Il signor Diavolo di Pupi Avati (2019)

Italia 2019
Titolo Originale: Il signor Diavolo
Regia: Pupi Avati
Sceneggiatura: Pupi Avati, Antonio Avati, Tommaso Avati
Durata: 86 minuti
Genere: Horror


Quando nell'estate del 2019, appena tornato dalle mie vacanze in Giappone e in Corea del Sud, mi si è presentata la possibilità di scegliere tra la visione di due film horror italiani, "Il signor Diavolo" e "The Nest - Il nido", ho scelto il secondo, semplicemente perchè, essendo un film d'esordio, avevo come la sensazione che sarebbe rimasto meno tempo in sala e visto che provavo un certo interesse non avrei dovuto perderne l'occasione. É successo poi che, per un motivo o per l'altro, "Il signor Diavolo", di Pupi Avati, regista sicuramente più rinomato di Roberto De Feo anche se negli ultimi anni non viene particolarmente calcolato, un po' come tutti i grandi registi che non hanno in qualche modo voluto sottostare alla logica del mercato cinematografico, non ha avuto sto gran successo - cosa sicuramente prevedibile - e non sono riuscito ad andarlo a vedere al cinema, motivo per cui ho dovuto attendere fino alla pubblicazione su Now TV per potermelo gustare. Ammetto di non essere un grande esperto del cinema di Pupi Avati, ma di aver visto qualche suo thriller e qualche suo horror e di essere rimasto abbastanza colpito dal suo stile soprattutto dopo la visione de "La casa dalle finestre che ridono", che mi aveva affascinato anche grazie al suo finale estremamente enigmatico. Protagonisti de "Il signor Diavolo" sono Gabriel Lo Giudice, il giovane Filippo Franchini, Chiara Caselli e Alessandro Haber, che quando c'è bisogno di un buon caratterista non manca mai.
Siamo a Roma, nel 1952: Furio Momentè è un funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia che viene inviato a Venezia per indagare su un caso di omicidio che coinvolge il giovane Carlo Mangiorgi, che ha confessato di aver ucciso il suo coetaneo Emilio Vestri Musy perchè convinto trattarsi del Diavolo. Il delitto si potrebbe rivelare molto scomodo per le alte sfere della Democrazia Cristiana, in quanto sembra essere fomentato da superstizione religiosa e nel quale sarebbero anche stati coinvolti una suora e un sacrestano. La madre di Emilio inoltre in passato era una fervente sostenitrice della Democrazia Cristiana, diventata acerrima nemica della Chiesa e del governo in seguito all'accaduto. L'obiettivo di Furio è quello, nella sua indagine, di trovare elementi che possano scagionare la suora e il sacrestano e di cercare il più possibile di insabbiare il caso.
Davanti alla visione di questo film ho avuto reazioni abbastanza contrastanti, devo ammettere: da una parte la storia che viene narrata mi ha affascinato davvero molto, mentre dall'altra, nonostante la breve durata, penso che il ritmo narrativo non sia stato gestito al meglio e in alcune casi il regista si è lasciato andare a lungaggini di troppo che hanno fatto calare un po' l'attenzione. L'idea di fondo che viene data nel film è in realtà molto affascinante: al protagonista della vicenda, Carlo, viene data un'educazione religiosa tale per cui il Diavolo sia una creatura da temere, ma a cui tributare il giusto rispetto, tanto da chiamarlo "signor Diavolo", proprio come il titolo fa intendere, sempre lo stesso protagonista è però vittima delle superstizioni di quel periodo che lo portano all'odio e alla paura verso Emilio, un suo coetaneo dall'aspetto mostruoso e con denti simili a quelli di un maiale. La storia che gira in paese è quella secondo cui la madre abbia concepito suo figlio proprio accoppiandosi con un maiale e che in seguito all'accoppiamento tra un uomo - la più importante delle creature divine - con un maiale - quella che sarebbe la più "bassa" - abbia fatto nascere, nel corpo di un ragazzo, il Diavolo. C'è sicuramente molta religione e molta superstizione in questo film ed è proprio questo elemento che mi ha affascinato maggiormente, con Pupi Avati che sa alla grande come creare l'atmosfera giusta per questo tipo di film, insinuando il sospetto nello spettatore, ma senza mai dare vere e proprie risposte, nemmeno al termine della pellicola.
A convincermi di meno in questo ultimo lavoro del regista sono state principalmente due cose: innanzitutto il livello recitativo mi è parso medio-basso, io sono uno che apprezza particolarmente una recitazione il più possibile spontanea e realistica, mentre qui in alcuni frangenti gli interpreti mettevano un po' troppa enfasi nel pronunciare le loro battute. In secondo luogo nonostante la breve durata del film, la canonica ora e mezza, in alcuni frangenti il ritmo narrativo non mi è parso gestito benissimo e ci si perde in dialoghi eccessivamente lunghi che spezzano un po' il ritmo e la tensione che invece, in altre scene, è costruita benissimo. Qui in genere potrebbe venir richiesto di prendere posizione, tra chi ha voluto affossare questo film come uno dei peggiori del regista e chi invece lo ha esaltato, ritenendolo tra i migliori film horror usciti nella scorsa annata. Ecco, io, come spesso e volentieri accade, sto nel mezzo: sicuramente è un film affascinante che prova a ricordare all'industria cinematografica italiana che oltre alla commedia, al dramma e al true crime - dove negli ultimi anni sono usciti i nostri film migliori - c'è un mondo da esplorare e che fino a trent'anni fa esploravamo con costanza, mentre dall'altro lato il ritmo a volte ho fatto fatica a reggerlo e mi sono affaticati in certi passaggi della pellicola.

Voto: 6,5

Commenti

  1. Non mi ha convinto, peccato perché Avati è merita rispetto, anche se per questo film è stato insultato in ogni modo. Cheers!

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  2. A me purtroppo non era piaciuto proprio. La recitazione orrenda mi aveva distratto.

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  3. Ho apprezzato molto di più il libro, che si legge tutto d'un fiato, ma a suo modo è un film affascinante.

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