King Arthur - Il potere della spada di Guy Ritchie (2017)

USA, Regno Unito, Ausralia 2017
Titolo Originale: King Arthur: Legend of the Sword
Regia: Guy Ritchie
Sceneggiatura: Joby Harold, Guy Ritchie, Lionel Wigram
Cast: Charlie Hunnam, Àstrid Bergès-Frisbey, Jude Law, Eric Bana, Djimon Hounsou, Aidan Gillen, Freddie Fox, Tom Wu, Kingsley Ben-Adir, Neil Maskell, Annabelle Wallis, Geoff Bell, Poppy Delevingne, Millie Brady, Peter Ferdinando, David Beckham, Michael McElhatton, Katie McGrath
Durata: 126 minuti
Genere: Avventura, Azione, Fantastico


Seguendo la mia volontà di cercare in questo caldissimo periodo film il più possibile disimpegnati, ho deciso di dare un'opportunità a "King Arthur - Il potere della spada", che sin dal trailer non mi convinceva più di tanto e si preannunciava come una tamarrata non proprio nelle mie corde. Va aggiunto poi che io con il regista del film Guy Ritchie non è che abbia proprio un bel rapporto o per lo meno è fatto più di bassi che di alti, per quel che riguarda i film che ho visto ovviamente: l'ho apprezzato molto in "Snatch - Lo strappo", l'ho letteralmente detestato quando assieme all'allora moglie Madonna ha deciso di fumarsi la candeggina e di girare "Travolti dal destino", ho continuato ancora di più a detestarlo con i due film "Sherlock Holmes" e "Sherlock Holmes - Gioco di ombre", per poi soddisfarmi moderatamente con "Operazione U.N.C.L.E.". Fondamentalmente il problema che ho con Guy Ritchie e con i suoi film è il fatto che i protagonisti si atteggino tutti allo status di grandi simpaticoni e io già faccio fatica a stare con quelli che vogliono fare i simpatici a tutti i costi, figurarsi quando personaggi del genere li vedo nei film!
Perchè diciamocelo, in fin dei conti il buon Guy Ritchie, dal punto di vista visivo, nei suoi film dimostra spesso e volentieri di avere un ottimo occhio a livello di regia, con alcune inquadrature particolarmente ricercate e alcune sequenze veramente interessanti - a parte "Travolti dal destino", ovviamente, quello fa veramente schifo sotto tutti i punti di vista perchè era sicuramente il periodo in cui il regista sniffava la candeggina di più bassa lega e giustamente ha ottenuto un flop clamoroso - e "King Arthur" da questo punto di vista non è certamente da meno. Con un comparto fotografico e delle ambientazioni che ricordano non poco lo stile di "Game of Thrones" il film, per lo meno dal punto di vista visivo, risulta particolarmente ben riuscito.
È però quando ci si sposta su altri ambiti cinematografici che, almeno secondo il mio modo di vedere, il film non funziona. Innanzitutto la ricerca dei personaggi della battuta ironica sempre e comunque a me ha dato un fastidio immenso ed è proprio in questo che si concretizza ciò che meno sopporto dei film di Guy Ritchie che è proprio la smania di creare personaggi sempre sfacciati e con la battutina pronta, insomma dei gran simpaticoni che però alla lunga stanno particolarmente antipatici. Alla lunga poi anche la storia che viene narrata non impressiona particolarmente, passando attraverso momenti per me altamente soporiferi per poi arrivare ad un finale che a me è risultato particolarmente sbrigativo e non gestito nella giusta maniera.
Bene ma non benissimo poi il tema di attori coinvolti nella pellicola: al netto del dover essere dei gran simpaticoni - che se non si fosse capito è la cosa che più mi ha dato fastidio - il protagonista Charlie Hunnam si comporta piuttosto bene e dal punto di vista della conformazione fisica appare anche tagliato dal sarto per il ruolo di Re Artù. Discorso diverso invece per Jude Law, nei panni dell'antagonista Vortigem che dopo la perfezione di "The Young Pope" sembra qui recitare quasi con il pilota automatico. Interessante sorpresa invece la performance offerta da Àstrid Bergès-Frisbey nei panni della Maga, con già una decina di film all'attivo risulta un'attrice particolarmente interessante da seguire in futuro e di cui dovrò assolutamente recuperare il film "I Origins" diretto da Mike Cahill.

Voto: 5,5

Commenti

  1. Poteva essere molto divertente, ma il finale secondo me si riduce a qualcosa di troppo simile ad un videogames per piacermi. Re "Tamartur" con la faccia da schiaffi di Charlie Hunnam passi, ma il cattivone tipo mostro di fine livello proprio no ;-) Cheers

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  2. Recuperato da poco, per me arriva fortuitamente alla sufficienza forse per colpa della mia difficile dipendenza dalle soundtrack di Pemberton. Jude Law parecchio deludente, forse peggio della sua versione mostro che, nel pieno della tamarraggine, mi ha ricordato un'orrenda visione di Percy Jackson (ed è già trash pensare a questo paragone) D:

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