo, che l'assistente del Dottore sarebbe stata interpretata da Karen Gillan, attrice che personalmente adoro, non solo per meriti a livello recitativo, ma anche per meriti fisici, tra cui dei bellissimi capelli rossi, ipnotici. Ho un po' subito il distacco dal Dottore interpretato da David Tennant, ma questo nuovo interpretato da Matt Smith non ci ha messo molto a farsi apprezzare da me, sicuramente più simpatico e meno tenebroso. Questa quinta stagione, tra episodi standalone e quelli che portano avanti l'esile trama orizzontale, devo dire che mi è piaciuta molto: ancora una volta menzione particolare per il doppio episodio sugli angeli piangenti, che sono per me una delle maggiori fonti di ansia di tutto il mondo di "Doctor Who", ma mi è piaciuta molto anche tutta la vicenda legata ad Amy Pond e al suo particolare rapporto con il tempo, dovuto ad una crepa presente nella sua casa fin da quando era bambina. Leggendo i commenti su TV Time riguardo a questa serie ho notato che molti, all'epoca dell'uscita, avevano criticato questa assistente, sarà, per me, a prescindere dall'aspetto fisico, è sembrata una delle migliori, forse non in grado di superare Rose, ma sicuramente se la gioca con Donna - molto diverse caratterialmente, anche se entrambe simpaticissime, forse Amy molto più ingenua ed infantile - e supera a livello di carisma Martha Jones. Insomma, ci troviamo davanti ad una buonissima quinta stagione, che forse non raggiunge gli apici raggiunti nella quarta, probabilmente insuperabile, ma si conferma valida e con un paio di episodi che sono delle vere e proprie chicche a livello narrativo.
Voto: 7,5
Sons of Anarchy - Stagione 3
Creatore: Kurt Sutter
Episodi: 13
Rete Americana: FX
Rete Italiana: FX
Cast: Charlie Hunnam, Katey Sagal, Mark Boone Jr., Kim Coates, Tommy Flanagan, Johnny Lewis, Maggie Siff, Ron Perlman, Ryan Hurst, William Lucking, Theo Rossi
Genere: Drammatico, Azione
Continua il mio recupero di "Sons of Anarchy" con una terza stagione con la quale la serie penso possa definitivamente entrare nel mio cuore. Basata interamente su ciò che il club e Jax faranno per recuperare Abel, rapito dagli irlandesi in un gioco di potere che coinvolgerà anche i piani alti dell'IRA, tra cui l'enigmatico Jimmy O'Phelan interpretato da Titus Welliver e farà luce su alcuni aspetti del passato di John Teller, il padre di Jax. Una stagione estremamente carica di tensione e di colpi di scena, sicuramente ottima tutta la parte ambientata a Belfast, con il club fuori dalla propria casa, mentre un po' meno coinvolgenti le storie che si svolgono negli Stati Uniti, dove rimangono Tara, Tig e Piney. Il finale di questa terza stagione è poi, senza ombra di dubbio, il miglior episodio visto finora, venti minuti finali in cui si consumano almeno tre colpi di scena e ribaltamenti di fronte, che, soprattutto nella scena finale, mi hanno, lo ammetto, fatto lacrimare molto forte. Dopo una prima stagione che non mi aveva convinto più di tanto a livello di ritmo narrativo, con questa terza stagione si raggiunge un punto molto alto con un turbinio di emozioni che sembrerà unire moltissimo il club dopo i disastri avvenuti nel corso del secondo ciclo di episodi.
