Selma - La strada per la libertà (2014)
Titolo Originale: Selma
Regia: Ava DuVernay
Sceneggiatura: Paul Webb
Cast: David Oyelowo, Tom Wilkinson, Tim Roth, Common, Carmen Ejogo, Lorraine Toussaint, Oprah Winfrey, Cuba Gooding Jr., Niecy Nash, Colman Domingo, Giovanni Ribisi, Alessandro Nivola, Keith Stanfield, Andre Holland, Tessa Thompson, Wendell Pierce, Omar Dorsey, Ledisi, Trai Byers, Stephan James, Kent Faulcon, John Lavelle, Jeremy Strong, Dylan Baker, Nigel Thatch
Durata: 128 minuti
Genere: Biografico, Drammatico
La trama in breve: Dopo aver vinto il premio Nobel per la Pace, Martin Luther King inizia una battaglia perchè ai neri venga riconosciuto in maniera effettiva il diritto di voto. Davanti al rifiuto del Presidente, la protesta di King si sposterà a Selma, in Alabama, governata dal razzista George Wallace.
Con la visione di questo film sono riuscito a spuntare tutte le pellicole della lista "candidati all'Oscar come Miglior film", impresa in cui pensavo di non riuscire e per la quale non mi sento del tutto a posto con me stesso, dato che non sono ancora riuscito a completare la lista "Miglior attore" e nemmeno "Migliore attrice", per colpa di "Foxcatcher" e dei distributori italiani che ritardano l'uscita nelle sale. Peccato che la logica vorrebbe che uno i film candidati all'Oscar li debba guardare prima che vengano premiati, non dopo! Dopo è troppo facile! "Selma - La strada per la libertà" è l'ennesimo biopic di questa lista, in cui metà, ripeto, META' degli appartenenti alla lista appartengono al genere dei biopic. Mentre però gli altri sono stati su figure sì conosciute, ma nessuna di queste così tanto idealizzata come Martin Luther King, figura giustamente idealizzata per via delle sue battaglie per l'umanità, in particolar modo per la popolazione nera vivente negli Stati Uniti.
Ed è proprio per questo motivo che il film, nel suo complesso, mi ha piuttosto deluso, se non addirittura, in certi frangenti, lasciato abbastanza indifferente. Proprio per ciò che si sa sulla figura di Martin Luther King, uno si aspetta di vedere riproposta sullo schermo una figura carismatica, in grado, con le sue parole, di infondere coraggio, sicurezza alle persone che gli stanno intorno. Così come David Oyelowo, l'attore che qui veste proprio i panni di Martin Luther King, aveva il compito piuttosto ingrato di riuscire a trasmettere questa carica, questo coraggio, nello spettatore. Tutte cose che io, personalmente, non ho sentito se non in rarissime occasioni.
In una pellicola in cui ad essere importanti sono la personalità del protagonista e i dialoghi, ma ancor di più i monologhi, ci si limita per lunghi tratti a svolgere il facile compitino di mettere su schermo una sorta di cronaca degli eventi riguardanti la protesta della popolazione di colore a Selma, in Alabama. Scene particolarmente tese e concitate che funzionano, sono ben montate (lo si intuiva già dal trailer) e ti mettono addosso un senso di disprezzo, purtroppo però non era su quello che si sarebbe dovuto basare il film. A non convincere infatti sono proprio le interpretazioni dei protagonisti, Oyelowo in primis, ma anche quella di Carmen Ejogo nei panni della moglie Coretta.
Viene anche calcata troppo poco la mano sul rapporto di King con i politici dell'epoca, quali Lyndon B. Johnson, all'epoca dei fatti Presidente degli Stati Uniti, ma anche George Wallace, governatore dell'Alabama, profondamente razzista. Entrambi rimangono abbastanza sullo sfondo di una vicenda che forse avrebbe avuto un po' più bisogno anche di loro, così come non mi ha particolarmente impressionato la performance di Tom Wilkinson. Al contrario invece Tim Roth in qualità di "cattivo" della storia mi è sembrato funzionare abbastanza bene. "Selma" è dunque un film che si lascia abbastanza guardare, purtroppo senza avere il mordente necessario per emozionare in maniera significativa lo spettatore. Il tutto pare un po' freddino.
Pregi:
- Le scene di guerriglia urbana sono ben messe in scena e ben montate;
- L'interpretazione di Tim Roth, magari non eccelsa, ma comunque abbastanza valida.
Difetti:
- L'interpretazione di David Oyelowo ci regala un Martin Luther King che appare scarico e spompato, totalmente diverso da ciò che ci si aspetta da una figura importante come la sua;
- Film abbastanza freddo dal punto di vista emozionale.
Voto: 5,5
Ho capito...
RispondiEliminaDi fondo me lo aspettavo.
Beh, ti consiglio di guardarlo comunque, a quanto pare sono l'unico in giro per la rete a pensarla così...
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