Monolith di Ivan Silvestrini (2017)

Italia, USA 2017
Titolo Originale: Monolith
Regia: Ivan Silvestrini
Sceneggiatura: Elena Bucaccio
Cast: Katrina Bowden, Krew Hodges, Nixon Hodges, Brandon Jones, Damon Dayoub, Jay Hayden, Justine Wachsberger
Durata: 83 minuti
Genere: Thriller, Drammatico


Dovendo settimana scorsa scegliere tra la visione al cinema di "La torre nera", tratto dall'omonimo ciclo di romanzi di Stephen King, e "Monolith", thriller prodotto in Italia e diretto dal regista Ivan Silvestrini, ho optato per il secondo. D'altronde per quanto riguarda il primo, la lettura di moltissime recensioni parecchio negative mi aveva preoccupato parecchio, convincendomi a non spendere soldi per il cinema e ad aspettare l'uscita dell'alternativa in home video. Al contrario, per il secondo, un po' in giro per tutta la rete si era creata una certa aspettativa, principalmente per via del trovarsi davanti ad una produzione italiana coraggiosa che tentasse di esplorare altri generi al di là della solita commedia o del drammone strappalacrime. Un esperimento che era tra l'altro già stato fatto lo scorso anno dai registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro con il film "Mine" con cui questo "Monolith" condivide bene o male lo spunto di partenza.
Monolith è il nome di un modello di automobile ultratecnologica e completamente indistruttibile, in grado di proteggere i suoi passeggeri tramite un sofisticato sistema di intelligenza artificiale ed una corazza praticamente impenetrabile. Proprietaria di un modello di quest'auto è la giovane Sandra, ex popstar interpretata dalla bellissima Katrina Bowden, che, dopo aver scoperto mentre è in auto che il marito ha un'amante, decide di guidare fino a Los Angeles assieme al figlio piccolo per raggiungerlo prendendo una strada secondaria. Fermatasi nel deserto dopo aver investito un cervo, l'automobile si chiude, lasciando il bambino all'interno sotto il sole cocente e Sandra chiusa fuori.
Dal punto di vista visivo ritengo che "Monolith" sia un buon film: il regista Ivan Silvestrini si muove particolarmente bene con la macchina da presa e la fotografia - complice un'ambientazione desertica particolarmente affascinante - mi è parsa davvero di altissimo livello. Ma, per quanto mi riguarda e al contrario di commenti positivi letti in altri lidi - vedi ad esempio l'opinione totalmente contraria de "Il buio in sala" - i meriti del film si fermano qui e vengono completamente eclissati da una sceneggiatura che appare fin troppo irrealistica per quanto la protagonista del film continui a commettere errori, uno dietro l'altro. Appare impensabile che una persona con un minimo di quoziente intellettivo sbagli così tante cose una dietro l'altra e che le poche cose giuste che fa - vedi il dare fuoco a degli pneumatici in mezzo al deserto per farsi eventualmente vedere - vengano completamente ignorate, così come ho fatto particolarmente fatica - ma questo è più un problema mio che del film - a sopportare il bambino che, quando non è svenuto per l'eccessivo calore dell'automobile, piange continuamente per ogni minima cazzata rendendosi altamente insopportabile. Non pensavo, viste le premesse e le buone aspettative, che per questi motivi avrei finito per odiare il film in questione, ma va dato merito al regista di averci provato, perchè visivamente il suo lavoro mi è parso abbastanza valido. Purtroppo toppa clamorosamente nella caratterizzazione della protagonista che ne sbaglia decisamente troppe per essere un personaggio quanto meno credibile.

Voto: 4,5

Commenti

  1. Concordiamo, come già sai. Ma hai ragione sulla fotografia, ci avevo pensato anche io che fosse bella ma mi sono dimenticata di scriverlo.

    Curiosità sul bambino odioso che nemmeno io ho sopportato: durante le riprese di quelle scene, proprio per farlo piangere, gli venivano dati dei giocattoli e poi tolti immediatamente, proprio per farlo piangere xD

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