Voto: 8,5
Sons of Anarchy - Stagione 4
Creatore: Kurt Sutter
Episodi: 14
Rete Americana: FX
Rete Italiana: FX
Cast: Charlie Hunnam, Katey Sagal, Mark Boone Jr., Kim Coates, Tommy Flanagan, Johnny Lewis, Maggie Siff, Ron Perlman, Ryan Hurst, William Lucking, Theo Rossi
Genere: Drammatico, Azione
Con il fatto che sto lavorando da casa, la visione di "Sons of Anarchy" prosegue più velocemente del previsto, dato che ho la possibilità di sfruttare la pausa pranzo, in cui mangio con i miei genitori, per vedere una puntata, il che mi porta ad aver visto non una stagione della serie nel corso di questo mese, ma ben due. E dopo il finale pazzesco della terza stagione, con tre colpi di scena nel giro di meno di mezz'ora, veniamo catapultati subito al termine della pena per i nostri protagonisti, che, una volta scarcerati, si ributteranno nei loro traffici, affiliandosi al cartello di Galindo, ma anche con lo sceriffo Roosevelt a metter loro i bastoni tra le ruote e l'ingresso in scena di un nuovo agente dell'FBI il cui background non ci viene molto spiegato, ma il modo in cui viene caratterizzato ci fa capire moltissime cose sulla sua personalità. Con Jax che vuole a tutti i costi trovare un modo per uscire dal giro e vivere una vita felice con la sua famiglia e Clay che cercherà in tutti i modi di mettergli i bastoni tra le ruote, un po' come nella seconda stagione il vero nemico dei Samcro non sarà qualcuno di esterno, ma saranno gli stessi componenti della banda, con Clay che diventerà sempre di più un vero e proprio pericolo per il club, complice anche il ritrovamento di lettere di John Teller che rivelerebbero che dietro la sua morte ci sono proprio lui e la sua attuale moglie Gemma. Una stagione ancora una volta molto bella in cui molti sono i momenti tristi e altrettanti quelli narrati con la massima cura, ma in cui, ancora una volta, è forse il finale di stagione a dare il meglio possibile, con l'ennesimo parallelismo tra la coppia Jax-Tara e John-Gemma e una colonna sonora, "The House of the Rising Sun" reinterpretata in modo che la città non sia New Orleans, ma Charming Town, che emoziona in maniera incredibile.
Voto: 8,5
Le terrificanti avventure di Sabrina - Parte 3
Creatore: Roberto Aguirre-Sacasa
Episodi: 8
Rete Americana: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Cast: Kiernan Shipka, Chance Perdomo, Miranda Otto, Lucy Davis, Michelle Gomez, Ross Lynch, Tati Gabrielle, Jaz Sinclair, Adeline Rudolph, Richard Coyle, Lachlan Watson, Gavin Leatherwood
Genere: Horror, Commedia
Devo dire che la prima e la seconda parte di "Le terrificanti avventure di Sabrina" mi erano piaciute abbastanza, la storia era il giusto mix tra il tono adolescenziale dato dai giovani protagonisti e dal fatto che buona parte degli episodi fossero ambientati in una scuola, che fosse quella di Greendale o l'accademia delle streghe che frequenta Sabrina, e il tono un po' più macabro, comunque abbastanza edulcorato per essere fruibile da un pubblico più giovane. Sarebbe stato troppo bello avere una terza parte che si mantenesse sui buoni livelli delle prime due ed ecco che, infatti, arriva una terza parte decisamente sotto tono, pesante da seguire e in cui alcune delle tematiche umane che erano state seguite nei primi due cicli di episodi - anche se quasi sempre in modo semplicistico - come il femminismo, la presa di coscienza della propria sessualità e così via. In questa terza parte, oltre a una storyline horror che per quanto interessante è stata sviluppata in maniera abbastanza lenta e narrativamente pesante, a diventare pesanti sono anche tutte quelle tematiche di contorno che in certi casi ho addirittura fatto fatica a comprendere. Il fatto che poi la serie si concentri maggiormente sulla componente da teen drama, mentre nelle prime due stagioni era proprio l'equilibrio tra questa componente e quella horror a dare forza alla serie, rende la narrazione ancora più pesante e difficile da seguire.
