Cella 211 (2009)

Spagna, Francia 2009
Titolo Originale: Celda 211
Regia: Daniel Monzón
Sceneggiatura: Jorge Guerricaechevarría, Daniel Monzón
Cast: Luis Tosar, Alberto Ammann, Antonio Resines, Manuel Morón, Carlos Bardem, Marta Etura, Luis Zahera, Fernando Soto, Vicente Romero, Manuel Solo
Durata: 110 minuti
Genere: Drammatico, Azione

La trama in breve: Juan Oliver viene assunto come secondino in un carcere. Il giorno prima della sua effettiva assunzione si reca in visita e si ritrova invischiato in una rivolta organizzata dai carcerati. Ferito, viene deposto nella cella 211 e abbandonato lì dagli altri secondini, mentre la rivolta prende piede. Juan, ripresosi, deciderà di fingersi un carcerato e di associarsi alla rivolta, per evitare di venire ucciso.

Avevo sentito parlare tempo fa di questa pellicola, entrata tra i cult del cinema spagnolo con una serie infinita di premi vinti in patria nel 2010, ma non avevo, fino a pochi giorni fa, trovato modo di vederla. Quando però mi decido a fare una cosa, o me ne pento amaramente, oppure ne rimango decisamente soddisfatto. E questa volta, sono rimasto piuttosto soddisfatto. Per quanto riguarda gli attori, alcuni li conoscevo già per via di loro lavori successivi, come ad esempio Luis Tosar per "Bed Time" e Marta Etura sempre per "Bed Time", ma anche per il da me adoratissimo "EVA". Altri invece non li conoscevo, come ad esempio Alberto Ammann, già visto da qualche parte, ma senza riuscirlo a configurare con un ruolo preciso in altre pellicole.

"Cella 211" ci butta subito all'interno della vicenda: non ci sono filtri, non ci sono stratagemmi con introduzioni cinematografiche, c'è il nostro protagonista, Juan Oliver, che entra nel carcere in qualità di secondino, un giorno prima del suo effettivo inizio del servizio, e viene coinvolto in quella che sarà una delle più grandi rivolte dei detenuti del carcere. Essendo un secondino sconosciuto a tutti i detenuti, egli dovrà attingere a tutta la sua intelligenza per riuscire a sopravvivere a quella situazione assolutamente straordinaria. La conoscenza con Malamadre, interpretato dal bravissimo Luis Tosar, lo porterà a tentare di entrare nelle sue grazie, perchè unico alleato possibile in una situazione che lo vedrebbe, normalmente, totalmente svantaggiato.

Nella pellicola vengono dunque fuori molte considerazioni: la condizione dei carcerati spagnoli, la deriva dell'essere umano quando si trova in situazioni disperate, il rapporto di amicizia e rispetto che si viene a creare tra due persone completamente diverse. La condizione in cui si viene a trovare Juan, soprannominato dai carcerati "Mutande" è infatti quella in cui ogni persona può decidere di lasciarsi sopraffare dagli eventi oppure di tirare fuori le palle. Ovviamente la scelta di Juan è la seconda, altrimenti sarebbe finito subito il film, il problema, che poi è anche la cosa più interessante del film, è quando il coraggio di Juan degenera, rendendolo disposto a tutto pur di avere salva la vita.

Mi sono anche particolarmente piaciute le interpretazioni dei protagonisti, quella di Tosar su tutte, ma bravissimo anche Alberto Ammann. Il ritmo poi non cala quasi mai per tutta la durata della pellicola, è serrato, non annoia e raramente ha dei momenti di stanca. Un film sicuramente non perfetto, ma che consiglierei a chiunque per la sua capacità di intrattenere e di creare tensione. Ma anche, perchè no, di far riflettere sulla condizione di questi personaggi!

Voto: 7,5

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