Voto: 5
Kingdom - Stagione 2
Creatore: Kim Seong-hun
Episodi: 6
Rete Sudcoreana: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Cast: Ju Ji-hoon, Bae Doo-na, Ryu Seung-ryong, Kim Sang-ho, Heo Joon-ho, Jeon Seok-ho, Chu Hun-yub
Genere: Horror
Lo scorso anno avevo accolto con la massima positività la prima stagione di "Kingdom", serie tv sudcoreana presente su Netflix ambientata in un ipotetico medioevo in cui per nascondere alla popolazione la morte del re viene diffuso un virus che trasforma le persone in creature molto simili a degli zombie e l'avevo accolta in maniera estremamente positiva innanzitutto per i suoi pregi dal punto di vista tecnico, su tutti un trucco che rendeva gli zomboidi estremamente realistici per ciò che devono essere, ovvero dei morti viventi le cui ossa e articolazioni scrocchiano continuamente nei movimenti, proprio perchè si tratta di persone morte. Un altro aspetto che mi era particolarmente piaciuto era il fatto che il ritmo narrativo della prima stagione non lasciava veramente un attimo di respiro. In questa stagione, che si mantiene comunque su dei buonissimi livelli, diciamo che il fatto di aver perso l'effetto sorpresa della prima stagione, ha un po' remato contro rispetto al mio gradimento verso di essa. C'è di buono però che, rispetto ad una prima stagione che metteva tantissima carne al fuoco spiegando poche cose, in questo secondo ciclo di episodi si chiudono molte questioni lasciate aperte lo scorso anno, tanto che quasi si potrebbe dire che non è che ci sia tanto bisogno di una terza stagione per questa serie, dato che la chiusura mi è sembrata abbastanza soddisfacente, anche se dovesse trattarsi di un series finale.
Voto: 6,5
Bloodride - Stagione 1
Episodi: 6
Rete Norvegese: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Genere: Horror
Quanto mi mancavano le serie antologiche, non quelle in cui ogni stagione è una storia diversa, ma quelle in cui ogni episodio è a sè stante e narra una storia diversa. Solitamente, come in "Black Mirror", le storie sono tematiche, ma magari di diverso genere, in "Bloodride", prodotta in Norvegia e distribuita su Netflix, l'unico punto in comune tra le diverse storie è il fatto di essere appartenenti al genere horror. Vediamo, episodio per episodio, quali sono state le mie impressioni.
Il sacrificio più grande: Narra la storia di una famiglia che si trasferisce in una casa in campagna e i cui abitanti sembrano essere molto legati ai propri animali. Non si inizia proprio benissimo per quanto riguarda questi corti horror, o meglio, leggendo i commenti di altri, mi sarei aspettato molto di più. I personaggi nel breve tempo a disposizione sono caratterizzati in modo soddisfacente e viene reso nella giusta maniera il mistero sul legame che lega le persone ai propri animali, senza però mai creare la giusta tensione. Il colpo di scena finale non è particolarmente telefonato, ma mi è parso mancasse di pathos, ma nel complesso la storia mi è sembrata soddisfacente. Voto: 6
Tre fratelli matti: Eric è appena stato dimesso da un ospedale psichiatrico e riceve la visita dei suoi due fratelli, che lo porteranno in gita nel cottage dove andavano quando erano piccoli. Fermatisi ad un benzinaio, troveranno una ragazza da ospitare, ma presto le cose, per i tre fratelli, si metteranno male. Episodio sicuramente meglio riuscito rispetto al precedente, cerca di ribaltare un po' la situazione riguardo alla follia dei personaggi in scena, dato che dapprima ci viene presentato Eric come quello mentalmente disturbato per poi far pensare allo spettatore che in realtà avessero ricoverato quello sbagliato. Qui invece il colpo di scena finale mi è parso abbastanza telefonato, ma c'è comunque la giusta costruzione della tensione e l'episodio scorre senza problemi fino alla fine. Voto: 6,5
Uno scrittore malvagio: Olivia è un'aspirante scrittrice che vive una vita felice con il ragazzo e le sue coinquiline. In quella che sembra essere la sua giornata perfetta, incontra Alex ad un corso di scrittura e, dopo averlo incontrato, la sua giornata peggiorerà drasticamente. Per quanto mi riguarda uno degli episodi migliori dell'intera stagione, tensione che si respira dall'inizio alla fine, un personaggio in cui si insinua la paranoia ed il dubbio con l'evolversi della situazione. Anche qui doppio colpo di scena: il primo telefonatissimo per chi ha visto più di due film horror in vita sua, il secondo invece, veramente azzeccato e giocato a meraviglia. Voto: 7+
Topi da laboratorio: Un ricco imprenditore viene derubato del prototipo che sta per lanciare sul mercato durante una cena in cui ci sono con lui solamente sei ospiti: deve essere per forza stato uno di loro ad entrare nella cassaforte e rubare l'oggetto, quindi inizia un'indagine con metodi non proprio ortodossi, per scoprire chi sia stato il colpevole. Inizialmente si ha come la sensazione di trovarsi davanti ad uno di quei gialli alla Agatha Christie, in cui l'ambiente e il numero di personaggi ristretto fa cadere per forza la colpevolezza su uno di loro, obbligandoli a stare chiusi finchè il colpevole non venga scovato. Quando però poi l'indagine passa alla tortura, psicologica e non, si perde un po' di interesse nella visione di questo corto, che riesce sì a creare una buona atmosfera, ma non riesce a farsi voler bene. Voto: 5,5
La vecchia scuola: Una scuola, rimasta chiusa per moltissimi anni, viene riaperta e una nuova classe di bambini sta per entrarvi, sotto l'egida della nuova insegnante, appena arrivata in città. Ella subito si accorgerà che c'è qualcosa di strano, voci che arrivano dai sotterranei, un vecchio bidello piuttosto ambiguo e una storia riguardo a dei bambini, scomparsi prima che la scuola venisse chiusa. Quella che sulla carta sarebbe potuta essere la storia più interessante, si rivela essere una delle più noiose, mezz'ora che mi è pesata veramente molto e un colpo di scena finale che ci sta, ma non riesce a risollevare un episodio piuttosto scialbo. Voto: 5
L'elefante nella stanza: Una festa, organizzata all'interno di un'azienda dove qualche mese prima è avvenuto un incidente con una dipendente. Gli ultimi due arrivati cominceranno ad indagare sull'incidente e su chi potesse averlo provocato. Forse il meno horror degli episodi di questa serie, anche su quest'ultimo lavoro ho qualche riserva. Abbiamo come al solito il colpo di scena finale che ribalta la situazione e, anche in questo caso, devo dire che l'effetto di questo colpo di scena non è stato male, ma è come ci si arriva che mi ha convinto decisamente di meno. Voto: 5,5
Voto alla prima stagione: 6
Doctor Who - Stagione 5
Episodi: 13
Rete Inglese: BBC One
Rete Italiana: Rai 4
Cast: Matt Smith, Karen Gillan
Genere: Fantascienza
Attendevo con una certa impazienza di avere il tempo per vedere la quinta stagione di "Doctor Who" e il motivo è presto detto: sapevo già, in anticipo, che l'assistente del Dottore sarebbe stata interpretata da Karen Gillan, attrice che personalmente adoro, non solo per meriti a livello recitativo, ma anche per meriti fisici, tra cui dei bellissimi capelli rossi, ipnotici. Ho un po' subito il distacco dal Dottore interpretato da David Tennant, ma questo nuovo interpretato da Matt Smith non ci ha messo molto a farsi apprezzare da me, sicuramente più simpatico e meno tenebroso. Questa quinta stagione, tra episodi standalone e quelli che portano avanti l'esile trama orizzontale, devo dire che mi è piaciuta molto: ancora una volta menzione particolare per il doppio episodio sugli angeli piangenti, che sono per me una delle maggiori fonti di ansia di tutto il mondo di "Doctor Who", ma mi è piaciuta molto anche tutta la vicenda legata ad Amy Pond e al suo particolare rapporto con il tempo, dovuto ad una crepa presente nella sua casa fin da quando era bambina. Leggendo i commenti su TV Time riguardo a questa serie ho notato che molti, all'epoca dell'uscita, avevano criticato questa assistente, sarà, per me, a prescindere dall'aspetto fisico, è sembrata una delle migliori, forse non in grado di superare Rose, ma sicuramente se la gioca con Donna - molto diverse caratterialmente, anche se entrambe simpaticissime, forse Amy molto più ingenua ed infantile - e supera a livello di carisma Martha Jones. Insomma, ci troviamo davanti ad una buonissima quinta stagione, che forse non raggiunge gli apici raggiunti nella quarta, probabilmente insuperabile, ma si conferma valida e con un paio di episodi che sono delle vere e proprie chicche a livello narrativo.
Voto: 7,5
Sons of Anarchy - Stagione 3
Creatore: Kurt Sutter
Episodi: 13
Rete Americana: FX
Rete Italiana: FX
Cast: Charlie Hunnam, Katey Sagal, Mark Boone Jr., Kim Coates, Tommy Flanagan, Johnny Lewis, Maggie Siff, Ron Perlman, Ryan Hurst, William Lucking, Theo Rossi
Genere: Drammatico, Azione
Continua il mio recupero di "Sons of Anarchy" con una terza stagione con la quale la serie penso possa definitivamente entrare nel mio cuore. Basata interamente su ciò che il club e Jax faranno per recuperare Abel, rapito dagli irlandesi in un gioco di potere che coinvolgerà anche i piani alti dell'IRA, tra cui l'enigmatico Jimmy O'Phelan interpretato da Titus Welliver e farà luce su alcuni aspetti del passato di John Teller, il padre di Jax. Una stagione estremamente carica di tensione e di colpi di scena, sicuramente ottima tutta la parte ambientata a Belfast, con il club fuori dalla propria casa, mentre un po' meno coinvolgenti le storie che si svolgono negli Stati Uniti, dove rimangono Tara, Tig e Piney. Il finale di questa terza stagione è poi, senza ombra di dubbio, il miglior episodio visto finora, venti minuti finali in cui si consumano almeno tre colpi di scena e ribaltamenti di fronte, che, soprattutto nella scena finale, mi hanno, lo ammetto, fatto lacrimare molto forte. Dopo una prima stagione che non mi aveva convinto più di tanto a livello di ritmo narrativo, con questa terza stagione si raggiunge un punto molto alto con un turbinio di emozioni che sembrerà unire moltissimo il club dopo i disastri avvenuti nel corso del secondo ciclo di episodi.
Voto: 8,5
Sons of Anarchy - Stagione 4
Creatore: Kurt Sutter
Episodi: 14
Rete Americana: FX
Rete Italiana: FX
Cast: Charlie Hunnam, Katey Sagal, Mark Boone Jr., Kim Coates, Tommy Flanagan, Johnny Lewis, Maggie Siff, Ron Perlman, Ryan Hurst, William Lucking, Theo Rossi
Genere: Drammatico, Azione
Con il fatto che sto lavorando da casa, la visione di "Sons of Anarchy" prosegue più velocemente del previsto, dato che ho la possibilità di sfruttare la pausa pranzo, in cui mangio con i miei genitori, per vedere una puntata, il che mi porta ad aver visto non una stagione della serie nel corso di questo mese, ma ben due. E dopo il finale pazzesco della terza stagione, con tre colpi di scena nel giro di meno di mezz'ora, veniamo catapultati subito al termine della pena per i nostri protagonisti, che, una volta scarcerati, si ributteranno nei loro traffici, affiliandosi al cartello di Galindo, ma anche con lo sceriffo Roosevelt a metter loro i bastoni tra le ruote e l'ingresso in scena di un nuovo agente dell'FBI il cui background non ci viene molto spiegato, ma il modo in cui viene caratterizzato ci fa capire moltissime cose sulla sua personalità. Con Jax che vuole a tutti i costi trovare un modo per uscire dal giro e vivere una vita felice con la sua famiglia e Clay che cercherà in tutti i modi di mettergli i bastoni tra le ruote, un po' come nella seconda stagione il vero nemico dei Samcro non sarà qualcuno di esterno, ma saranno gli stessi componenti della banda, con Clay che diventerà sempre di più un vero e proprio pericolo per il club, complice anche il ritrovamento di lettere di John Teller che rivelerebbero che dietro la sua morte ci sono proprio lui e la sua attuale moglie Gemma. Una stagione ancora una volta molto bella in cui molti sono i momenti tristi e altrettanti quelli narrati con la massima cura, ma in cui, ancora una volta, è forse il finale di stagione a dare il meglio possibile, con l'ennesimo parallelismo tra la coppia Jax-Tara e John-Gemma e una colonna sonora, "The House of the Rising Sun" reinterpretata in modo che la città non sia New Orleans, ma Charming Town, che emoziona in maniera incredibile.
Voto: 8,5
Le terrificanti avventure di Sabrina - Parte 3
Creatore: Roberto Aguirre-Sacasa
Episodi: 8
Rete Americana: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Cast: Kiernan Shipka, Chance Perdomo, Miranda Otto, Lucy Davis, Michelle Gomez, Ross Lynch, Tati Gabrielle, Jaz Sinclair, Adeline Rudolph, Richard Coyle, Lachlan Watson, Gavin Leatherwood
Genere: Horror, Commedia
Devo dire che la prima e la seconda parte di "Le terrificanti avventure di Sabrina" mi erano piaciute abbastanza, la storia era il giusto mix tra il tono adolescenziale dato dai giovani protagonisti e dal fatto che buona parte degli episodi fossero ambientati in una scuola, che fosse quella di Greendale o l'accademia delle streghe che frequenta Sabrina, e il tono un po' più macabro, comunque abbastanza edulcorato per essere fruibile da un pubblico più giovane. Sarebbe stato troppo bello avere una terza parte che si mantenesse sui buoni livelli delle prime due ed ecco che, infatti, arriva una terza parte decisamente sotto tono, pesante da seguire e in cui alcune delle tematiche umane che erano state seguite nei primi due cicli di episodi - anche se quasi sempre in modo semplicistico - come il femminismo, la presa di coscienza della propria sessualità e così via. In questa terza parte, oltre a una storyline horror che per quanto interessante è stata sviluppata in maniera abbastanza lenta e narrativamente pesante, a diventare pesanti sono anche tutte quelle tematiche di contorno che in certi casi ho addirittura fatto fatica a comprendere. Il fatto che poi la serie si concentri maggiormente sulla componente da teen drama, mentre nelle prime due stagioni era proprio l'equilibrio tra questa componente e quella horror a dare forza alla serie, rende la narrazione ancora più pesante e difficile da seguire.
Voto: 5
Kingdom - Stagione 2
Creatore: Kim Seong-hun
Episodi: 6
Rete Sudcoreana: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Cast: Ju Ji-hoon, Bae Doo-na, Ryu Seung-ryong, Kim Sang-ho, Heo Joon-ho, Jeon Seok-ho, Chu Hun-yub
Genere: Horror
Lo scorso anno avevo accolto con la massima positività la prima stagione di "Kingdom", serie tv sudcoreana presente su Netflix ambientata in un ipotetico medioevo in cui per nascondere alla popolazione la morte del re viene diffuso un virus che trasforma le persone in creature molto simili a degli zombie e l'avevo accolta in maniera estremamente positiva innanzitutto per i suoi pregi dal punto di vista tecnico, su tutti un trucco che rendeva gli zomboidi estremamente realistici per ciò che devono essere, ovvero dei morti viventi le cui ossa e articolazioni scrocchiano continuamente nei movimenti, proprio perchè si tratta di persone morte. Un altro aspetto che mi era particolarmente piaciuto era il fatto che il ritmo narrativo della prima stagione non lasciava veramente un attimo di respiro. In questa stagione, che si mantiene comunque su dei buonissimi livelli, diciamo che il fatto di aver perso l'effetto sorpresa della prima stagione, ha un po' remato contro rispetto al mio gradimento verso di essa. C'è di buono però che, rispetto ad una prima stagione che metteva tantissima carne al fuoco spiegando poche cose, in questo secondo ciclo di episodi si chiudono molte questioni lasciate aperte lo scorso anno, tanto che quasi si potrebbe dire che non è che ci sia tanto bisogno di una terza stagione per questa serie, dato che la chiusura mi è sembrata abbastanza soddisfacente, anche se dovesse trattarsi di un series finale.
Voto: 6,5
Interessante questo Bloodride, che di certo sarà migliore di The Race...
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